Una festa per celebrare l’Arte

Arte, musica e letteratura nel cuore di Galatina il 1° e 2 settembre 2012

 

La Notte della Cultura

“La nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo”. (Hegel)

Secondo Hegel la filosofia arriva sempre troppo tardi e comprende una condizione storica solo dopo che questa è già trascorsa. All’arte nel suo significato più ampio il compito di raccontare la realtà mentre essa si costruisce e si rappresenta, in tutta la sua bellezza come in tutto il suo orrore.  L’arte prima, la parola dopo. L’arte racconta, la filosofia spiega. L’arte, con la sua intrinseca capacità di attivare canali percettivi meno sfruttati dall’uomo, muove intimamente l’abilità di ciascuno di riscrivere il proprio cammino.

Con installazioni all’aperto e mostre, con la presentazione di libri e performance musicali sparsi per il centro storico della città la manifestazione intende muovere alla ricerca e alla conoscenza quali strumenti necessari per indagare la realtà mentre la si costruisce, per cercare un migliore rapporto con l’ambiente che ci circonda, dal più prossimo, quello che si crea nelle relazioni affettive, a quello dei luoghi del nostro vivere (la casa, la città, il paesaggio).

La manifestazione si aprirà sabato 1 settembre presso Palazzo della Cultura alle 20 con l’inaugurazione alla presenza delle autorità e degli artisti e la consegna del “Premio Achille Fedele”. Ma sarà subito festa: la festa dell’arte, della musica e della letteratura.

Sempre presso il Palazzo della Cultura si potrà visitare la mostra del visionario artista Raffaele Fiorella, si ascolteranno i versi della poetessa Marthia Carrozzo accompagnati dal commento musicale del sassofonista Emanuele Coluccia e dalle 23 con DN3 si passerà alla sperimentazione elettronica più di avanguardia e si ballerà (ingresso libero). Un progetto di Cesare dell’Anna, Mauro Tre e Guido Nemola di un Electro Jazz che recupera la corposità dei circuiti analogici degli anni ’70 e ’80, con quelle delle nuove frontiere del jazz, il cui sguardo spazia da oriente a occidente, ponendo massima attenzione ai linguaggi dei popoli, dai Balcani al lontano oriente, con radici saldamente ancorate all’Africa dei ritmi vitali e carnali.

Domenica 2 settembre si inizia alle 19.30 si parlerà di quella Taranto che con i suoi fumi e le sue contraddizioni già in tempi non sospetti inquietava gli animi di pensatori e scrittori, si parlerà di come produrre e consumare a Km0, si cercherà di capire come è cambiata questa terra negli ultimi dieci anni riprendendo il treno della Fluid Video Crew. E poi installazioni e performance artistiche sorprenderanno per le strade del centro storico della città. La musica, quella la si potrà incontrare negli angoli delle strade per farsi suonare, o ascoltare.

Non mancheranno le sorprese e non mancheranno i nomi illustri del nostro territorio e non solo a dare valore e senso ad un progetto che ambisce a spingere verso l’indagine della realtà mentre la si costruisce, verso lo stupore che suscita la capacità dell’arte di farsi infinite letture dei tempi e dei luoghi, bizzarri, che viviamo.

La manifestazione è voluta dall’amministrazione comunale della Città di Galatina ed è curata da ART & ARS GALLERY e CALLIOPE COMUNICARE CULTURA in collaborazione con J.as.s. – Le Caveau  (Jazzisti Associati Salentini) che insieme condividono un sogno, quello che ognuno impari a vivere il proprio, arrivandoci con i propri mezzi, per la propria strada, con le proprie forze.

(fonte. comunicato stampa)


Apprfondimenti autori e artisti

LA NOTTE DELLA CULTURA

2 settembre 2012 Galatina – Lecce

SABATO 1 SETTEMBRE 2012

Premio di Laurea Achille Fedele

Borsa di studio da anni assegnata ogni anno al miglior laureato in giurisprudenza della Città di Galatina.

 

Mostra personale di Raffaele Fiorella “Lumina”

La mostra vede l’esposizione di sei opere, realizzate tra il 2007 ed il 2012 in cui luci, ombre e tecnologia sono protagonisti. Raffaele Fiorella crea mondi paralleli sfruttando ingegnosamente le potenzialità dell’arte digitale: da vita ad universi mobili, smontabili e ricostruibili in base alla percezione sensoriale.

 

“Di bellezza non si pecca eppure. Trilogia di Idrusa” di Marthia Carrozzo edito da Kurumuny – 2012. Commento musicale di Emanuele Coluccia
Il libro

Sembra fatta di pura voce, questa novella Idrusa. Nuovo ritratto in versi di Marthia Carrozzo, di quella che fu, nella penna della Corti, la più bella donna di Otranto, capace di calamitare, al suo passaggio, ogni singolo sguardo, diviene, in questa “Trilogia di Idrusa”, appunto, un purissimo richiamo all’acqua che ne computa il nome, senza dimenticare il sale, stemperando in suoni, in echi di quel mare da cui nasce e a cui torna e vuol tornare, la forza d’un canto di guerra e d’amore, che ingaggia un corpo a corpo col mondo intorno, col mondo tutto con cui vuole e sa dialogare, ricercando in esso, come in un unico grande banchetto totemico, la pelle amata.

L’autrice

Marthia Carrozzo è poetessa e attrice.

Nel 2004 collabora al Laboratorio sul Potere della Parola con Giovanni Lindo Ferretti; del 2007, la sua prima raccolta poetica, Utero di Luna (Besa), con prefazione di Alda Merini, che sin da subito, la segue nei suoi esordi poetici: «Qui le premesse sono eccellenti e ci aspettiamo che fiorisca la grande poesia».

La più recente, Pelle alla Pelle, dimore di mare e solo sensi (LietoColle, 2009). L’incontro con il teatro diviene in lei input per una ricerca poetica personale e incentrata sulla parola, sul ritmo, sulla necessità di dare corpo e respiro al verso da ripensare nella voce. Direttice Artistica di “Scripta, dei modi dello scrivere e del dire poesia”. Nel 2008 alcuni suoi testi sono stati scelti da Gabriella Rusticali, storica attrice del Teatro Valdoca, a coadiuvare originali drammaturgie. Scelta a rappresentare la Puglia per la poesia alla Biennale dei giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo, Bjcem Skopje 2009. Alcune traduzioni di suoi testi, in inglese, sono altresì presenti nel catalogo della stessa Biennale 2009: 7 gates (Electa, 2009).

Il suo ultimo lavoro di teatro-poesia è Calicanthùse, per le voci di Marthia Carrozzo, Margherita Macrì e Nabil Salameh dei Radiodervish e le musiche di Rocco Nigro.

