All’improvviso una vita
Le riflessioni dello psicoterapeuta
Giovanni Bruno
Sempre di più la Scienza guarda con grande attenzione al nucleo centrale dell’essere umano racchiuso nello scrigno dell’età evolutiva. Questa porta in sé un seme, più semi, che germinando evolveranno verso una configurazione che non sarà mai conclusa ma sempre in continuo divenire, mai compiuta e definitiva.
Si chiama epigenesi infatti tutta l’organizzazione somatica e comportamentale dell’individuo, una costruzione progressiva che ha in sé due variabili fondamentali: il programma genetico e le influenze ambientali. In questo gioco di rimaneggiamenti la dotazione congenita e le condotte messe in atto sono spesso interdipendenti, dove l’innato e l’acquisito sono difficilmente separabili. Può accadere che le piste si ingarbuglino, ma le tracce evolutive sane con repentini ribaltamenti prevalgono e lo sviluppo procede nella norma. Siamo dunque alle radici della vita e sicuramente le conoscenze del bambino in sviluppo hanno fatto progressi straordinari e tuttavia i punti interrogativi sono ancora tanti, le incertezze si ritrovano a ogni snodo e le teorie spesso si sovrappongono.
Forse più semplicemente nella nostra indagine dobbiamo avere un metodo e il metodo è senz’altro quello evolutivo. Individuiamo così nella crescita delle costanti che sono sia biologiche e sia culturali. L’uomo è il meno attrezzato degli esseri viventi per stare sulla Terra, venuto al mondo infatti ha bisogno di cura, accudimento, sorveglianza, strategie comunicative, perché il suo sviluppo affettivo e cognitivo prenda un sano abbrivio. I processi evolutivi sia biologici che psicologici si devono armonizzare grazie alle energie di cui il bambino dispone, con una crescente possibilità di autonomia e di modalità nuove di comprensione, di partecipazione affettiva e di socializzazione.
Nel primo anno di vita il bambino è dominato dagli istinti, che si potrebbero definire anche propensioni naturali o abilità innate. Ma accanto all’istinto il neonato sente forte il principio del piacere e il principio di realtà. Il primo si configura come la costante ricerca di riduzione delle tensioni psichiche (ricerca del sonno o di evacuazione ), mentre il secondo considera le limitazioni e le proibizioni che sono connaturate a una vita sempre più sociale. C’è inoltre una terza variabile che diventa sempre più presente ed è la tendenza all’agire, il passaggio all’azione è lo snodo cruciale per l’apprendimento e una maturazione cognitiva adeguata.
Un aspetto relazionale di estrema importanza in questa fase è l’inclusione del bambino nel funzionamento psichico della madre o di chi se ne prende cura. Abbiamo già accennato al fatto che il potenziale innato del bambino non può rivelarsi senza la cura materna e gli studi in questo senso sono innumerevoli. Valga per tutti l’intuizione di Winnicott che parla di preoccupazione materna primaria alludendo alla capacità della madre di mettersi al posto del suo bambino e di rispondere ai suoi bisogni. Per converso sarà il bambino in questa fase a non avvertire alcuna minaccia destruente al suo esistere. Ancora una volta la parola chiave che tiene insieme le varie forme di energia vitale è sicuramente “interrelazione”.
“L’altro è forma di nutrimento , l’uomo senza l’uomo muore”.
Si tratta dunque di meccanismi molto economici, funzionali a gettare un ponte con l’altro, permettendoci così di essere sociali, ponendoci in una sorta di intercorporeità.
Il bambino è dunque un “vasto universo comunicativo “dai confini sempre aperti in grado di evolvere e di sviluppare un proprio sé.
Abbiamo voluto sondare, in modo parziale , il primo germoglio di vita, indicando le prime linee evolutive e l’instaurarsi di una nuova esistenza che avrà una sua performabilità, un suo divenire. Ma tuttavia le tesi e gli studi sempre più approfonditi non riescono a sondare il mistero e al tempo stesso la meraviglia di una nuova vita. La prodigiosa realtà che ci viene incontro con futuro che è solo suo, biologicamente suo.
Così il premio Nobel Wislawa Szymborska in una sua poesia:
…Ha appena distinto il sonno dalla veglia
ha appena intuito di essere sé
…ha la testa piena di libertà e onniscienza
… Un vero uomo.