Procida, la Cultura non isola

Il MIbact premia la minore isola dell’arcipelago campano: sarà
la Capitale italiana della Cultura 2022

Antonietta Fulvio

La cultura non isola. Più di uno slogan. Il cuore di un progetto che rappresenta una sfida e un punto di ripartenza. Per tutti. Così Procida nel 2022 sarà incoronata capitale italiana della Cultura. Una comunità piccola dal cuore grande decisa a costruire un laboratorio di felicità sociale, con programmi culturali educativi e inclusivi.

Questo il fulcro di un progetto che ha in sè la forza e la bellezza delle onde del mare. «Il mare unisce i paesi che separa» scriveva il poeta Alexander Pope e forse non è un caso che proprio chi paradossalmente è “isolato” ha scelto di dimostrare che “la cultura non isola” ma può essere territorio di dialogo e di confronto reale tra i naviganti reali e virtuali, grazie anche al sapiente utilizzo dei social che hanno mostrato proprio n questo tempo di pandemia il potere aggregante e di azzeramento delle distanze fisiche a cui il virus ancora ci costringe.
E allora in attesa di conoscere e di partecipare all’intenso calendario di eventi del 2022, proviamo a raccontavi Procida andando a rileggere un libro che ha legato l’isola alla sua fortuna letteraria.
«Su per le colline verso la campagna, la mia isola ha straducce solitarie chiuse fra i muri antichi, oltre i quali si stendono frutteti e vigneti che sembrano giardini imperiali. Ha varie spiagge dalla sabbia chiara e delicata, e altre rive più piccole, coperte di ciottoli e conchiglie, e nascoste tra le grandi scogliere.»
Quasi fossero delicati colpi di pennello, così descrive Procida la scrittrice Elsa Morante (premio Strega 1957) nel famoso romanzo “L’isola di Arturo” che fu scritto proprio qui tra i profumi del giardino di limoni dell’allora Albergo Eldorado oggi i “Giardini di Elsa”, sede del parco letterario, dedicato alla scrittrice romana, purtroppo non visitabile perchè proprietà privata mentre conta ventitrè edizioni il progetto Procida Isola di Arturo – Elsa Morante che vede l’assegnazione di due premi letterari uno dedicato alla scrittrice l’altro alle narrazioni sul fascino misteroso e atavico del mare. Ed è la più piccola delle isole flegree, incastonate come gemme nel golfo di Napoli, ma Procida è natura, bellezza, mito, storia, letteratura (qui fu ambientato anche un altro romanzo “Graziella” di Alphonse Lamartine.
Ed è musica e canto, quello che va dritto all’anima che aveva la voce di Concetta Barra e oggi ha quella di suo figlio Peppe Barra.
E cinema. Set di numerosi film di successo, poeticamente Procida è l’isola de “Il Postino”, l’ultimo film di Massimo Troisi ispirato al romanzo “Il postino di Neruda”, dello scrittore cileno Antonio Skármeta diretto da Michael Radford (1994). Qui potrete imbattervi nell’osteria di Beatrice che conquistò il cuore del postino Mario Ruoppolo e magari in sella ad una bicicletta provare a ripercorrere itinerari che portano alle case colorate della Corricella o salire su verso la collina di Terra Murata, raggiungere il borgo antico. Ed è antica la storia di Procida, legata a coloni Micenei come sembrano testimoniare gli ultimi ritrovamenti archeologici, e da sempre qui la natura vulcanica e rigogliosa, le varietà botaniche e faunistiche della riserva naturale dell’isolotto di Vivara, dal caratteristico aspetto a mezzaluna, che il “ponte dell’acquedotto” collega alla vicina Procida suggeriscono un turismo lento e sostenibile supportato dall’autenticità della sua gente che accoglie e ammalia per la sua semplicità, per il rapporto autentico che li lega al mare, non è forse un caso che il primo codice marittimo della storia fu scritto dal procidano Michele De Jorio e che qui nel settecento si costruivano bastimenti e brigantini che salpavano verso l’oceano. Ribelle come il mare in tempesta Procida respirò l’aria della rivoluzione partenopea e con il ritorno dei Borbone, dodici Procidani, tra i più influenti e in vista dell’isola, vennereo impiccati nella stessa piazza dove era stato issato l’albero della libertà. La storia di Procida è tutta da riscoprire come la bellezza di questo magico fazzoletto di terra di appena quattro chilometri quadrati che racchiude il segreto della felicità. Qui perfino l’aria salmastra di umido che penetra nel naso e nelle ossa nei giorni di burrasca può diventare il più nostalgico dei ricordi. Perchè non vorresti mai andar via da un posto che ti sembra catapultare in un’altra dimensione, quasi sospesa, sicuramente non mondana e caotica. Incredibilmente vera.
Procida è ancora l’isola dalle nove contrade, le Gracìe: il colorato borgo marinaro de La Corricella che sembra aver rubato i colori dell’arcobaleno, delle strepitose albe e degi infuocati tramonti, Terra murata, la collina che dall’alto dei suoi novanta metri dà anche il nome al suo borgo più antico dove si ergono il Castello d’Avalos e l’abbazia di San Michele, Chiaiolella con il suo porto turistico e la sua bellissima spiaggia, Sent’cò con il porto commerciale di Marina Grande, e poi le contrade che prendono il nome da chiese bellissime testimonianza della devozione popolare, del del legame profondo con la fede: San Leonardo come la chiesa eretta sulla cappella cinquecentesca, Santissima Annunziata (o Madonna della Libera), e la seicentesca Sant’Antonio. Infine le contrade Sant’Antuono e Sammarezio, la terrazza di Procida, una suggestiva piazzetta dominata dal santuario di Santa Maria delle Grazie. (Procida nelle foto di Mariarosaria Costagliola, collaboratrice di Procida – la community che condivide l’isola!  pagina fondata e curata da Francesco Lubrano e Giuseppe D’Elia)


Dal 18 gennaio, data della proclamazione, Procida è balzata al primo posto di una lista che vedeva altrettante meravigliose realtà del Belpaese: Ancona, Bari, Cerveteri (Roma), L’Aquila, Pieve di Soligo /treviso), Taranto e la Grecìa Salentina, Trapani, Verbania, Volterra (Pisa). Nella diretta in streaming sul canale Youtube del MiBACT il ministro Franceschini ha così motivato la scelta:
«Il progetto culturale presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente. Il contesto di sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato, la dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria, la dimensione laboratoriale, che comprende aspetti sociali e di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare, grazie alla combinazione di questi fattori, un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura, che dalla piccola realtà  dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al paese, nei mesi che ci attendono. La capitale italiana della cultura 2022 è Procida.»
E già si stanno attivando sinergie e misure per attuare 44 progetti culturali che si tradurranno in 330 giorni di programmazione con la partecipazione di 240 artisti, 40 opere originali e 8 spazi rigenerati. E al centro Procida, la comunità che si estende oltre l’isola. La cultura non isola, lo slogan scelto dall’efficace comunicazione come estrema sintesi del dossier presentato per la candidatura è più di uno slogan. è un progetto culturale e messaggio di speranza per ripartire tutti dopo la pandemia. Una pandemia terribile che a distanza di un anno ci costringe all’isolamento, alla distanza mentre la cultura è vicinanza e condivisione.
Ecco quale sarà la sfida nel 2022 che si presta ad affrontare Procida neo eletta capitale italiana della cultura. E non solo. Procida, nonostante il suo essere “isola” sarà un punto di collegamento che proprio attraverso il mare che lambisce le sue coste unirà territori e persone. Sarà come ritrovarsi dopo tanto tempo.

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