Festa della Musica 2025 al Museo Archeologico Etrusco De Feis

Il 21 giugno apertura straordinaria del museo, nel chiostro un imperdibile concerto di romanze d’opera e brani della tradizione classica napoletana

Festa della Musica 2025 al Museo Archeologico Etrusco De Feis, con un’Apertura straordinaria gentilmente concessa dal Rettore Padre Giuseppe Montesano, i partecipanti saranno guidati  dalla giornalista Lydia Tarsitano alla scoperta della preziosa collezione,  un percorso tra oltre 800 reperti etruschi, ceramiche, bronzi e testimonianze uniche provenienti da Orvieto, Montesarchio e dal territorio campano, una testimonianza della passione antiquaria ottocentesca  e del gusto fin de siècle.

Nel suggestivo chiostro dell’Istituto arie da salotto,  romanze d’opera, brani della tradizione classica napoletana celebreranno il Solstizio d’Estate.  Un viaggio immersivo tra arte e musica offerto dall’Associazione Culturale Noi per Napoli, con il patrocinio morale del Comune di Napoli e in collaborazione con l’Associazione Primavera del M° Gianni Panachia: recital lirico “Note d’Amore – Passeggiate e Serenate”, con Olga De Maio – soprano; Luca Lupoli – tenore; Nataliya Apolenskaya – pianoforte. A far da cornice alle melodie, le coreografie ottocentesche del gruppo “Danzando nel Tempo”, guidato dai Maestri Rosario Forestiere e Ione Spagnuolo, che faranno rivivere il fascino e la grazia della Belle Époque.

Un’occasione rara per entrare in un luogo normalmente chiuso al pubblico e rivivere suggestioni e memorie. Entrando nel museo si viene immersi nell’atmosfera di  una civiltà misteriosa che richiama pratiche religiose, rituali funebri e una concezione della vita dopo la morte ancora oggi oggetto di studio e di fascino. Cattura lo sguardo  un sarcofago restaurato e ben conservato di terracotta, risalente al II secolo a. c. che rappresenta una donna distesa su un letto funebre.

Il museo De Feis è frutto di una collezione privata  messa insieme da un fine studioso il padre barnabita Leopoldo De Feis, insegnante di latino e greco presso il collegio fiorentino “Alle Querce”, da cui prende il nome la collezione.  Dopo la chiusura di “Alle Querce”, presso il polo Barnabita Villa San Paolo di Firenze, l’inestimabile tesoro etrusco è stato trasferito a Napoli dal 2015 dove è gelosamente conservato ed aspetta di essere conosciuto maggiormente  per  raccontare  la nostra storia e farci scoprire le nostre radici.

La collezione – attualmente una delle poche non statali detenute da un Ente Ecclesiastico – dichiarata “di eccezionale interesse archeologico e storico-artistico” dalla Soprintendenza regionale per i beni e le attività culturali per la regione Toscana il 18 luglio 2003, conserva circa 800 reperti, che risalgono agli anni a cavallo tra l’età del Bronzo e l’epoca Imperiale Severiana: 250 oggetti provengono da Orvieto o dall’Etruria e rappresentano il nucleo iniziale della raccolta.  Sono per di più ceramiche arcaiche ed etrusco-ellenistiche, dalle forme comuni per il banchetto e il consumo del vino, deposte nelle tombe come corredo d’accompagno del defunto. Notevoli sono le ceramiche di bucchero, calici coppe su alto e basso piede, ciotole, oinochoai (brocche) .Un gruppo cospicuo presenta iscrizioni o simboli in lingua etrusca e graffiti sulla superficie.  Tra i materiali di indubbio interesse la statuetta di Minerva donata a P. De Feis dal Marchese Carlo Strozzi in occasione di un incontro e proveniente da Siena.

Un nucleo  consistente della collezione è composto da 47 reperti provenienti, quasi tutti dai territori circostanti Benevento e dall’antica Caudium nella fase arcaica della necropoli di Montesarchio (AV).

La sezione campana, donata nel 1875 Francesco d’Avalos, padre  di un convittore,  rappresenta anche  una straordinaria occasione per conoscere le tracce dell’ ampio dominio etrusco, arrivato fino in Campania .

I materiali si inquadrano tra il VII e il IV secolo a.C. e comprendono diversi crateri a figure rosse di fabbrica campana.  A questi si aggiungono (60 reperti) donati dai fratelli Montuoro.

dell’età del bronzo e materiali della fase finale dell’età del ferro provenienti dal territorio di Napoli. Completano la collezione un’urna cineraria in vetro soffiato di epoca romana, ex-voto provenienti dal deposito votivo etrusco-laziale di Ciciliano, un gruppo di lucerne del periodo imperiale e alcune epigrafi e iscrizioni di epoca imperiale provenienti da Roma, 68 reperti donati da padre Luigi Bruzza.

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 Prenotazione obbligatoria

ℹ️  Info: 339 4545044 – www.noipernapoliart.it – noipernapoliart@gmail.com

(fonte: comunicato stampa)

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