Mubo, il Museo del Bosco

Mubo, il Museo del Bosco
E’ stato inaugurato nel giorno del solstizio d’inverno, mercoledì 21 dicembre 2011, il “Mubo – Museo del Bosco” che trova casa nel Castello Manfredi in piazza IV Novembre a Supersano (Lecce).

Completato nel 2009 con fondi regionali PIS 14, il Museo, nel cuore del centro storico di Supersano, nasce dall’esigenza di far conoscere un particolare ecosistema del territorio salentino attestato storicamente almeno dall’età romana fino agli inizi del secolo scorso: il Bosco del Belvedere. Lì dove oggi il paesaggio è dominato dalla monocoltura dell’olivo, fino a poco più di cento anni fa si estendeva una vasta area boschiva che interessava il territorio di ben 15 comuni. Per questo motivo il Museo vuole porsi come punto di riferimento per un vasto territorio esteso ben oltre i limiti comunali di Supersano.

L’allestimento tenta di coniugare le esigenze di carattere didattico, rivolte a un vasto pubblico, con una scrupolosa ricostruzione ambientale, archeologica e storica, garantita dalla partecipazione al progetto di docenti del Dipartimento di Beni culturali dell’Università del Salento sotto la direzione scientifica del professor Paul Arthur.

 

Il percorso si articola lungo sette sale espositive, un bookshop e la torre di età medievale, primo nucleo del castello Manfredi. Al piano terra l’allestimento è dedicato agli aspetti ambientali legati al bosco di Belvedere e a una raccolta etnografica di strumenti legati agli antichi mestieri che utilizzavano il bosco come risorsa. Di particolare impatto è una grande ricostruzione grafica dell’ambiente boschivo realizzata da un noto studio grafico di Firenze. Il piano superiore ospita invece cinque sale che ripercorrono la storia dell’occupazione di quest’area da parte dell’uomo dal paleolitico fino all’età moderna. In particolare, nelle due sale dedicate alla preistoria, oltre a materiali archeologici sono esposte numerose riproduzioni di manufatti ceramici e strumenti litici che consentono ai visitatori di comprendere l’utilizzo e le tecniche di realizzazione di questi manufatti. La sala centrale del piano superiore è dedicata a un’importante scoperta archeologica avvenuta pochi anni fa non lontano dal centro abitato di Supersano.

Le ricerche dell’Università del Salento hanno infatti portato alla luce i resti di un villaggio di capanne di età bizantina. L’abitato era inserito in un contesto ambientale di grande interesse al limite dell’area boschiva e nei pressi di una palude conosciuta nell’Ottocento come “lago Sombrino”. Nella sala sono esposti, tra i vari materiali, resti botanici risalenti al VII secolo dopo Cristo, che testimoniano la produzione di vino nell’area in questione. Seguono una sala dedicata al Medioevo e una dedicata allo sfruttamento del territorio in età moderna. Degna di nota è la piccola sezione dedicata alla cripta “Madonna di Coelimanna” e ai suoi splendidi affreschi di età medievale recentemente restaurati. Il Museo, grazie alle sue peculiarità, aspira a diventare il centro di un “ecomuseo diffuso” attraverso la musealizzazione in situ dei pochi resti del bosco rimasti e delle altre evidenze ambientali e storico- artistiche che il territorio conserva.

Alla cerimonia inaugurale accanto ai curatori  Paul Arthur (coordinatore scientifico del Mubo), Brunella Bruno e Marco Leo Imperiale sono intervenuti Roberto De Vitis, Sindaco di Supersano, Antonio Gabellone, Presidente della Provincia di Lecce, Domenico Laforgia, Rettore dell’Università del Salento , Antonio De Siena, Soprintendente per i Beni archeologici della Puglia, Mario Lombardo, Direttore del Dipartimento di Beni culturali – Università del Salento

 

(fonte: comunicato stampa)