una mostra sentimentale su Ezechiele Leandro

Da venerdì 28 febbraio a domenica 16 marzo nel Museo d’arte contemporanea di San Cesario di Lecce

LA STANZA DI EZECHIELE

 

Da venerdì 28 febbraio a domenica 16 marzo le sale del Museo d’arte contemporanea del Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce ospitano La stanza di Ezechiele, una mostra sentimentale su Ezechiele Leandro a cura di Lorenzo Madaro e con il contributo di Luigi Negro. L’appuntamento è organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di San Cesario di Lecce con il patrocinio di Ministero per i Beni e le Attività culturali, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Accademia di Belle Arti di Lecce, Osservatorio di Outsider art dell’Università di Palermo e Ammirato Culture House di Lecce in collaborazione con Maison de Créatif di Mariangela De Carlo. In contemporanea sarà possibile proseguire il percorso del progetto espositivo presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, nel cui chiostro è esposta in permanenza un’importante scultura dell’artista.

Artista visionario, eclettico e curioso, Ezechiele Leandro recentemente è stato al centro delle attenzioni dei media più per gli incresciosi fatti di cronaca che hanno riguardato il suo Santuario della Pazienza (costituito da centinaia di sculture antropomorfe concepite con materiali di risulta nel giardino attiguo alla sua casa di San Cesario), che per la straordinaria vicenda artistica che lo ha visto protagonista fino al 1981, anno della sua scomparsa.

Il Comune di San Cesario ha così deciso di ordinare una sua mostra retrospettiva per puntare l’attenzione anche e soprattutto verso la sua complessa attività pittorica e plastica, con un progetto espositivo che vuole – secondo le intenzioni di Lorenzo Madaro e Luigi Negro – entrare nel vivo del suo operare artistico, con l’esposizione di numerosi dipinti, disegni, sculture, appunti, manoscritti e fotografie. Non un percorso canonico e rigidamente museale, ma un vero e proprio ambiente – ricavato all’interno del piano attico del Palazzo Ducale di San Cesario – colmo di opere, oggetti, ricordi. Non uno spazio della commemorazione, ma uno spazio vivo, ancora attivo. Si è preferito prediligere le opere e i documenti provenienti da collezioni private di San Cesario, per ricongiungere idealmente l’artista con i suoi concittadini, per rinsaldare un rapporto troppo spesso frainteso e difficile. I visitatori della mostra (aperta tutti i giorni dalle 17 alle 19.30) saranno accompagnati dagli studenti delle ultime classi del Liceo Artistico “Ciardo-Pellegrino” di Lecce.

“Questa mostra rappresenta un naturale coinvolgimento della comunità in un’operazione corale di attribuzione di valore all’artista ed al percorso intrapreso per ottenerne la tutela”, sottolinea il sindaco Andrea Romano. “Ormai da mesi questa Amministrazione lavora, in sinergia con la sovrintendenza, per sancire definitivamente l’importanza e l’inviolabilità dei luoghi che accolgono le sue opere, in particolare del Santuario della Pazienza. Un lavoro lungo e pieno di insidie reso meno gravoso dalla sensibilità estrema dimostrata dal ministro Massimo Bray e dal mondo intellettuale salentino, con in testa Luigi Negro e Lorenzo Madaro. Molto è stato e tanto ancora potrà essere fatto con il contributo e l’impegno di tutti”.

 “Dopo il lancio in ottobre dell’appello per la salvaguardia del Santuario della Pazienza sottoscritto tra gli altri da autorevoli esponenti del panorama culturale e artistico internazionale, questa mostra proprio perché realizzata con le opere possedute dai cittadini, ha l’obiettivo di stabilire una sorta di ideale riconciliazione tra la comunità e l’artista”, ribadisce l’assessore alla Cultura Daniela Litti. “In tanti, infatti, hanno risposto con entusiasmo al nostro invito e prestato le opere che avevano nelle loro case, sentendosi in questo modo partecipi di questo ambizioso e importante progetto culturale di rilancio e valorizzazione dell’artista Leandro che l’amministrazione comunale ha da qualche tempo intrapreso”.