Un suo testo – Dinuovoedinuovo – musicato e magistralmente cantato da Etta Scollo, fa parte del nuovo lavoro discografico di Etta, Cuoresenza, uscito a maggio 2011 per l’etichetta Tocadero. Attualmente, frequenta l’Accademia del Doppiaggio, con Christian Iansante e Roberto Pedicini, esplorando ulteriori possibilità della voce.

La musica

Stilisticamente eclettico, sempre teso alla sintesi delle esperienze, ispirato da una visione sincretica della vita e delle arti, Emanuele Coluccia e essenzialmente un improvvisatore. Al centro della sua ricerca vi e il desiderio di cogliere il cuore delle cose: del suono, dell’ascolto, dell’azione musicale.

Pianista, sassofonista, compositore, arrangiatore. Ha suonato professionalmente in Italia sin dal 1989, sia come leader che come ‘sideman’. Nel 1992 e nel 1993 ha partecipato a The Berklee College summer clinics a Perugia, prendendo parte a stage con Joe Lovano, Joe Zawinul, Paul Motian, Bill Frisell, John MacLaughlin, George Garzone. Nello stesso periodo ha partecipato allo Jonian Jazz Festival a Taranto (1992), all’ Eddie Lang Jazz Festival ad Isernia (1997) e all’ Estate Romana (1998). Durante Umbria Jazz 1999 ha partecipato a delle performance improvvisate con Jason Moran, Taurus Mateen, Eric Harland e Pat Metheny.

Alla fine del 1999 Emanuele si trasferisce a New York, dove suona in vari gruppi e in molti club, fra cui: Cleopatra’s Needle, Lounge 32, Kavehaz, Galapagos, Niagara, No Moore, Vivaldi, Sugar Bar, Satalla, Joe’s Pub.

E’ stato membro dell’orchestra del festival Notte Della Taranta nel 2005 e 2006. Ha collaborato con Kaus Meridionalis, Jeff Jones, Ginger Brew, Manigold, Adria, BandAdriatica,  Giuseppe Bassi, Ettore Carucci.

Nel 2006 partecipa al progetto BandAdriatica e si esibisce con King Naat Veliov e la Kocani Orkestra. E’ membro dell’Orchestra della Notte della Taranta diretta da Ambrogio Sparagna. Nel 2007 con BandAdriatica pubblica il cd “Contagio” e partecipa ad un progetto speciale all’interno della Notte della taranta festival con Eva Quartet, il quartetto solista delle Voci Bulgare.

 

Party DN3 Electronic Free Jazz con Guido Nemola, Cesare Dell’Anna e Mauro Tre

Nel discorso musicale del progetto i DN3 incrociano le strade della sperimentazione elettronica più di avanguardia: un Electro Jazz che recupera la corposità dei circuiti analogici degli anni ’70 e ’80, con quelle delle nuove frontiere del jazz, il cui sguardo spazia da oriente a occidente, ponendo massima attenzione ai linguaggi dei popoli, dai Balcani al lontano oriente, con radici saldamente ancorate all’Africa dei ritmi vitali e carnali.

 

DOMENICA 2 SETTEMBRE 2012

Massimiliano Martines “Meccanismo Estetico” tour

“Meccanismo Estetico” (Liquido Records, 2012) è il nuovo album di Massimiliano Martines. Un lavoro fortunato prima ancora della sua uscita ufficiale; le canzoni che lo compongono, infatti, hanno conquistato l’attenzione del prestigioso Club Tenco, che ha selezionato l’artista pugliese di stanza a Bologna per la rassegna “Il Tenco ascolta 2011“. Il “45 Giri Film Festival”, invece, ha inserito il brano “Mistress” tra la rosa delle canzoni su cui si sono dovuti cimentare i videomakers in concorso.

Dopo “Frottole”, album di esordio datato 2009, Massimiliano Martines da vita ad un nuovo progetto che prende spunto dall’album precedente, per evolvere in un percorso musicale e testuale più maturo e consapevole. Accantonate le atmosfere pop e messa a fuoco la scrittura dei testi, “Meccanismo Estetico” vira verso orizzonti decisamente più rock, pur attingendo alla tradizione poetica e cantautorale italiana, e non solo. Il risultato è un lavoro originale ed autentico, che guarda con coraggio e fiducia al proprio tempo, ma con un approccio pervaso da un senso generale di precarietà e da una visione caustica della realtà.
Martines affina la propria scrittura e riesce a far confluire in questo cd riferimenti lontani tra loro per linguaggio, suono e poetica: dai Led Zeppelin, ai Sigur Ros, da Bowie a Neil Young, fino al primo Vasco. Dal punto di vista letterario tante le citazioni, due fra tutte: la Marguerite Yourcenar di “Le Memorie Di Adriano”, con il brano omonimo , e il Rodari che presta la sua poesia primitiva al romantico Endrigo, riconoscibile ne ”Il Mio Universo”, canzone di speranza e leggerezza. Ironia, tenerezza e crudeltà sono le chiavi per accedere al mondo sfaccettato e colorato di Massimiliano Martines.

La produzione artistica di “Meccanismo Estetico” è stata curata da Antonello D’Urso e Vince Pastano, già collaboratori di importanti autori della scena musicale italiana come Guido Elmi, Luca Carboni, Beppe D’Onghia, Lucio Dalla, Fede Poggipollini, Barbara Cola, Grazia Verasani, etc. Hanno collaborato alla realizzazione del disco Max Messina (batteria), Daniele Chiefa (chitarra) e Fabrizio Luca (percussioni). Lo spettacolo dal vivo è caratterizzato da intermezzi teatrali che prevedono la recitazione di versi dello stesso Martines ed un suggestivo make-up realizzato dalla truccatrice salentina Ada Bandello. L’artwork del cd è opera dell’artista di origini spagnole Carlos Sanz, la parte visuale della fotografa Claudia Marini.

 

Il libro “Se non matura la spiga” di Angelo Lippo edito da Il Raggio Verde – 2011. Relatore Maurizio Nocera, storico e letterato.

