il tratto-racconto di Fabio De Donno

IL TRATTO-RACCONTO di Fabio De Donno

di Antonietta Fulvio

 

Con la sua tavolozza fatta di una policromia delicatamente intensa, tra acrilici e pastelli, e il segno che si rifà alla linea di cavaldoliana memoria, Fabio De Donno riesce a trasformare lo spazio pittorico nella giocosa, ironica e suadente dimensione del sogno.

Non importa il supporto che sia foglio, tela, cartone o mdf. L’importante è lo spazio/luogo dell’immaginario che si apre alle composizioni più disparate: dall’ironica tensione dell’uomo verso la donna amata ne “Il bacio” al lavoro “Nomadi” dove l’uomo che spinge faticosamente la casa-paese, coloratissima e su quattro ruote, rende l’idea di chi non ha fissa dimora ed è costretto a portarsi dietro tutto il proprio mondo.

Spettatrice silenziosa e presenza costante nei suoi dipinti, la sonnacchiosa e spigolosa luna che, quando non è presente, la si ritrova nelle sembianze somatiche dei suoi personaggi come in “Tutti giù per terra”, gioco emblematico dell’infanzia che incarna la spontaneità e l’allegria racchiusa in quel magico cerchio di mani che si intrecciano.

 

 

“Storie di giallo rosso e blu” è il titolo della sua ultima personale, allestita dal 2 al 24 luglio 2011, presso la sede dell’associazione culturale Arca di Lecce (via Palmieri, 28, visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 23) che diventa pretesto per presentare le sue ultime storie, aspettando le illustrazioni di Smemoranda 2012; da quindici anni, infatti, è tra i disegnatori della celebre agenda. Formatosi all’Istituto d’Arte Pellegrino di Lecce, De Donno ha sviluppato la sua attività grafico pittorica parallelamente ai suoi studi in Lettere con indirizzo storico-artistico e questo si traduce nei suoi lavori in una libertà espressiva unita ad una forte componente narrativa e descrittiva. D’altronde se ne può ammirare il risultato nei numerosi lavori in mostra che lasciano nel visitatore la sensazione di essere riusciti ad azzerare per un momento la quotidianità opprimente per accedere al sogno, al regno della fantasia dove tutto è possibile: uccelli che sorvolano cieli di un azzurro intenso e case e tetti in bilico, quasi danzanti, come in “Jutaland” o in “Mollette”, dove le mollette appunto, si fanno tasti di un fantastico pianoforte. Dalla tastiera però si librano, più che note, tratti che si rincorrono come fili di aquiloni, facendo svolazzare cuori, fiori, barchette… e matite colorate. Il disegno diventa allusione all’armonia della musica e del creato e, probabilmente, diventa rimando alle nuove storie da scrivere e disegnare. Molteplici sono dunque le figure e le loro interpretazioni ma sempre legate ad un unico filo conduttore, la libertà.

Nell’arte come nell’infanzia o almeno così dovrebbe essere. In fondo, sostiene lo scrittore e giornalista Eugenio Scalfari,“L’infanzia è una stagione fatata. La sola di tutta una vita che non finisce mai e t’accompagna sino all’ultimo respiro” e le opere di Fabio De Donno sembrano ricondurre a questo pensiero: c’è sempre un bambino in un angolo recondito del nostro cuore capace, qualche volta, di convincere l’adulto a sognare.

 

 

Scheda tecnica

Storie di giallo, rosso e blu di Fabio De Donno

Associazione culturale A.R.C.A. Lecce, via Palmieri, 28

Orario di apertura: 19/23 Ingresso libero