“Sono molto interessato a questa iniziativa di studio e divulgazione che riguarda l’opera di Ezechiele Leandro”, sottolinea Claudio Delli Santi, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce. “La mostra retrospettiva, organizzata dal Comune di San Cesario negli spazi espositivi del Palazzo Ducale, ci vede attivamente coinvolti; l’Accademia di Belle Arti di Lecce, anche in tempi precedenti alla rivalutazione critica e storica di Leandro, è stata sempre molto cosciente dell’alto valore artistico della sua opera. Tra l’altro da decenni la nostra Istituzione possiede un’importante opera scultorea dell’artista, visitabile in permanenza nel chiostro del convento che ci ospita”.

 

“Nel contesto delle ricerche che il nostro laboratorio svolge da anni, il caso di Leandro si colloca come punto importante per i rapporti stretti con il territorio pugliese e i suoi ricercatori”, precisa Rachele Fiorelli, dell’osservatorio di Outsider art dell’Università di Palermo. “Il contributo di Lorenzo Madaro edito nel 2012 sulla rivista del nostro osservatorio ribadisce il nostro interesse verso l’opera di Leandro, vista sia dal punto di vista della singola creazione che da quello più ampio legato al tema degli enviroments, argomento oggi attualissimo in ambito europeo. L’Osservatorio Outsider art partecipa quindi con grande piacere a questo omaggio organizzato a San Cesario di Lecce, auspicando una crescente e produttiva collaborazione”.

Trovatello, nato a Lequile il 10 aprile 1905, gli viene imposto il nome di Ezechiele Leandro e subito affidato a baliatico. Fino al 1916 frequenta alcune classi delle scuole elementari e lavora come pastore. Il 14 novembre 1916 Giovanna Ciurlia riconosce Leandro come proprio figlio (senza però potergli dare il cognome) e viene chiuso in convento presso i frati.Nel 1921 parte per il servizio militare. Nel 1933 sposa Francesca Martina e si trasferisce a San Cesario di Lecce. Dal matrimonio nascono Maria Pia, Ines, Anna e Angelo affetto da sindrome di Down. Per far fronte ai problemi economici trova lavoro come minatore dapprima in Africa,dove rimane venti mesi e poi in Germania. Nel 1939 è richiamato alle armi e assegnato alla caserma della Guardia di Finanza di Mare nel 1941 a Matera,dove si trasferisce con la famiglia che lo segue due anni dopo a San Cesario, essendo stato destinato in forze a Galatina. Nel ‘46 apre un’officina di affitto, riparazione e vendita di biciclette,e lavora anche come cementista e incrementa l’attività di rottamaio. Acquista il terreno in via Cerundolo e inizia la costruzione della sua casa e trasferisce a Lecce la sua attività di rottamaio che si è notevolmente incrementata. Dal 1957, dopo aver sperimentato la scultura decide di cimentarsi nella pittura.Partecipa a vari concorsi, e la tv italiana si occupa di lui nel ’62, quando inizia la costruzione del “Santuario della Pazienza”e nel 69. Nel ’70 è sconvolto dalla perdita della moglie. L’anno dopo espone a Londra, alla “Galleria ’70” di Lecce, e partecipa a diverse collettive e personali in tutta Italia ed è a Roma tra i “90 Artisti in via Frattina”. Incontra per un’intervista sulla Gazzetta del Mezzogiorno Antonio Verri, sarà l’inizio di una lunga amicizia. Nel ’72 apre a Lecce la Galleria Leandro e poco tempo dopo espone alla galleria comunale “Il Sedile” di Lecce. Si occupano di lui Toti Carpentieri e Renzo Margonari e anche la Rai TV che trasmette un altro servizio. Intanto i rapporti con alcuni suoi concittadini si fanno sempre più ostili al punto che nel ’73 è costretto a sopraelevare il muro di cinta del giardino per difendere se stesso e le sue opere dalle continue aggressioni di chi considera Leandro un “pazzo” creatore di “mostri, pupi” contro i quali addirittura si arriva a chiedere in una petizione di firme che vengano rasi a suolo. Nel frattempo però Leandro riceve riconoscimenti in campo internazionale e continua le sue esposizioni su tutto il territorio nazionale e poi in un tour europeo che lo porta a Lione, Londra, Parigi, Bruxelles, Strasburgo, Berlino e Marsiglia. Il 12 ottobre 1975 inaugura “Il Santuario della Pazienza” – Museo Leandro, San Cesario di Lecce. Recensito da importanti testate giornalistiche e cataloghi d’arte riceve il titolo di Accademico dell’Accademia Tiberina di Roma,vince numerosi premi e nel ’77 pubblica il suo primo libro “La creazione degli angeli e il peccato di Adamo ed Eva” e nel 1980 per il libro “Sentite questo” viene nominato dall’Accademia Internazionale di lettere Arti e Scienze di Bologna “Accademico d’onore a vita”. Prepara con la collaborazione del Comune di San Cesario e il Quotidiano di Lecce la grande mostra fissata per il febbraio del nuovo anno presso il Museo d’Arte Contemporanea di San Cesario curata da Toti Carpentieri, ma muore il 17 febbraio 1981. In anni recenti il Santuario della pazienza è stato al centro di numerose azioni e riflessioni del collettivo “Lu Cafausu”, che proprio a San Cesario ha avviato da quattro anni “La festa dei vivi (che riflettono sulla morte)”. Attualmente quattro sculture di Leandro sono esposte nella sezione permanente del museo MUST di Lecce.

