Lù Mière nel segno di Aldo Fabrizi
Si è svolta a Sternatia, domenica 12 ottobre con ospite d’onore Cielo Pessione Fabrizi, l’undicesima edizione dedicata all’immenso attore, regista, poeta , icona della romanità nel mondo,.E in occasione del 120esimo compleanno la casa editrice Il Raggio verde ha dato alle stampe il libro “Aldo Fabrizi. La voce del silenzio” con i testi di Antonietta Fulvio, Antonio Manzo, Giancarlo Montelli che firma anche il progetto grafico e le illustrazioni, Raffaele Polo e con la prefazione di Cielo Pessione Fabrizi.
Antonietta Fulvio
Cosa resta di una serata magica a Sternatia, nella “barocca eleganza” del Palazzo Marchesale “Granafei” sede del Centro Studi Chora-Ma Donato Indino, scelto per l’undicesima edizione di Lù Mière calicidicinema dedicato ad Aldo Fabrizi? Emozioni palpabili sul filo dei ricordi e tante sensazioni, che ti fanno ancora dire che è bello incontrarsi in un antico palazzo in nome della Cultura, quella parola che per alcuni suona un po’ strana nei bilanci come voce da decurtare sempre più, perché poi a che serve? E invece sì, la Cultura serve e, soprattutto, se libera, autentica come quella che ci ha lasciato Aldo tra una risata e lo sfarfallio di una parola detta fra i denti, appena sussurrata.
E da annoverare, le immancabili bollicine del Metiusco Extra brut dell’azienda vinicola Palamà, da sempre accompagnatore degustativo di Lù Mière calicidicinema, il brand ideato dall’eclettico Antonio Manzo, deus ex machina di un evento unico nel suo genere che quest’estate ha conquistato anche l’Umbria. Lusinghiera ed entusiasta la partecipazione del pubblico, accolto da Milena Cerra, che ha gremito all’inverosimile la sala e, prima ancora, le immagini del chiostro all’imbrunire, suggestivo come le sequenze dei film in bianco e nero, con Aldo e di Aldo, perché lui non è stato solo attore ma per molte pellicole regista e sceneggiatore. Un artista poliedrico, ci sia consentita la parola spesso abusata, ma non nel caso di Fabrizi che abbiamo piacevolmente e coscientemente ricordato con la nipote Cielo Pessione Fabrizi, ospite d’onore.
A dar l’avvio all’attesa intervista, la performance di Chiara Barbaro che ha danzato a piedi nudi, con il volto coperto da una maschera – come quelle molteplici che nascondono il volto di una società sempre più ingabbiata da pregiudizi e stereotipi – sulle note della colonna sonora di Roma città aperta, il capolavoro di Rossellini che usciva nelle sale ottanta anni fa. Ed ecco che, tra le sagome del commissario Lorenzo Bottoni in Guadie e ladri e Cesare Mancini in Hanno rubato un tram, Cielo Passione Fabrizi ha snocciolato ricordi e versi, alcuni di un’attualità disarmante come quelli scritti nel 1977 e che parlavano nientemeno dell’Onu.. ah?, la lungimiranza degli artisti che sanno inquadrare anzitempo, come in uno zoom, ciò che accadrà e Aldo Fabrizi, come l’amico Totò, aveva visto dove saremmo finiti con l’avanzare del progresso decantato simbolo di modernità. Sarà stata l’infanzia negata, perché chi resta orfano e deve diventare il capofamiglia deve rimboccarsi le maniche più degli altri, ma senza vittimismo e con grande determinazione, nonostante le difficoltà Aldo riuscì a dare concretezza alle sue idee incarnando il mito per cui gli americani avevano coniato l’espressione “Self-made man” . Generoso, nonostante la sua spigolosità, non ha rinunciato ai suoi sogni e nascendo poeta poi ha declinato tutti i linguaggi dell’arte: cinema, teatro, avanspettacolo…e gastronomia…pubblicando tre libri di ricette condite da riflessioni e stornelli attualissimi. È stato un padre e nonno affettuoso, presente con fittissime corrispondenze epistolari quando le tournée nei teatri lo portavano lontano da casa. Sono tantissime le lettere e le chiose, baci spesso associati ai frutti della terra – la mamma aveva infatti un banco di frutta a Campo de’ Fiori – omaggiato anche nell’omonima pellicola. «Aldo Fabrizi è sempre stato fiero delle sue origini e il suo primo film “Emigrantes” fu girato a Buenos Aires con pochi mezzi ma con tanto ingegno : la sera la compagnia recitava in teatro, al mattino diventava il cast di un film che la critica stroncò perché un comico non poteva essere anche regista…» praticamente un pioniere dell’odierno multitasking ma lui era oltre, troppo avanti per i suoi tempi. Difatti con alcuni suoi film “Vivere in pace” per certi versi anticipò il neorealismo e con la saga della famiglia “Passaguai” la commedia all’italiana… E se ha suscitato inevitabile ilarità la visione di alcuni frame, tratti proprio dalla “Famiglia Passaguai”, “Mi permetta babbo” con Alberto Sordi, e “Guardie e Ladri ” con Totò, grande commozione è stato la proiezione del video a sorpresa di Elena Anticoli De Curtis, nipote di Totò, che ha ricordato la loro grande amicizia che superò anche piccoli screzi perché entrambi leali ed eticamente impeccabili. Gli spari dei fuochi d’artificio della festa patronale in onore di San Vincenzo ci hanno fatto ricordare una delle gag preferite del Principe, proprio nel momento in cui si parlava di loro, l’oro di Napoli e di Roma, che hanno regalato al pubblico tante risate, inossidabili al tempo.
In apertura di serata dopo i saluti della presidente Elisabetta Indino, i versi in griko omaggio di Gaetano Mastrolia che parlano di cenere come la sola cosa che resta dell’uomo… a noi piace pensare che, cenere a parte, c’è qualcosa di impalpabile che invece resta per sempre: l’anima pura di chi ha donato agli altri il proprio talento e la propria arte. Come le note, suggestive, eseguite magistralmente dal maestro Martino Pezzolla che ha intonato l’aria più famosa del Rugantino. Il musical che lo portò oltreoceano a Broadway dove fu acclamato come a comic genius. Eh sì, mai definizione più azzeccata.
E poi a scandire la fine della serata, ancora la musica di Pezzolla con Ie note di Arriverderci Roma, e il saluto di un nuovo libro edito da Il Raggio Verde un progetto corale arricchito dalle illustrazioni del maestro romano Giancarlo Montelli per rompere il silenzio che da anni è caduto intorno a questo grande artista.
Momento clou la premiazione con la consegna della targa in cartapesta realizzata dallo scultore Dante Vincenti a Cielo Pessione Fabrizi e come da qualche edizione, il riconoscimento d’eccellenza all’imprenditoria, il Premio Speciale “Antonio Catamo” a Giorgio De Salvatore, responsabile dell’azienda eccellenza nel campo informatico Unreal.
Applausi agli sponsor veri compagni di viaggio di questa emozionante avventura: ITC di Carlo Miglietta (Grafica e Service) e gli sponsor tecnici Alvino – le dolci fantasie Lecce/ San Cassiano, Digital Copy, Azienda Vinicola Palamà, Studio Giosa, Unreal Lecce, mbm ambiente Nardò, Top Orange Zollino.