Il libro

“[…] Questo suo nuovo volume ha in più, rispetto agli altri, il dono della persuasione, quel pacato passo che si conquista con la maturità. E, infatti, i versi si muovono con ritmo cadenzato e pieno, non trascurando neppure le
annotazioni antropologiche, neppure le “postille” profondamente liriche” – scrive nella prefazione Dante Maffia ponendo l’accento sulla ricerca stilistica e poetica di Angelo Lippo. Autore raffinato ha consegnato alle edizioni Il Raggio Verde le sue poesie, diverse inedite, per inaugurare una collana, “ConTesti Diversi”, dedicata alla poesia contemporanea, che avrebbe dovuto dirigere lui stesso.  Una collana legata all’urgenza della parola poetica che al di là del mero esercizio stilistico elevasse il pensiero ai contesti diversi, quelli che Rosa Luxemberg chiamava la ‘miseria quotidiana’.
“Egli è uno di quei poeti – sottolinea Maffia – che non hanno mai abbandonato le intonazioni musicali che arrivano da lontano, ma questa volta musica e pensiero si sono fusi in un amalgama perfetto. È come se Lippo avesse chiesto ad Archita e a tutti i quarantotto pitagorici della sua città di dargli la mano per riprendere quelle atmosfere lievitate di un tempo in cui magia e verità, irrazionalità e realtà trovavano accoglienza per illuminare e tenere desta la palestra del dialogo. Non c’è una sola poesia della raccolta che sia rigidamente chiusa in un alveare di diktat, anzi… le cose dette hanno una leggerezza che permette di entrare e uscire dall’assenso creando un segno autentico di libertà assoluta. Ma tutto ruota attorno a un mondo in cui a dare energie alle azioni è l’amore. Un amore mai strombazzato o gridato ai quattro venti, che sia per la famiglia, per gli amici (si notino le dediche) o per i luoghi. Su tutto splende
Taranto in un alternarsi di luci e ombre e di immagini vecchie e nuove che tra loro si fronteggiano quasi a determinare un colloquio da cui scaturisce la convinzione che forse certe misure si sono perdute…”

Il libro è strutturato in due sezioni. In Sparse sono raccolte 31 liriche, apparse negli anni su antologie e riviste: qui il poeta si racconta e racconta con levità il proprio tempo, le atmosfere tra l’eloquenza della luce che d’estate parla forte e le ombre che pesano come macigni e diluviano silenzi.

La sezione Inediti 2009-2010 contiene 18 poesie ed è aperta con una Ballata per Aligi Sassu al quale rende omaggio inserendo nel volume la riproduzione di una sua opera che, insieme a quelle di Josè Ortega e Claudio Bonichi,  impreziosiscono il libro. In esse troviamo gli inediti, appunto scritti nell’arco di un anno, un ricordo della poetessa Alda Merini e poi versi struggenti  dedicati a Taranto “tre ponti, due mari, una città”. “La mia città ha un cuore tenero/ anche se produce acciaio…”   scriveva nel poemetto Requiem bianco negli anni 70 denunciando le morti bianche dell’Italsider. Parole inascoltate, cadute nel vuoto scrive in Apatie ma Angelo Lippo non ha mai smesso di credere nel valore della parola, del verso che alimenta la battaglia e può risvegliare coscienze assonnate, piegate dal sonno delle ansie. Ha continuato a comporre i suoi versi, fino alla fine dei suoi giorni, consegnandoci con il libro Se non matura la spiga il suo credo letterario e umano.

“Io non voglio far morire la mia terra” continua ad urlare nei versi di Viltà inerti testimoniando il desiderio di proseguire nella lotta, quel restare in trincea che significa continuare a spendersi per la propria terra nonostante la speranza si faccia giorno dopo giorno “più dura”. Non a caso, il libro si chiude con la poesia Misteri del XXI secolo dove protagonista è la diossina “un’invenzione attuale che si adagia lenta – dicono – nei polmoni, bugiarda come una caramella data al bimbo per zittirlo”.

L’autore

Angelo Lippo, nato sulle rive dello  Ionio il giorno di S. Martino del 1939,   è scomparso nella sua amata Taranto il 27 agosto 2011. Diversi i suoi interessi: poesia, critica d’arte e saggistica letteraria. Nipote di carrettiere, ha sempre militato nella sua Taranto pur non negandosi diversi momenti per partecipare alla vita culturale nazionale. Negli anni ha partecipato a Convegni nazionali in qualità di relatore, nonché a manifestazioni poetiche e recital. L’inizio della carriera è fortemente segnata da un’attività pubblicistica espressa a più livelli, soprattutto su settimanali a diffusione regionale. Notevole la presenza sulle pagine de La tribuna del Salento (Lecce), Il Gazzettino dello Jonio (Siderno-Reggio Calabria), Il Giornale del Mezzogiorno (Roma), La rivoluzione liberale (Taranto), La Tribuna (Roma), con interventi di natura socio-culturale, di politica e di economia locale, anche sotto forma di inchieste ed interviste. Insolita, ma non meno importante, qualche sortita nel giornalismo sportivo, con corrispondenza locale per Il Giornale di Bergamo.

Nell’ambito delle lettere assume rilievo la presenza sui quotidiani regionali: La Gazzetta del Mezzogiorno, Corriere del Giorno, Puglia, Tempo, nonché sulle più importanti riviste di cultura nazionale: Lunarionuovo, L’Informatore librario, Spirali, Oggi e Domani, Laboratorio, Prospettive Culturali, Pietraserena, La Vllisa, Terra del fuoco, Impegno ’70, Punto d’incontro, Il Secondo Rinascimento, Quinta Generazione e decine di altre. Ha organizzato e organizza manifestazioni di ampio respiro su incarico di civiche amministrazioni.

Sul versante delle arti visive, ha firmato alcune monografie di artisti italiani contemporanei, scritti in catalogo o recensioni a rassegne d’arte, di cui soltanto una parte è stata raccolta in volume. Nel contempo tenta a più riprese una storicizzazione della pittura dell’area ionico-salentina, varando nel 1970 la rassegna Proposta ’70 (catalogo Centro Studi “Proposta” con introduzione critica di Ennio Bonea), poi Figurazione settantacinque, mostre delle quali si interessano le più qualificate riviste del settore, come Le Arti di Milano. Nel 1987, su mandato dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Taranto, organizza la mostra fotografica Obiettivo mare, nell’ambito della rassegna estiva, progetto che non passa inosservato, con degnazione sulla rivista milanese Reflex. Negli anni ’90 riprende il contatto con le arti figurative e vara alcune Rassegne: Percorsi e segnali – Arte di fine millennio nel Mezzogiorno d’Italia per il Comune di Massafra (Taranto), poi nel suggestivo scenario delle “gravine” a Palagianello (Taranto) la mostra Parole & Immagini, entrambe nel 1999, mentre nel 2000 attua il progetto itinerante Cinque percorsi dello sguardo, con tappe a Bari, Noicattaro, Castellaneta, Massafra, Grottaglie. Nel 2001 un’altra rassegna itinerante: L’immaginario silente, approdando a Palagianello, Sant’Andrea di Conza (Avellino) e Taranto, nel 2002 il progetto Un libro, una mostra, svoltosi di Atripalda (Avellino), che negli anni successivi si infoltisce di ulteriori rassegne: I colori del vino, Identità del contemporaneo, Magie Mediterranee, Arte in Salento (itinerante), Voci di frontiera (relativo volume poetico-artistico), Artisti e Briganti: questa è un’altra storia.