(fonte: comunicato stampa)

 

La mostra sarà visitabile tutti i giorni – dal lunedì alla domenica – dalle 17 alle 19.30. In contemporanea sarà possibile visionare l’importante scultura di Ezechiele Leandro conservata nel chiostro dell’Accademia di Belle Arti di Lecce (via Libertini, 3 – 73100 Lecce / Tel. 0832258611).

 

Info

Comune di San Cesario di Lecce

tel. 0832205373

 

 

 


 

EZECHIELE LEANDRO. LA BIOGRAFIA

(da A. Benegiamo – A. Biscuso, Date e fatti, in A. Benegiamo, A. Biscuso, L. Carbone, M. R. Pati, A. Serafino, L’opera di Leandro. Tre approcci alla sua conoscenza, Edizioni “Il Raggio Verde”, 2000)

 

1905 Ezechiele Leandro nasce a Lequile il 10 aprile. Nelle ultime pagine del registro dell’Anagrafe, comune di Lequile, dove sono trascritti gli atti di nascita anomali, si legge: “Detta Adamo Crocefissa si presenta all’Anagrafe in veste di Pia Ricevitrice denunciando il ritrovamento di un neonato coperto da sole poche fasce che gli legavano anche le braccia, in

un cestino con qualche panno”. Al piccolo è imposto il nome di Ezechiele Leandro, subito affidato a baliatico presso una famiglia di contadini.

 

1905 – 1916 Frequenta alcune classi delle scuole elementari e lavora come pastore. “Il l4 novembre 1916  Ciurlia Giovanna riconosce come proprio figlio Leandro senza però potergli dare il cognome”; difatti presso l’Ufficio Anagrafe appare chiara la posizione di figlio di nessuno di Leandro. Viene chiuso in convento presso i frati. Leandro, nella sua

autobiografia inedita, scrive che i suoi genitori non potettero “regolarizzare” la loro posizione per il precedente matrimonio del padre Pietro, che descrive come un esperto commerciante, bravo armaiolo, suonatore d’armonica dai lunghissimi capelli. Della madre ci dice solo che era una casalinga. Nulla ci riferisce dei fratelli e dei parenti con

cui ha mantenuto sporadici rapporti.

 

1921 Parte per il servizio militare.

 

1930 Muore il genitore naturale e la madre si sposa. Esercita diversi mestieri tra i quali il cementista.

 

1931 Mentre lavora come cementista in una villa fa conoscenza con gli operai che stanno costruendo il pavimento a mosaico ed il capo mastro, maestro Michele, gli propone di lavorare con loro. Leandro ci pensa quindi rifiuta l’offerta spiegando la sua idea: “Per fare il mosaico metti pietra avanti pietra invece io o pensato di mettere pietra

su pietra” (dall’Autobiografia inedita di Leandro). Inizia, così, il primo lavoro che chiama: “LA MONTAGNA FORATA”. Per completarlo impiegherà due anni e due mesi.

 

1932 -1933 Sposa Francesca Martina di San Cesario dove si trasferisce nella casa di proprietà della moglie in Via Insao. Inizia le prime opere in cemento, in breve tempo riempie la casa di sculture.

 

1933 Completa la scultura “La Montagna forata” del peso di 153 Kg. “Me la fecero mandare a Mussolini con un carro merci e si ruppe quando Mussolini vite quel lavoro mi mando 4 fonogrammi voleva sapere le mie inspirazioni mi mando 80 lire col prefetto Formica” (dall’Autobiografia inedita di Leandro). Il 12 Ottobre nasce la prima figlia: Maria Pia. Si trova in difficoltà economiche e trova lavoro come minatore in Africa dove rimane per venti mesi. Entra in contatto con gli indigeni e apprende la tecnica di produrre colore con terre e materie naturali.

