Giorgio de Chirico metafisico. Alberto Savinio artista poliedrico

Claudio Strinati “rivela” la Metafisica al convegno sui fratelli de Chirico

 

 

“De Chirico avverte se stesso come il promulgatore di un nuovo ‘verbo’ destinato ad illuminare le menti e a rigenerare la coscienza collettiva”. E’ uno dei passi più significativi dell’intervento di Claudio Strinati al convegno “Giorgio de Chirico metafisico. Alberto Savinio artista poliedrico” organizzato a Roma, a Palazzo Barberini lo scorso 5 marzo, dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, in collaborazione con il Dipartimento di Ricerche Filosofiche dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

Per Strinati in altri termini “De Chirico, concependo l’idea della pittura metafisica, si pone come un nuovo ‘vate’, certo in un senso ben diverso da quello dannunziano, cui le nuove generazioni potranno fare riferimento per migliorare e migliorarsi”.

L’ex soprintendente del Polo Museale Romano ha inteso compiere un viaggio nella conoscenza più profonda della Metafisica, palesando un mondo esistente al di fuori delle cose conosciute dallo spirito umano, inconcepibile alla logica. I dipinti di Giorgio de Chirico – ha in sostanza evidenziato – appaiono ai nostri occhi come fuori dal tempo, avvolti da un’immobilità sacra che pone la sua pittura in un limbo tra vita e morte, intuizione e rivelazione.

Paolo Picozza invece, nell’illustrare l’attività della Fondazione di cui è presidente,  ha proposto il tema cruciale della contraffazione osservando come “i casi di nuova falsificazione e di rimessa in commercio di vecchi falsi non siano cessati”. Oltre alla falsificazione materiale dell’opera di de Chirico, “esiste un fenomeno che riguarda la falsificazione storica e teorica del patrimonio intellettuale e personale tesa ad alterare e inquinare la conoscenza della Metafisica finendo per negare addirittura la paternità esclusiva della Metafisica a Giorgio de Chirico”.

Fra gli altri interventi, di particolare rilievo quelli della storica dell’arte Ester Coen e degli accademici delle tre Università romane Pietro Montani, Rino Caputo ed Elio Matassi.