Franco Battiato: “L’uomo che dipinge”
La mostra Antologica di Franco Battiato a Palazzo del Broletto a Pavia prosegue fino al 15 settembre 2013
INCREDIBILE SUCCESSO A PAVIA PER LA MOSTRA “JONIA ME GENIUT “
Nemmeno i curatori della mostra, Giuliano Allegri e Giosuè Allegrini, sapevano di quali opere Franco Battiato avrebbe arricchito all’ultimo momento, al suo arrivo a Pavia, «Jonia me genuit», la prima grande antologica dedicata al cantautore siciliano che si è aperta il 1 settembre nella sale di Palazzo Broletto. Opere pittoriche: quadri e soprattutto grafiche costituiscono probabilmente il cuore più prezioso dell’esposizione, che, in quattro sezioni, grazie a collezionisti come Vincenzo Viscuso, racconta l’universo di uno degli artisti italiani più eclettici.
Battiato cantautore, ma anche pittore. Anzi, come, nel catalogo pubblicato dalle Edizioni della Bezuga, sottolinea Elisa Gradi, «uomo che dipinge». Che affida ai colori quei temi onirici che animano le sue canzoni: dervisci danzanti, sufi in meditazione, personaggi in auree orientali, liberi dalle «correnti gravitazionali» del tempo e dello spazio, approdati alla conoscenza delle «leggi del mondo», capaci di dispensare, nel frastuono dei giorni, «il silenzio e la pazienza».
«La colonna sonora della mia vita – ha spiegato lo stesso Battiato – accompagna anche le immagini dei miei dipinti, che rappresentano uomini e donne di quel Mediterraneo navigato da guerrieri e schiavi, regine e mercanti, predicatori e filosofi. Sono tutte immagini moderne di volti antichi, impreziosite da fondi dorati, che cercano di attenuare umane inquietudini».
Nella pittura Battiato debuttò attorno al 1990, ai tempi di «Come un cammello in una grondaia»: l’album, il suo sedicesimo, che doveva il titolo ad Al-Biruni, scienziato persiano vissuto nel XII secolo, presentava in copertina un particolare di un dipinto di un misterioso Suphan Barzani. Che altri non era se non Battiato, quasi emulo, nella scelta di un suo «doppio» artistico, di numi consacrati del calibro di Alighiero Boetti.
Quasi una scommessa, la pittura, per Battiato: «Pensavo che la mia incapacità nel disegno dipendesse dalla mancanza di una naturale predisposizione. Per analizzare praticamente questo genere di chiusura iniziai a dipingere per pura sfida: questa terapia riabilitativa mi sta privando di quel difetto. Pensavo che i miei insuccessi scolastici nel disegno dipendessero dalla mancanza di una naturale predisposizione, come nel caso di uno stonato che non riesce a emettere la stessa nota che ha in testa. Col tempo ho scoperto invece che avevo un’idea astratta, archetipa dell’oggetto che osservavo: quello che mi mancava era la possibilità di coglierlo nella sua esatta forma. Per analizzare praticamente questo genere di chiusura, una ventina d’anni fa iniziai a dipingere per pura sfida”.
Questa mostra – spiegano i curatori Giosuè Allegrini e Giuliano Allegri – si propone come la prima importante rassegna antologica sulla figura di Franco Battiato, comprendente la sua totale attività artistica: un florilegio di lavori discografici rari e introvabili, la proiezione dei suoi film e la pittura, che coprono temporalmente l’intera produzione creativa di una delle menti più eclettiche e rilevanti del panorama artistico italiano ed internazionale.
Al termine dell’incontro il pubblico non ha resistito e ha intonato un classico del cantante siciliano: “Centro di gravità permanente”.
(fonte: comunicato stampa)