Sue poesie sono apparse nel tempo su moltissime riviste di letteratura italiana e straniera: Terra del fuoco, Materia, Laboratorio, Il Volto, Piccolissimo, Il Poliedro, Il Pensiero (Missouri), Il Policordo, Estuario, Italia Turistica, La Procellaria, Ghibli, e nelle pochissime occasioni in cui le presenta a concorsi, ottiene anche ampi riconoscimenti, fra i quali vale la pena ricordare: Silarus, 1970; Borgognoni, 1976; Tolentino Terme, 1978; Camposampiero, 1979; Beniamino Joppolo, 1983; Rabelais, 1999; Giovanni D’Alberto, 2000. Sue poesie sono state utilizzate da Luigi Bianco, direttore di Harta, per i progetti: Le case della poesia: poeti a cielo aperto e La strada della poesia.

 

Pubblicazioni. Opere di poesia: “Quaderno d’amore” (1963), “Tra questo e l’altro” (1976), “La carne stretta” (1979,prefazione di Marcello Venturoli), “Filo Diretto” (1982), “L’ape invisibile” (1985, prefazione di Giacinto Spagnoletti), “Caprice des Dieux” (1992), “Alfabeto del mare” (1992), “La trama oscura” (1992), “Il castagno di Martino” (1996), “La vita si scandisce limpida” (1996, prefazione di Enzo Santese), “Origini” (1997), “La morte felice” (1999), “Le sillabe del vento” (2001, prefazione di Dante Maffia), “Calice” (2002), “Fragile artificio” (2006), “Elogio dell’ebbrezza” (2009, prefazione di Luigi Scorrano), “Se non matura la spiga” (2011, prefazione di Dante Maffia); opere di saggistica letteraria e d’arte: “Armando Meoni, profilo di uno scrittore (1979), “La vigna azzurra” (1994), “Armando Meoni – La vita e le opere” (1996), “Il respiro delle mimose” (2000), “Il giardino degli dei (2001), “Il rumore dell’erba – A Sud delle incertezze: la poesia” (2003), “Puglia: un’arte di frontiera” (2005), “Il filo dell’affetto – omaggio a Giacinto Spagnoletti” (2008).

“Se non matura la spiga”, edizioni Il Raggio Verde è l’ultima sua raccolta di poesie.

Il romanzo “Antonietta De Pace. La donna dei lumi” di Rino Duma edito da Lupo – 2012. Relatore Maurizio Nocera, storico e letterato.

Il libro

Antonietta de Pace è un personaggio splendido, vivace, intrepido, intransigente; è uno spirito libero, che si batte per la propria libertà e per quella del popolo, sottomesso alle inique condizioni di vita imposte dal Borbone. È, per certi aspetti, donna selvaggia e indomita, istintiva e coraggiosa, che non si lascia imbavagliare dalle rigide regole del tempo e combatte le umilianti condizioni in cui versano le donne. Antonietta è un personaggio che riesce a scardinare mentalità retrive e ad inculcare la forza della ragione, del sentimento, del coraggio, della lotta: unici rimedi per garantire a chiunque dignità e conquistare i sacrosanti diritti alla vita. In questo romanzo storico di Rino Duma viene in luce la sua figura, pietra miliare per la nostra cultura.

Il romanzo “Rosa fresca aulentissima. Rosa salentina del XIII secolo” di Paola Pisanello edito da Zane (collana Penne sciolte) – 2011. Relatore Gino Greco, giornalista radiofonico.

Il libro

Il contrasto Rosa fresca aulentis(s)ima propone una disputa alternativa nella quale la materia dotta cede a quella erotico-popolare-giullaresca. In un rituale di corteggiamento, realisticamente concepito dall’autore, forse un salentino, Cielo dal Camo, un giovanotto cerca di sedurre una bella ragazza e, per farlo, elabora ogni possibile strategia di comunicazione erotica fatta di parole e gestualità teatrale. I due, vistosamente e reciprocamente attratti sessualmente, discutono con disinibita, vivacissima arguzia prima di giungere ad una conclusione che sarà di pieno gradimento per entrambi. Sullo sfondo, l’accennata suggestione di un centro urbano medievale tra la campagna e il mare, come tanti, ancora oggi, piccoli e grandi, in Terra d’Otranto e i riferimenti precisi all’opera legislativa e giurisdizionale di Federico II di Svevia e al ghibellinismo imperiale.

L’autrice

Paola Pisanello, già docente di Letteratura italiana e Storia, coltiva l’interesse per il Medio Evo mossa, più che da esigenze culturali, dalla ricerca di un sistema di valori propri di un’età che è stata fra quelle fruttuose dello spirito umano. “Rosa Fresca Aulentissima” fa parte di questa ricerca.

 

Il libro “Osservazione” di Patrizio Paoletti e Antonella Selvaggio, Edizioni 3P – 2011 a cura dell’ Istituto Superiore di Apprendimento. Relatore Claudio Prima.

Il libro

Con l’”Osservazione” si apre la linea dei Quaderni di lavoro di Pedagogia per il Terzo Millennio, metodo pedagogico sviluppato da Patrizio Paoletti e dalla sua équipe. Ciascun volume è dedicato ad una delle idee base sulle quali si sviluppa il sistema educativo: l’osservazione, la mediazione, la traslazione e la normalizzazione. Il quaderno si caratterizza come uno strumento operativo, sintetico ed efficace, strutturato secondo un percorso di acquisizione e stratificazione dell’idea presentata, sia attraverso l’esposizione dei contenuti teorici, che con esercizi e schede. Il presente volume sull’osservazione rappresenta la porta d’accesso all’idea di “educarsi per educare”, pilastro della Pedagogia per il Terzo Millennio, che asserisce che solo chi abbia compiuto in sé un efficace processo educativo, può essere un buon educatore per altri. Il punto di partenza è dunque l’osservazione di sé, dell’educando, della relazione educativa. Osservazione che per avere carattere di scientificità, richiede conoscenze e metodi sperimentati ed efficaci, questo è quanto il presente testo propone.

L’autore

Patrizio Paoletti (Napoli 1960) è docente di comunicazione relazionale ed è considerato tra i massimi esperti a livello internazionale di Comunicazione Relazionale. Da sempre impegnato nella ricerca didattica su metodi e tecniche per favorire lo sviluppo e la comunicazione, è fautore di un innovativo metodo pedagogico denominato Pedagogia per il Terzo Millennio®; è ricercato consulente personale e aziendale. Comunicatore di eccezionale talento, attraverso i suoi corsi e lezioni trasmette ogni anno a migliaia di persone i concetti chiave per imparare a imparare e migliorare la capacità di relazionarsi con se stessi e gli altri.

