Tamara, la regina del moderno

Tamara de Lempicka
La regina del moderno
Mostra e catalogo a cura di Gioia Mori
Roma – Complesso del Vittoriano
Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
11 marzo – 3 luglio 2011
“Tamara de Lempicka. La regina del moderno”: dall’11 marzo al 3 luglio 2011 il
Complesso del Vittoriano di Roma ospita una delle mostre più complete mai realizzate sull’artista
maggiormente nota e amata del periodo Déco, simbolo delle istanze moderniste degli
anni Venti e Trenta. Posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, la
mostra è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in collaborazione e con la
partecipazione del Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali e della
Comunicazione –, della Provincia di Roma – Presidenza e Assessorato alle Politiche culturali
-, della Regione Lazio – Presidenza e Assessorato alla Cultura, Arte e Sport. La rassegna è organizzata
e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
La mostra è curata da Gioia Mori, storica dell’arte nota a livello internazionale per le sue
ricerche su Tamara de Lempicka, che qui propone una nuova lettura delle sue opere, scaturita
da ricerche inedite che costruiscono ex novo la storia di molti dipinti; documenti di un
legame finora sconosciuto con Prampolini, confermato dalla storia di un dipinto in mostra;
diverse opere mai esposte in Italia, tra le quali l’eccezionale prestito di cinque dipinti della
collezione di Jack Nicholson; un eccezionale ritrovamento, un importante dipinto del 1923,
Portrait de Madame P., finora considerato perduto, noto solo attraverso un’antica foto in bianco
e nero.
Novanta dipinti e trenta disegni di Tamara de Lempicka ripercorrono il cammino artistico
della “regina del moderno”; cinquanta fotografie d’epoca – alcune delle quali inedite – documentano
il “personaggio” Tamara, ritratta quasi sempre come una diva del cinema anni ’30;
due film degli anni Trenta in cui la Lempicka si colloca davanti alla macchina da presa; tredici
dipinti di artisti polacchi che frequentò in Francia e a Varsavia raccontano il rapporto
con l’arte contemporanea della sua patria. Con 120 opere della Lempicka, questa mostra si
attesta come la più grande finora realizzata.
L’esposizione si avvale inoltre di un prestigioso comitato scientifico composto da Gioia Mori,
Alain Blondel, storico dell’arte, Katarzyna Nowarowska-Sito, Museo Nazionale di Varsavia.
Il catalogo di questa mostra si attesterà come il più completo e innovativo volume sulla
Lempicka. Nasce infatti da numerose scoperte che l’autrice ha fatto nel corso degli ultimi cinque
anni, materiali da cui emerge un completo profilo storico dell’artista, la sua presenza in
mostre finora sconosciute, rapporti con il mondo Molte di queste scoperte sono comunicate
nell’apparato di schedatura che correda le 120 opere in mostra, delle quali sono state reperite
e illustrate le fonti iconografiche e i contemporanei legami con l’illustrazione di moda, il
cinema e la grafica pubblicitaria.

 

Il saggio introduttivo di Gioia Mori nasce dalla capillare consultazione di tutti i quotidiani,
riviste d’arte e riviste di moda dell’epoca, indagine che ha permesso una corretta contestualizzazione
dell’artista, di ricostruire i suoi rapporti con i futuristi italiani, con gli stilisti dell’epoca,
con il cinema tedesco e francese, con la grafica pubblicitaria. Tutti rapporti documentati
attraverso un inedito e ricchissimo apparato iconografico.
Il fascino e la stravaganza del personaggio, la comunicatività del suo linguaggio figurativo
hanno reso Tamara de Lempicka l’artista più nota e amata del periodo Déco.
Come scrive Gioia Mori, «dagli anni Settanta torna a essere quel fenomeno mondiale che fu già
negli anni Venti e Trenta, e strappa a tutti i compagni di strada dell’École de Paris il titolo di “regina
della modernità”, laddove per “modernità” si intende anche l’invenzione di formule di comunicazione
e marketing che solo un artista pop come Warhol – grande ammiratore della Lempicka
– saprà applicare con uguale efficacia alcuni decenni dopo. La mostra al Vittoriano diventerà
imprescindibile per una considerazione corretta del percorso artistico della Lempicka: questo, grazie
soprattutto al ritrovamento di alcune importanti opere degli anni Venti finora considerate perdute,
al reperimento di importanti fonti documentarie che permettono di ricostruire esattamente
le presenze espositive della Lempicka tra il 1922 e il 1957 e la risposta della critica dell’epoca, di
capire la sua strategia di comunicazione in Europa e negli Stati Uniti».
Attualmente la Mori ha in preparazione un’importante volume su Tamara de Lempicka e la
Moda, che sarà pubblicato da Skira.

Gioia Mori è storica dell’arte, curatrice di mostre e critico d’arte. Iconologa di formazione, ha
pubblicato studi su Carpaccio, Crivelli, de Chirico, Degas, Cézanne. È considerata uno dei massimi
esperti di Tamara de Lempicka, che studia dal 1990: sull’artista ha pubblicato un volume
nel 1994 e curato la mostra allestita a Palazzo reale, a Milano, nel 2006. Ha diretto dal 1996
al 2008 il mensile “Art e dossier”, il progetto multimediale dei CdRom Art, vincendo il McAward
nel 1999 e due primi premi del Festival europeo Monumedia (1998 e 1999).

(fonte: comunicato stampa)