“Brecht Dance”, dal web al teatro in scena le storie degli ultimi

Sulla piattaforma produzionedalbasso, parte il finanziamento alla realizzazione dello spettacolo della compagnia nO il cui debutto è previsto per febbraio

Antonietta Fulvio

Nato durante lo stato di pandemia all’interno di “Atlantide”, “Brecht Dance” si pone l’obiettivo di diventare uno spettacolo teatrale e chiede per questo il sostegno di chi ama e crede nel teatro. Un teatro che si occupa della gente e che nel solco della poetica di Brecht dà voce agli ultimi, agli emarginati. Durante il lungo periodo di isolamento dovuto al Covid 19, una comunità di artisti si sono incontrati su piattaforme web, diventate agorà virtuali dove interrogarsi sul senso del proprio lavoro.


Partita sul sito produzionidalbasso, la campagna ideata dagli attori Elena Gigliotti, Dario Aita e Daniela Vitale, è finalizzata alla realizzazione dello spettacolo “Brecht Dance” che nasce come una pillola di senso, un’azione artistica in un tempo e uno spazio vivo, del quotidiano; una docu-performance, una terapia urbana collettiva. Perché Brecht? Ce lo spiega l’attrice Elena Gigliotti, formatasi alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova, interprete di Napoletango, con la regia di Giancarlo Sepe, Il mercante di Venezia di Shakespeare, Il bugiardo di Goldoni, La Lezione, di Ionesco, Don Giovanni di Moliere e nell’ Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni con la regia di Valerio Binasco, solo per citare alcune produzioni teatrali, dal 2009 è parte costituente di nO (Dance first. Think later.). Regista e coreografa, l’abbiamo apprezzata anche in tv nella serie televisiva Bang Bang Baby con la regia di Michele Alaique, e sul grande schermo nei film Il Giorno e la Notte di Daniele Vicari e il prossimo anno la vedremo vestire i panni di Carmen protagonista de L’invenzione della neve di Vittorio Moroni.
«Perché Brecht si interessa degli ultimi, ci racconta degli ultimi, di persone che oggi non hanno la possibilità di essere viste ed ascoltate. Intervisteremo anziani, persone senza fissa dimora, detenuti, gente considerata folle al fine di creare uno spazio di condivisione e identificazione con ciò che è apparentemente diverso da noi, incomprensibile.»
Il teatro incontrerà storie di varia umanità con un unico filo rosso che, attraverso il linguaggio della parola poetica e della gestualità della danza, affronterà il tema della memoria autobiografica, il presente e la paura, il sogno… attraverso le interviste e le voci di altre persone che racconteranno la loro verità, la loro storia.
«Facendo leggere le poesie di Brecht alle persone daremo al suo metodo un nuovo significato, le parole poetiche lette da una persona comune acquisiscono un valore importantissimo- spiega la stessa Elena Gigliotti che aggiunge – in scena ci sarà una sola performer Daniela Vitale che racconterà queste voci, e interpretandole testimonierà ciò che ha visto, e ascoltato e i suoi occhi saranno gli occhi del pubblico che entreranno nelle vite di queste persone.»
La parole “Dance” unita a Brecht acquista un preciso significato «perché il progetto della compagnia nO – spiega l’attrice Daniela Vitale- nasce dalla necessità di lavorare con il corpo in scena e per noi la danza è anche qualcosa di onirico che ci riporta al sogno al di fuori della quotidianità».
Nato nel difficile periodo della pandemia, la Compagnia nO si è dato l’obiettivo di riportare il teatro in mezzo alla gente, infatti il progetto è nato per i cortili. Brecht Dance, il cui debutto è previsto per febbraio, è nato per la gente e per questo motivo vuole essere un progetto finanziato a partire dal basso e sulla piattaforma https://www.produzionidalbasso.com/project/brechtdance/ si potrà decidere di sostenerlo liberamente. Il finanziamento è finalizzato alla realizzazione di scene e costumi, del fondo per la circuitazione dello spettacolo e delle ricompense per i sostenitori e le sostenitrici, per il materiale fotografico necessario per un’installazione fotografica nello spazio teatrale da visitare prima dello spettacolo oltre che alla retribuzione in termini di cachet e oneri contributivi delle persone coinvolte nel progetto artistico a difesa del riconoscimento del loro lavoro.«Perché Brecht si interessa degli ultimi, ci racconta degli ultimi, di persone che oggi non hanno la possibilità di essere viste ed ascoltate. Intervisteremo anziani, persone senza fissa dimora, detenuti, gente considerata folle al fine di creare uno spazio di condivisione e identificazione con ciò che è apparentemente diverso da noi, incomprensibile.»
Il teatro incontrerà storie di varia umanità con un unico filo rosso che, attraverso il linguaggio della parola poetica e della gestualità della danza, affronterà il tema della memoria autobiografica, il presente e la paura, il sogno… attraverso le interviste e le voci di altre persone che racconteranno la loro verità, la loro storia.
«Facendo leggere le poesie di Brecht alle persone daremo al suo metodo un nuovo significato, le parole poetiche lette da una persona comune acquisiscono un valore importantissimo- spiega la stessa Elena Gigliotti che aggiunge – in scena ci sarà una sola performer Daniela Vitale che racconterà queste voci, e interpretandole testimonierà ciò che ha visto, e ascoltato e i suoi occhi saranno gli occhi del pubblico che entreranno nelle vite di queste persone.»
La parole “Dance” unita a Brecht acquista un preciso significato «perché il progetto della compagnia nO – spiega l’attrice Daniela Vitale- nasce dalla necessità di lavorare con il corpo in scena e per noi la danza è anche qualcosa di onirico che ci riporta al sogno al di fuori della quotidianità».
Nato nel difficile periodo della pandemia, la Compagnia nO si è dato l’obiettivo di riportare il teatro in mezzo alla gente, infatti il progetto è nato per i cortili. Brecht Dance, il cui debutto è previsto per febbraio, è nato per la gente e per questo motivo vuole essere un progetto finanziato a partire dal basso e sulla piattaforma https://www.produzionidalbasso.com/project/brechtdance/ si potrà decidere di sostenerlo liberamente. Il finanziamento è finalizzato alla realizzazione di scene e costumi, del fondo per la circuitazione dello spettacolo e delle ricompense per i sostenitori e le sostenitrici, per il materiale fotografico necessario per un’installazione fotografica nello spazio teatrale da visitare prima dello spettacolo oltre che alla retribuzione in termini di cachet e oneri contributivi delle persone coinvolte nel progetto artistico a difesa del riconoscimento del loro lavoro.