Il libro “Follie. Storie di delitti e castighi” di Alessandro Meluzzi ed. Le Marmotte – 2012 Torino. Moderano  Alessandra Bianco, giornalista e Pietro Errede, magistrato.

Il libro

Le pagine della cronaca, negli ultimi anni, si sono via via riempite di quei temi che nel giornalismo classico venivano descritte come “la nera”. Quel “sangue”, insieme ai “soldi” e al “sesso” rappresentano uno dei grandi motivi di appeal della stampa popolare di ogni tempo. Al di là della rande rilevanza comunicativa e massmediologica, riflettere sulla psicologia e l’antropologia del “male” è anche un modo per rivolgere uno sguardo attento e critico alla natura profonda dell’uomo, alle sue emozioni e motivazioni, spesso oscure e misteriose. Tratta di fatti ed eventi di cui tutti serbano il ricordo recente e che ancora spesso abitano il presente della cronaca e forniscono anche occasione e spunti di meditazione e, perché no, di Speranza. In un universo dell’animo umano, Luce e Buio coabitano in un eterno inesorabile chiaroscuro.

L’autore

Nato a Napoli il 9 ottobre 1955. Maturità classica liceo statale V. Alfieri di Torino. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Torino nel 1980 (cum Laude). Specializzato in Psichiatria all’Università di Torino nel 1984 (cum Laude).
Baccalaureato in Filosofia e Mistica presso il Pontificio Ateneo S.Anselmo di Roma nel 2002. (Magna cum laude). Iscritto all’Albo degli Psicologi della Regione Piemonte, elenco psicoterapeuti, e come psicoterapeuta medico all’elenco dell’Ordine dei Medici di Torino. Docente di Genetica del Comportamento Umano (Scuola di Specializzazione 
in Psicologia Clinica – Università di Siena) e di Salute Mentale Università di Torino (Corso di laurea in Scienze Infermieristiche). Direttore Scientifico della Scuola Superiore di Umanizzazione della Medicina. (ASL 18 Alba Bra/ASO Molinette) Regione Piemonte. Consulente del Comune di Torino per il Settore Minori non accompagnati e a rischio. Presidente della Cooperativa Sociale “Agape Madre dell’Accoglienza” 
Onlus – Comunità di Albugnano (At) e Torino per il trattamento della disabilità mentale 
e della marginalità sociale. Direttore Sanitario di Comunità Psichiatriche accreditate S.S.N. a Calamandrana (At) 
e Castelrocchero (At), e Coordinatore Psicoterapeutico comunità per minori a 
rischio e patologici. 
“Agape” di Castelboglione (At), Cavagnolo (To) e Montiglio (At). Responsabile Sanitario Cooperativa Sociale per il Trattamento della Disabilità
“Comunità Elsa” Onlus – Canelli e Castelnuovo Belbo (At). Collaboratore della Comunità Incontro di Don Pierino Gelmini per il trattamento 
del disagio giovanile e della tossicodipendenza. Direttore Scientifico dell’ARPA (Associazione Ricerca Psicosi e Autismo) – Roma. Vice Presidente Nazionale AIMAC (Associazione Malati di Cancro Parenti e Amici). Già membro della Commissione dell’Ordine dei medici per l’elenco degli Psicoterapeuti. Già ricercatore presso il laboratorio di Henry Laborit all’Hopital Boucicaut.

Intervista radiofonica ad Antonio Mercurio – fondatore dell’antropologia personalistica esistenziale e della Sophia University of Rome (S.U.R.) – con proiezioni di alcune immagini dell’Odissea (Rai) a cura di Annalisa Montinaro. Presenta Annalisa Montinaro, editrice.

Il pensiero

Antonio Mercurio è un maestro di vita, umile e grande. E’ un maestro contemporaneo che da oltre quarant’anni propone un modo nuovo di essere uomini.

Il suo pensiero consiste in una profonda ricerca umanistica, filosofica, cosmologica ed esistenziale che coglie il valore dell’uomo in tutta la sua volontà di sviluppare un sapere globale e unificante, capace di creare una forma di vita che produca bellezza immortale. L’antropologia di Mercurio non parla “sull’uomo” ma parla “dell’uomo”. Cioè non parla di ciò che ha fatto l’uomo o come si esprime ma parla di ciò che è l’uomo e di ciò che può essere. E’ una visione in cui la teoria si incontra con la realtà del mondo interno dell’uomo, attraverso i vissuti, l’esperienza personale, un’esperienza “coinvolta e proponente” che emerge come acqua sorgiva dalla fonte di ogni vita umana. Pertanto il senso che si può sviluppare da ogni esperienza può condurre ad un atteggiamento che non è mai assoluto e definitivo ma sempre rigenerante e audace in riflessioni trasformative.

Il pensiero di Mercurio esorta ad uno sguardo  sferico della Vita e dell’uomo, cioè ad una visione capace di contenere e di produrre globalità. Una visione della vita priva di contrari che possono limitarla o arrestarla.

Il pensiero di Mercurio parte da una Teoria Personalistica che si apre gradualmente nell’ Antropologia Personalistica Esistenziale (1970). Attraverso codesta teoria articola una scienza sull’uomo (Antropologia), uomo visto come persona cioè soggetto attivo del suo divenire (Personalistica), totalmente aperto e collegato all’esistenza dell’intera realtà (Esistenziale).

Nel 1978, Mercurio è ideatore e fondatore della S.U.R. (Sophia University of Rome). Pone attraverso il termine PERSONA il cardine in cui si sviluppa una mappa concettuale articolata  partendo dall’Antropologia Personalistica Esistenziale evolvendosi nella Sophia-Analisi a cui fa seguito  la  Sophia – Art  sino a giungere  alla Cosmo-Art.

L’impianto dell’Antropologia Personalistica Esistenziale si proponeva di avere come risultato  una fusione delle quattro prospettive dalle quali l’umanità aveva cercato di osservare la realtà: la Religione, la Filosofia, la Scienza e l’Arte. Una convergenza del molteplice. Questo intero impianto è stato per tappe successive, assorbito ed impreziosito dalla SOPHIA-ANALISI (un  metodo di indagine introspettiva che attraverso l’analisi permette di ripercorrere la propria storia, risanare le ferite, unire l’Io cosciente dell’uomo con il suo inconscio, assumersi la responsabilità della propria vita), la SOPHIA-ART (l’intuizione mercuriana trova nell’arte del vivere, secondo la propria  saggezza, la risposta creativa al dolore di vivere, impegnandosi a  vivere non  da “artisti”, fuori dalle righe, eccentrici, in una visione scissa della vita  ma unificati, interi, capaci di mettere insieme luci e ombre, fondere gli opposti e rendere la propria vita un’opera d’arte in un’inedito possibile), la COSMO-ART (l’IO Artista della Sophia -Art  viene esortato a fare un’opera d’arte non solo nella propria vita ma nello spazio della Vita dell’Universo, grazie alla sua nuova visione, la Cosmo-art dice che il dolore è una forza cosmica la quale serve per creare).

