Conversazioni in Accademia

 

Il decano dei critici italiani ospite d’onore a Lecce. L’incontro nell’ambito di Conversazioni in Accademia si è svolto lo scorso 27 ottobre

Conversando con Gillo Dorfles

di Antonietta Fulvio

 

 

“Non una noiosa lectio magistralis, ma un dibattito aperto con il pubblico. E Gillo Dorfles ha mantenuto la parola, dall’autorevolezza e la straordinaria esperienza di vita il professore ha letteralmente affascinato allievi, docenti, operatori culturali intervenuti sabato 27 ottobre nella sala conferenza dell’Accademia di Belle Arti di Lecce per l’ultimo incontro in programma incentrato sull’attualità dell’Arte.

Un’atmosfera di evidente commozione ha aperto l’incontro con la consegna della medaglia cesellata a mano dallo scultore Salvatore Spedicato recante il logo dell’Accademia al decano dei critici italiani che ha formato generazioni di critici e studenti che volendo ripetere le parole di  Toti Carpentieri – deus ex machina del ciclo di incontri-  “rappresenta un appuntamento con la storia e il fulgido esempio di una felice intersezione tra arte e scienza”. In una breve e significativa premessa, Gillo Dorfles ha insistito sull’impossibilità di definire l’arte che è sempre qualcosa di misterioso, imprecisabile e indecifrabile”.

Nel susseguirsi delle domande e degli interventi, si è chiamato in causa il professore chiedendo il suo parere sulle Biennali, lui che ne ha viste ben 40 non ha edulcorato il suo pensiero a riguardo “le ultime Biennali hanno fatto rimpiangere quelle realizzate in passato” puntando il dito sulla competenza di chi è chiamato a scegliere. Senza usare mezzi termini, Dorfles ha bacchettato tanto gli artisti “che non sanno essere critici di se stessi” , tanto i critici “ non tutti hanno la competenza necessaria per poter giudicare il lavoro di un artista”

E, dulcis in fundo, il mercato orco o fata da cui prendere le distanze perché se è vero che un tempo, quello di Leonardo  o di Michelangelo, l’artista creava il mercato oggi che non esistono più veri mecenati è difficile che l’artista riesca a crearlo.