L’ultimo viaggio. I versi e la prosa di Carmelo Scorrano

La presentazione si terrà sabato 3 agosto a partire dalle 19:30 nella sede dell’ANMI di Gallipoli (Lungomare Marconi n.3) vedrà la partecipazione della fotografa Maria Pacoda che firma l’immagine in copertina e del consigliere nazionale ANMI Giuseppe Alfarano e il delegato regionale ANMI Fernando Piccinno. Dialogherà con l’autore il giornalista Giuseppe Albahari. La serata sarà impreziosita dagli intermezzi del Salento Ballet Art Studio

Si intitola “L’ultimo viaggio” ma è solo la recente fatica letteraria di Carmelo Scorrano che presenta un racconto breve e una selezione di poesie in dialetto gallipolino e in lingua italiana. Edito da Il Raggio Verde, il libro è impreziosito da una veduta di Gallipoli fotografata da Maria Pacoda, un’immagine poetica omaggio alla protagonista del narrare di Carmelo Scorrano che mette in versi e in prosa il suo amore per la Città bella.

La presentazione si terrà sabato 3 agosto a partire dalle 19:30 nella sede dell’ANMI di Gallipoli (Lungomare Marconi n.3) di cui Carmelo Scorrano è presidente. La serata si aprirà con gli interventi del consigliere nazionale  ANMI Giuseppe Alfarano e il delegato regionale ANMI Fernando Piccinno e sarà allietata dagli interventi del Salento Ballet Art Studio mentre a dialogare con l’autore ci sarà il giornalista Giuseppe Albahari che firma la prefazione  del libro. Presente anche la fotografa Maria Pacoda che firma la copertina. Modera la serata la giornalista  Antonietta Fulvio editore Il Raggio Verde. Ingresso libero.

«“Vastasi”, se mpruvvisau pueta. E quanto scrive di se stesso Carmelo Scorrano nel libro “L’ultimo viaggio” e forse non è un caso che tali parole siano in calce proprio a questa sua ultima fatica che riunisce versi e prosa. Già da tempo, Carmelo avverte il bisogno di abbinare alla prosa una sezione di poesie in lingua italiana e in dialetto, che in questo caso ha nominato “Mursiculi de scij”.» La prosa – scrive lo stesso Albahari è «il racconto dell’ultradecennale permanenza del protagonista – Carmelo, come l’autore – a Milano. Carmelo ha scelto di emigrare nella grande città per necessità lavorativa, ma il lettore non troverà dettagli sul suo lavoro e la stessa metropoli gli apparirà ridotta a quinta necessaria soprattutto a contrapposizione alla natia Gallipoli: nebbia contro sole, violenza contro moderazione, scortesia contro gentilezza, ristrettezza di idee contro disponibilità. Questo perché l’autore dà spazio solo ai sentimenti – quelli dell’interprete principale sono inequivocabilmente i suoi: bontà, sogno, riservatezza, garbo, sensibilità – e li racconta con spontaneità, naturalezza, semplicità».

È una narrazione semplice, quella di Carmelo Scorrano che alternando versi in dialetto ad una scabra narrazione ha il suo fascino proprio in quel procedere spesso ondeggiante e senza rispetto di ‘consecutio temporum’ dove passato e presente sono un tutt’uno e i sentimenti si affastellano come scintille che provengono dal fuoco acceso una poetica immagine anche questa dell’inizio di ogni “cunto”, di ogni racconto.

Carmelo Scorrano è nato a Gallipoli il 2 settembre 1945. Ha lavorato presso il porto di Gallipoli con la qualifica di gruista. è stato Presidente dell’Associazione nazionale Marinai d’Italia, gruppo di Gallipoli dal 1988 al 1992. Rieletto nell’anno 2010 sino all’anno 2019 ha istituito il “Premio Bontà” poi tramutato in “Premio Fratelli del Mare” giunto alla XXIX^ edizione e ottenuto la intitolazione nel 1990 di una strada alla memoria del capo di 1^ classe Meccanico Emanuele Perrone Medaglia d’Argento al Valor Militare e nel 1991 l’intitolazione del Piazzale Marinai d’Italia sul Lungomare Marconi. inoltre ha partecipato come collaboratore per la costruzione del Monumento dei caduti del Mare.

Ha scritto e pubblicato libri di poesia in lingua e vernacolo, romanzi e commedie ottenendo numerosi premi e riconoscimenti. Nel 1997 è stato scritto nell’albo dei poeti d’Euro