Una visione dell’uomo quindi che dialetticamente incontra se stesso e si relaziona con un Tu in una circolarità di amore (che include l’elaborazione dell’odio), per diventare PERSONE  e Artisti della propria Vita e partecipare creativamente alla Vita dell’Universo. PERSONA è colui che è capace di amarsi, di amare e di essere amato in una circolarità di apertura e trasformazione che umanizza il percorso di ogni esistenza. Anche per l’importanza della dualità il pensiero di Mercurio approfondisce (tra le arterie dell’essere Persona) la relazione  di coppia, reale o immaginata, desiderata o  sofferta per creare nello spazio della relazione una nuova opportunità di trasformazione  e di crescita.

L’ instancabile operosità del Maestro insieme alla preziosa compagna Paola Sensini Mercurio,  rende la sua scienza, da oltre quarant’anni un’esempio di rara umanità.

L’autore

Antonio Mercurio è nato a Messina nel 1930. Ha studiato nelle università di Messina, Bruxelles e Parigi. È fondatore e direttore dell’Istituto di Psicoterapia Analitica di Roma. È fondatore e presidente della Sophia University of Rome (SUR). È creatore della Sophia-analisi, della Sophia-art, della Cosmo-art e della Antropologia Personalistica Esistenziale. È stato il primo in Italia ad organizzare congressi e seminari sulla vita prenatale. Ha organizzato numerosi congressi di psicoterapia e di antropologia in ambito nazionale ed internazionale. È autore di “Amore e Persona”, “Teoria della Persona”, “Amore, Libertà e Colpa”, “Metapsicologia Personalistica e Antropologia Esistenziale”, “Ipotesi su Ulisse”, “La vita come dono e come opera d’arte”, ed altri ancora.

 

“Guida Salento KM0” di Autori Vari, a cura dell’editore Cosimo Lupo. Relatore dott. Giuseppe Serravezza, oncologo.

Il libro

Si tratta di una pubblicazione che affronta temi cruciali della modernità come alimentazione, ambiente, agricoltura, attraverso un viaggio nel Salento sostenibile. Vengono raccolte le esperienze delle aziende agricole e dei produttori che praticano l’agricoltura biologica, biodinamica o sinergica e che vendono i loro prodotti direttamente in azienda, a “chilometro zero”. Questo affascinante viaggio offre uno spaccato di quelle esperienze che operano per la tutela e la salubrità del territorio, non solo in termini di produzione, ma anche di distribuzione: i G.A.S., Gruppi di Acquisto Solidale, attivi in provincia di Lecce, che promuovono un consumo consapevole, attento all’ambiente, alla salute e anche all’economia locale. Ma se queste esperienze possono considerarsi in un certo senso un’avanguardia, l’identità salentina affonda le radici anche nella sua grande e ricca storia agricola. Il viaggio di “Salento Km0” si ferma dunque a riflette sulle nostre “radici alimentari”, addentrandosi in una ricerca agro-archeologica e antropologica sulle antiche varietà vegetali selezionate nel Salento e per il Salento dai nostri antenati, attraverso centinaia di anni di osservazione, selezione e conservazione. Il motore di queste esperienze è una forte volontà di ri-significazione del mondo rurale, attraverso la nascita e l’affermazione di rapporti nuovi tra campagna e città e nuove relazioni comunitarie di reciprocità e orizzontalità. Una Guida rivolta a tutti coloro che cercano prodotti di qualità e a chiunque sia interessato alla conoscenza e alla tutela ambientale e del proprio territorio.

“Alessia e le sue tenebre” di Giacomo Balzano edito da Besa – 2012. Relatrice Alessandra Bianco, giornalista.

Il libro

Alessia e le sue tenebre racconta di destini che si incrociano due volte a distanza di venticinque anni: quello di Alessia Simoni e di Gianni Bardi. Nella cornice di Bari e del suo mare i due ricuciono ferite ancora aperte, nel ruolo di analista il primo e di paziente la seconda. Il ricordo comune di un’esplosione in un autogrill in cui Alessia bambina perse la madre, e che Gianni, allora ventenne, riuscì a schivare per pochi minuti, consente ai due di arginare finalmente gli scogli passati del dolore e di ricercare la loro serenità e le vie adatte per conseguirla. Vie che nel romanzo sono illustrate con immagini di volta in volta leggere, poetiche, aggressive, cariche di nostalgia ma anche di
calda speranza, che toccano in profondità il cuore del lettore.
L’autore

Giacomo Balzano, psicoanalista adleriano, è nato a Bari nel 1959, dove tuttora vive. Ha pubblicato quattro saggi: “Disagio Giovanile: storie di cambiamenti” (1998); “Giovani del Terzo Millennio” (2005), vincitore del Premio Internazionale di saggistica “Città delle Rose”;I nuovi mali dell’anima. Il Disturbo Borderline e Narcisistico negli adolescenti (2007); “Oltre il disagio giovanile. Strategie di prevenzione e recupero”
(2009). “Alessia e le sue tenebre” è il suo primo romanzo.

Romanzo “Tanto già lo sapevo” di Loredana De Vitis pubblicato dall’Autore nella collana La community di ilmiolibro.it. Relatrice  Francesca Lamberti, ordinaria di Diritto Romano all’Università del Salento.

Il libro

Questa è la storia di Anna.

Anna che vive con Pat e poi con            Alberto.

Anna che poi lascia           Alberto e se  ne va  da Cristina.

Anna che poi           conosce Fabio e poi torna           a casa.

Anna che poi cambia casa          e conosce Bathie.

Anna che poi lascia           Bathie e poi  e poi.

Poi, finalmente, succede qualcosa.

Succede che           Anna capisce          cos’è  l’amore: cos’è l’amore per lei.

L’autrice

Loredana De           Vitis (Lecce, 1978) ha scritto “storie d’amore inventato” (ilmiolibro, Roma 2010)        e “rossella e andrea. E Rossella e Andrea” (vincitore   Subway-Letteratura 2011,  Subway edizioni, Milano 2011). Ha ideato e coordina il progetto           multidisciplinare internazionale contro gli   stereotipi sulla bellezza femminile “io  sono   bellissima”.

