Ricordando Fellini

 

Un’incessante produzione cinematografica senza mai dormire

FELLINI ONIRICON: inconsce riprese notturne

Tra gli eventi della Festa del Cinema 2007

di Patrizia Miglietta

 

 

ROMA. Che fosse un regista surreale, i suoi tanti films lo rivelano senza esitazione.
Ma che l’esplosione artistica prendesse forma, ancor prima, da stati onirici è una delle scoperte più intime che il grande Federico Fellini abbia potuto regalarci.
Andare oltre la visione scontata dell’immagine, delle pulsazioni, delle relazioni, è il talento distinto dell’occhio attento, dello sguardo arguto e ironico di Fellini. Sincero e disinvolto nei suoi film rompe e travalica le tradizionali strutture narrative.
Ha raccontato, in modo del tutto straordinario e pregnante, inquietudini e incertezze, interpretato le oppressioni dell’esistenza contemporanea, perdendosi spesso in percorsi autobiografici, legati ai ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza degli ambienti riminesi.
Se la fantasia meglio si libera nei sogni, la mente geniale di Fellini non riposa nemmeno nel sonno. Consapevole dell’importanza dei sogni e della loro fugace memoria, l’artista, sollecitato dal suo analista Berhnard, appunta per trent’anni dal 1960, le proprie “fantasie” notturne. Si può conoscere tanti aspetti della vita pubblica e privata di un uomo, ma cosa c’è di più intimo e allo stesso tempo pubblico nel riferire il proprio inconscio? Nei sogni nessuno ci giudica, non vi è controllo, non vi sono sanzioni né moralismi, e soprattutto è più difficile mentire a se stessi.
Il “Libro dei sogni”, costituito da due volumi mastri di diverso formato in cui raffigura i sogni con disegni affrettati, segnacci e appunti sgrammaticati in circa 400 pagine, spoglia Fellini da ogni pudore.
Appunta come in un Diario dei capolavori paralleli alla pellicola, lasciandoci la libertà di creare un gioco in cui non c’è tempo cronologico ben definito nell’anteporre la creatività cinematografica a quella onirica, e viceversa.
Osservare i sogni raffigurati, diviene una conoscenza che a tratti imbarazza: un filo conduttore lega i sogni al mondo i n t e r i o r e dell’artista, da sempre affascinato nonché tormentato dal Mistero e dall’ignoto.
Non tutti i sogni sono piacevoli. Nelle notti da incubo costante è la presenza della morte, del pericolo, dei disastri, con bombe che esplodono, dirigibili che si schiantano al suolo, fucilazioni naziste.
Vi sono altre notti in cui, come nella vita diurna, Federico è perseguitato dalla figura femminile. Da un lato il sognatore apprensivo verso la figura quasi materna della moglie (Giulietta Masina) attraverso la quale cerca di avvicinarsi per comprendere la psiche femminile; dall’altro sommerso dall’erotismo ossessivo di donne prosperose che lo provocano in atteggiamenti ai confini della pornografia: giganti signore nude ed ingioiellate, attrici, prostitute borghesi, espliciti riferimenti sessuali.
Un mondo onirico abitato da donne che ad occhi aperti “rivede” nel film La città delle donne (1980).
Ed ancora il legame e le ansie con il mondo del lavoro, il rapporto con i produttori cinematografici, con i colleghi registi ed attori , alcuni dei quali immortala in ritratti con uno stile del tutto personale.
Cinque gli Oscar che hanno incoronato le sue pellicole e, ad oggi, i suoi sogni… “Tutto ciò che possiamo fare è tentare di raggiungere la consapevolezza che siamo parte di questo imperscrutabile mistero che è il creato. Ubbidiamo alle sue leggi inconoscibili, ai suoi ritmi ai suoi mutamenti. Siamo misteri tra i misteri.”
(Il libro dei sogni, 20 Agosto 1984)