Nell’atelier dell’artista

Dal 18 al 31 Luglio al P.Art di Galatina la mostra personale

 

Tra tele e resine la ricerca  intimista di Fabrizio Fontana

di Monica Lisi

Incontro l’artista Fabrizio Fontana nel suo studio circa un mese fa.  Entro in una dimensione fantastica, la sua, fatta di grandi tele anni 90 che raccontano ironicamente la religione e la religiosità, con santi e santini ridisegnati, un vortice  di arte Pop costruita  dopo il millennium attraverso piccoli e grandi giocattoli di plastica, dalle sorpresine kinder alla famosissima Barbie. Fontana gioca da decenni. Gioca sui significati attraverso una ludica trasformazione della realtà, gioca sul serio quando con questa nuovissima produzione ci fa riflettere su dove stiamo andando. E da dove veniamo. 

Ancora si sente qui in studio l’odore penetrante della resina che sta usando per le sue nuove tele, quasi tutte dello stesso formato.

Gli chiedo di non raccontarmele, di non dirmi nulla, di lasciarmi sola con loro per un attimo. Le scruto dopo averle odorate, le leggo nelle parti calligrafiche perché ci sono, realmente. Aiutano forse nella lettura,  ci dicono come un rebus dove andare a completare, come interpretare. Ora Fontana  si mette a nudo, non gioca di giochi scintillanti, psichedelici, esuberanti. Gioca  abbassando le luci, calibrando la materia, lucidando e fendendo con il pennello la strada che da ora in poi è destinato a seguire. Quella della ricerca intimista, quella che si domanda dove andremo con la crisi economica imperante, dove l’uomo si rifugerà  a ritrovare il senso della propria esistenza. Le sue tele, mai impermeabili, mai  inscrutabili, arrivano dritte allo sguardo nonostante siano state da lui messe sotto teca, la resina appunto. Un lucido che non esalta e non sottrae ma serve  forse a sperimentare nuove vie, nuove soluzioni formali e stilistiche.

Fontana ci dice “Un analgesico per l’emicrania, una coppia di dadi e le mie pantofole blu sono tutto ciò di cui adesso ho bisogno” titolo della sua personale presso il P.art a Galatina, dal 18 al 31 Luglio rappresentato da Art and Ars Gallery ed  a cura di Lorenzo Madaro. Ma noi non ci crediamo. Fontana ha bisogno di dipingere e quella necessità impellente e impetuosa ci regala un lavoro denso ed intenso. Perché come ci dice il grande poeta R.M.Rilke  “Una opera d’arte è buona, s’è nata da necessità”.