“Tanto già lo sapevo” è il  suo primo romanzo. Blog:           www.loredanadevitis.it Facebook: www.facebook.com/loredanadevitis Twitter:            http://twitter.com/loredanadevitis

 

Romanzo “L’avvocato del re” di Maria Serena Camboa edito da Lupo – 2011. Relatore Salvatore Cosentino, procuratore reggente a Locri.

Il libro

Non sono certo intuito ed ambizione a mancare a Martina Borghesi, giovane avvocato del Foro leccese, segnata da una traumatica esperienza che la lega contraddittoriamente al brillante Teodorico Fuortes. Quando la bellissima Cinzia viene trovata cadavere nella fangosa campagna salentina, ad essere accusato del delitto è il fidanzato Giacomo, perfetto capro espiatorio. Chiamata ad assisterlo da Fuortes, Martina scopre presto che nulla è come sembra: oscure ingerenze viziano le indagini, mentre un’accesa campagna elettorale suscita inimicizie e sospetti incrociati. L’avvocato viene a conoscenza di scottanti risvolti della vita locale che la guidano verso una verità terribile e devastante. Un legal thriller all’italiana in cui si intrecciano giochi di potere, introspezioni psicologiche, cinico arrivismo e il sogno del grande amore.

L’autrice

Avvocato cassazionista, si occupa in prevalenza di diritto bancario e dei mercati finanziari. In campo accademico e professionale ha scritto numerosi articoli e saggi: “Il nuovo reato di usura: dallo stato di bisogno al tasso di soglia”, in Quaderni di ricerca, Dipartimento Studi Giuridici, Università degli Studi di Lecce, 1997; “La riforma del reato di usura”, in Rivista del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d’Appello di Lecce, n. 1/98; “Ancora sulle società professionali: una questione dibattuta”, in Rivista del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d’Appello di Lecce, n. 4/98; “I patti parasociali alla luce della disciplina dettata dal Testo Unico della Finanza”, in Quaderni di ricerca, Dipartimento Studi Giuridici, Università degli Studi di Lecce, Lecce, n. 12, 2001; “Le indagini in banca, cosa resta del segreto bancario?”, in Rivista del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d’Appello di Lecce, n. 1/02.
L’avvocato del re è la sua prima opera di narrativa.

Installazioni degli artisti:

Sandro Marasco

Marasco Sandro nasce in provincia di Lecce nel 1973. Dopo aver frequentato l’istituto statale d’arte, si diploma all’Accademia di belle arti di Urbino nel 2001.

“Vive” e lavora a Lecce

Fabio Mazzola

Fabio Mazzola nasce a Bari il 25 settembre 1980, consegue il diploma presso l’Istituto Statale d’Arte “Pino Pascali” di Bari. Attualmente vive e lavora a Bari.

2012

– “Intro.”, mostra personale, a cura di Sante Cutecchia, Giovanni Matteo e Caterina Striccoli, testo critico di Giovanni Matteo, Majazzin House Gallery, Altamura (BA).

– “Pesce d’aprile. Una mostra a far male!”, da un’idea di Iginio Iurilli, a cura di Roberto Lacarbonara, Galleria BLUorG, Bari.

– “Pausania secondo terzi”, mostra personale, a cura di Lorenzo Madaro, Galleria HEA 180, Lecce.

 

2011

– “The Last Low Show”, mostra collettiva, a cura della galleria I Low Art, Bari.

– “They hate us for our freedom”, mostra collettiva, a cura di Claudia Giordano e Giuseppe Racanelli, C.S.O.A. Mercato Occupato, Bari.

– “Tracce”, mostra colletiva, testo di Francesca De Filippi, Spazio Bellezza Orsini (Otium Teatro), Bologna.

– [Contemporanea] – III edizione, mostra colletiva, a cura di A&A – Art e Ars Gallery,

LECCEARREDO-DESIGN c/o quartiere fieristico Galatina, Lecce.

– “Le Dernier Restaurant – osservatorio del cibo contemporaneo”, a cura di Grazia De Palma, Galleria BLUorG, Bari.

-“FOOD for BRAIN”, Contemporary Art Event, mostra colletiva, a cura di A&A – Art & Ars Gallery, Galatina (LE)

– “quattroXquattro”, mostra collettiva, a cura di Mirella Mazzarone con testo critico di

Maria Vinella, Castello medievale – sala dei reperti archeologici, Massafra (TA).

– “Distopie”, mostra collettiva, a cura di Giuseppe Bellini, Galleria BLUorG, Bari.

2010

– [Contemporanea], mostra collettiva, a cura di A&A – Art e Ars Gallery, LECCEARREDO-DESIGN c/o Lecce Fiere, Lecce.

– “Contemporary Christmas”, mostra collettiva, a cura della galleria I Low Art, Bari.

2009

– “Bitonto Art Festival 2009”, esposizione collettiva di pittura, scultura e installazioni, a cura di Lara Carbonara, Lucrezia Naglieri e Pierfrancesco Uva.

2008

– “Nuova Voce”, esposizione colletiva di pittura, scultura e installazioni, fondazione

Giorgio Correggiari, Fiera del Levante, Bari.

Massimiliano Manieri

Massimiliano Manieri (1968) è scrittore e performer. Il luogo poetico è per lui, volta dopo volta, un coacervo capace di miracolo ove realizzare ipotesi poetiche che traslano dallo scrittura, alla video-art, all’installazione, all’esperienza del visitatore in primis…
dove il visitatore ora è parte integrante ed inalienabile della performance.
Massimiliano catalizza volta per volta una sorta di puntellamento verso i secchi rami del vivere, dove le mutazioni antropomorfe prendono il posto della quieta routine.
Facendosi domande sempre più tese all’origine del noi ed al senso insito in questo.

Romano Rizzo + Francesco Cuna

Francesco Cuna nasce il 3 ottobre del 1978 a Galatina (LE), dove si diploma all’ Istituto d’ Arte in grafica pubblicitaria e fotografia nel 1997. Nel 1998 si trasferisce a Bologna per frequentare l’ Accademia di Belle Arti arrivando ad esporre alla Galleria d’ Arte Moderna di Bologna prima di diplomarsi in pittura nel 2005. Successivamente (2006) è a Marseille in Francia dove entra in contatto con l’ attività artistica locale esponendo i propri lavori presso l’ Ecole des Beaux Arts. Nel 2007 è chiamato negli Stati Uniti d’America a realizzare un affresco di grandi dimensioni all’ interno del “The Prizery Museum” Art Center of South Boston (VA) per celebrare il 400esimo anniversario dei primi insediamenti Europei nell’ ambito del progetto “Virginia 2007 Italy rediscover America” commissionato dal Virginia Museum and Virginia Commission by Art di Richmond.

