Un viaggio tra i luoghi e nonluoghi fisici ed emozionali
dell’arte contemporanea

“Ho visto un disco volante, ho parlato con un marziano… ‘nbeh, che è?!”
Sergio Corbucci

Ana Bagayan, classe 1983, è una illustratrice americana di origini armene riconosciuta, a livello internazionale, tra le esponenti più note del pop surrealismo.

All’età di 6 anni si trasferisce infatti con la famiglia da Yerevan, capitale dell’Armenia, nella popolosa Burbank, in California, dove inzia a coltivare la sua grande passione per l’arte. Entra nell’Art Center College of Design di Pasadena ed in quegli anni segue lezioni, tra gli altri, dei fratelli Clayton, di Alex Gross e di altri artisti del firmamento Lowbrow/Pop Surrealista, che segnano profondamente il suo stile e la sua poetica. Consegue quindi il titolo di Bachelors of Fine Arts in Illustration ed inizia la sua carriera lavorando come illustratrice per agenzie pubblicitarie, marchi e riviste quali Spin, Rolling Stone, Publicis Mojo, Diesel, Honda, Mighty Fine, Sydney Symphony, Young Guns, Crispin Porter & Bogusky, Saatchi & Saatchi, Weiden & Kennedy London, GQ, Men’s Health e SONY BMG tra gli altri sino a divenire una artista di fama internazionale. Ana Bagayan attualmente vive e lavora nell’assolata California del Sud con suo marito e due cani. Quando non dipinge, si diverte a realizzare webcomics e si allena nel Krav Maga.


I suoi epigoni di riferimento, oltre ai grandi maestri d’arte del passato, tra tutti Leonardo da Vinci, sono stati e sono molti artisti contemporanei dei filoni lowbrow/pop surrealism come Chris Berens, Eric Fortune, Dave Cooper ed altri di volta in volta storicamente vicini alla sua sensibilità ed evoluzione artistica.
Secondo la migliore tradizione lowbrow, i soggetti delle sue creazioni sono strani e dolci personaggi fanciulleschi inseriti in contesti dissonanti, spesso alle prese con curiosi o strani oggetti, animali o creature, loro confidenti; nell’ultimo decennio i protagonisti indiscussi delle sue creazioni sono spesso eterei extraterrestri, alieni, spiriti, fantasmi, creature spaziali intergalattiche e qualsiasi cosa che alluda all’idea che siamo solo una piccola parte dell’inimmaginabile vastità dell’Universo.
Da un punto di vista iconografico, le opere di Ana Bagayan, sono caratterizzate dai “Big Eyes”: occhi spropositatamente grandi dei soggetti rappresentati, occhi grandi che trasmettono emozioni ma che al contempo ricercano empatia con l’osservatore.
L’artista nei suoi lavori fonde la realtà con la fantasia, realizzando esiti figurativi imprevisti in un carosello di gioco e atmosfere sinistre, di innocenza e malvagità, di esteticamente gradevole ed inquietante. Ogni sua opera, sia essa semplicemente ritratto o scena articolata, narra una storia che spesso è lasciata intravedere da piccoli particolari, che talvolta possono sfuggire ad una analisi superficiale dell’immagine.
è questo il motivo per cui l’artista piace ad un grande pubblico. Su Facebook annovera circa 280.000 follower (https://www.facebook.com/AnaBagayan/).
Espone da oltre un decennio i suoi dipinti originali in tutto il mondo (dalla galleria La Luz de Jesus di Billy Shire a Los Angeles alla galleria Hidari Zingaro di Takashi Murakami a Tokyo), Italia compresa, nelle gallerie del circuito lowbrow/pop surreal.
Ha ricevuto numerosi premi dall’American Illustration and Communication Arts Awards, oltre al Gold Ozzie Award, al SILA e all’Eckersleys Award.
Per conoscere meglio e seguire l’artista, il riferimento è il suo sito web http://anabagayan.com/ o i social media.