“Il percorso artistico di Cuna si incentra sul ruolo della pittura nella Contemporaneità, una pittura che continua ad intrecciarsi con il passato e che affonda le sue radici nella tradizione pittorica.

I personaggi o gli oggetti rappresentati sono come calati in una atmosfera sospesa, austera, drammatica, di struggente poesia che si compone di pochi elementi. La scelta dei soggetti, dice  l’artista, “ risponde ad un’unica necessità, quella di trovare una sintesi alla propria esperienza personale”, Il silenzio prevale nelle sue tele, con le sue diverse risonanze emotive,  impressionante e solenne o addirittura insopportabile, attribuendo all’ immagine un senso di mistero.” Lavora a Cutrofiano (LE).

 

Mostra collettiva d’arte “Ozio” a cura di Lorenzo Madaro + Performance a cura degli artisti in mostra (ART and ARS Gallery)

L’ozio di Hernàn Chavar, Francesco Cuna, Salvatore Masciullo, Giovanni Matteo, Fabio Mazzola, Emanuele Puzziello, Patrizia Emma Scialpi, Francesca Speranza, Domenico Ventura e Zweisamkeit. Dieci nomi che ne raccontano la propria “esperienza”, ciascuno attraverso il proprio linguaggio espressivo, la propria sensibilità e la propria tecnica. I dieci consolidati artisti contemporanei sono stati invitati a riflettere, talvolta insieme, attorno alle declinazioni di ozio, con opere – dipinti, installazioni, fotografie – concepite ad hoc o con lavori già compiuti la cui cura è stata affidata a Lorenzo Madaro.

Polymorphic Jazz

Michele Sambin/Emanuele Coluccia/Roberto Gagliardi

 

Tre sassofonisti, polistrumentisti e artisti visuali, in una performance che, partendo dai tre strumenti ad ancia, si apre, come un fiore dai mille petali e mille colori. Le mani e le bocche si muovono e si staccano dai sassofoni per andare al altri strumenti, ad altri suoni. Tromba, violoncello, clarinetto basso, armonium, pianoforte, kalimbe, campane, percussioni, mentre sui muri d’intorno i colori invadono le pieghe e gli angoli, il buio diventa luce, una mano invisibile traccia forme e intonazioni cangianti. L’occhio si alza, il collo si inarca, la mente e l’orecchio si apre al suono.

 

You Must believe in Jazz

Mauro Tre/Antonio Vantaggiato

 

Antonio Vantaggiato è un ragazzo giovanissimo, diciannovenne, vive a Lequile. E’ minuto, con un paio di occhiali con le lenti spesse. Le mani sottilissime. Suona il contrabbasso. Ha un amore smisurato per Bill Evans, e per il suo contrabbassista più rappresentativo, Scott La Faro. Questi i suoi due fari, le sue due guide sentimentali e musicali. Un suono sullo strumento, un fraseggio e una interpretazione quindi rari e inconsueti nel panorama attuale. Una autentica promessa della scena jazzistica nostrana. Per questo è naturale che con il pianista Mauro Tre affrontino ed interpretino il repertorio evansiano, nella sua forma più intimista, il duo piano/contrabbasso. Dopo la presentazione del duo nell’ultimo Locomotive Jazz Festival, nel quale hanno aperto la serata clou del concerto di Eugenio Finardi, una ulteriore opportunità di ascoltare un jazz raffinato, emozionante e coinvolgente.

 

Mesimér” di Admir Shkurtaj prodotto e pubblicato da AnimaMundi edizioni – luglio 2012. Presentazione in prima nazionale. Presenta Marco Leopizzi, critico musicale, AnimaMundi.

 

 

 

 

Il film “Italian Sud Est” di Fluid Video Crew AnimaMundi edizioni (II ed.) luglio 2012. Presentano  Maurizio Buttazzo, soggettista, e Biagino Bleve, uno dei personaggi.

A dieci anni dalla sua realizzazione torna in dvd Italian Sud Est, il docu-western della Fluid Video Crew, girato nel Salento, lungo le linee delle Ferrovie del Sud Est, uscito al cinema e presentato in numerosi festival nazionali e internazionali (Venezia, Los Angeles, Istanbul, Pesaro e tanti altri). Un cult del cinema indipendente.

La nuova vita editoriale è a cura di AnimaMundi in collaborazione con Fluid produzioni. Un prezioso cofanetto in carta riciclata, con il libretto che ospita interventi degli stessi autori e di Franco Cassano, Goffredo Fofi, Silvana Silvestri, Mauro Marino, Tommaso Didimo.

Sinossi

Italia. Salento.

Venti personaggi fuori dall’ordinario percorrono la provincia di Lecce a bordo dei treni  della mitica ferrovia del Sud Est. Tre giorni di vite, racconti, speranze. Un affresco corale e onirico lungo la storia e i luoghi di una terra in perenne transito, in un viaggio delirante e poetico tra modernità e tradizioni, nord e sud, realtà e finzione.

Fluid Video Crew

Sotto questo nome collettivo hanno agito un gruppo di attivisti, autori, registi, fotografi e produttori indipendenti. Il nucleo principale composto da Davide Barletti, Edoardo Cicchetti, Lorenzo Conte e Mattia Mariani ha realizzato dal 1995 al 2010 oltre 50 opere. Hanno prodotto reportage di informazione, documentando la scena culturale nazionale e internazionale. Hanno realizzato video installazioni, film e documentari.

Rassegna stampa

«Il treno, da un paese all’altro, con i suoi addetti e i suoi ospiti, è il soggetto del film, e non è un treno qualsiasi, ma una sopravvivenza d’altri tempi e d’altri ritmi – di un altro rapporto col tempo. Qualcosa è tuttavia cambiato, e la bizzarria dei personaggi, come d’altronde era per Fellini, è anche la spia di una nevrosi, di una difficoltà di adattarsi, di una imperfetta adesione all’ambiente e ai suoi valori, sotterraneamente, ma non troppo sotterraneamente, assediati da una cattiva modernità». (Goffredo Fofi)

«S’intrecciano così storie di follia, di fedeltà alla terra, di poesia e di dolore, lungo le linee di una ferrovia che narra a bordo delle sue rotaie il lento girare del Salento su se stesso. Da questo disordine e da questo ritornare della storia su se stessa, un moto che viene riassunto dalle tre epigrafi del film, (di Fellini, Bene e Fascetti) emerge non il Salento delle comunità danzanti, ma una terra in cui proprio la lentezza e la posizione di frontiera, con il loro disordine organico, ritornano ad essere una forma singolare di ricchezza, oltre l’inferno del mondo omologato e funzionante».

(Franco Cassano)