 

1936 Il 21 Luglio nasce la seconda figlia Ines. Ancora una volta si vede costretto a partire. Trova lavoro in Germania, in miniera.

 

1939 Viene richiamato alle armi.

 

1940 Nasce il 2 Febbraio la terzogenita Anna.

 

1941 Richiamato ancora una volta alle armi è assegnato alla Caserma della GUARDIA DI FINANZA DI MARE a Scansano (Matera). Si trasferisce con tutta la famiglia.

 

1945 Destinato in forze a Galatina rientra a San Cesario con tutta la famiglia.

 

1946 Il 3 Gennaio nasce il figlio Angelo affetto da sindrome di Down. Apre un’officina di: affitto, riparazione e vendita di biciclette che assembla facendosi arrivare direttamente i pezzi dalla fabbrica di Milano. Lavora anche come cementista e incrementa l’attività di rottamaio iniziata anni prima.

 

1953 Usa il cortile della sua abitazione come deposito per la raccolta, la selezione e la spedizione di materiale ferroso e non. Chiude l’officina di biciclette e diviene presto conosciuto come “Zzachieli”. Lo aiuta nell’attività la figlia Ines.

 

1955 Acquista a San Cesario il terreno in Via Cerundolo. Inizia a costruire la casa e trasporta le sculture in cemento da Via Insao in Via Cerundolo. Trasferisce l’attività di rottamaio a Lecce nei pressi di porta San Biagio. La domenica dopo Pasqua, in ricorrenza dellafestività religiosa “SAN GIUSEPPE DELLA STELLA” espone nella piazza di San Cesario il gruppo scultoreo: “LA BANDA DI PINOCCHIO”.

 

1956 Essendo cresciuta l’attività di rottamaio è costretto a trovare un posto più grande. Si trasferisce, sempre a Lecce in Via Camillo Palma dove dispone di due ampi locali e cinque grandi capannoni che adibisce a depositi per il ferro, la ghisa, l’antimonio, la lana e altro. Il materiale viene selezionato e spedito con vagoni merci verso le ferriere del

nord Italia. Affida l’organizzazione e l’amministrazione dell’impresa alla figlia Ines, impegna la moglie alla ricezione, lui cura i rapporti con l’esterno continuando così anche l’attività di compra-vendita di oggetti d’antiquariato. E’ in questo periodo che viene in possesso della carrozza reale e di un busto di Re Vittorio Emanuele che rivenderà

qualche anno dopo.

 

1957 Dopo aver sperimentato la scultura decide di cimentarsi nella pittura. La prima opera pittorica raffigura un uomo che uccide, cavalcandolo, un grande drago; è dipinta su una tela dell’ottocento riciclata, che è custodita nel museo Leandro in San Cesario.

 

1960 Completa la casa museo. In luglio fa richiesta al Questore di Lecce, del permesso per l’apertura del museo a biglietto non gratuito. Partecipa all’Internacional Galà a Milano.

 

1961 Gli viene assegnato il “Diploma per il Presepe cristiano” nel concorso Provinciale

ENAL.

 

1962 La figlia Ines lascia la conduzione dell’attività familiare per il trasferimento del marito. Non riuscendo a gestire da solo quella che ormai è diventata un’impresa, Leandro si vede costretto a chiudere. Sopravvive grazie a lavori saltuari e alla vendita delle sue opere. Inizia la costruzione del “Santuario Della Pazienza”. Prima apparizione sulla TV Italiana in un documentario nella rubrica “Cronache Italiane”.

 

1963 Datato 13 luglio è il primo articolo, di una testata locale, di cui abbiamo completa documentazione: “Cooperazione Sud” – Un’ARTISTA PLASTICO – di Mario Moscardino.

 

1965 Leandro stanco dei disagi, dei sacrifici e delle difficoltà economiche che la famiglia deve sopportare scrive al

Parlamento Italiano e alle alte cariche della Repubblica chiedendo sostegno economico per poter serenamente

continuare a costruire la sua opera dando, così, “Lustro alla patria”.

 

1966 28 Febbraio: la SIAE rilascia a Leandro Ezechiele il certificato per il pagamento dei diritti erariali per l’apertura del museo.Scrive e chiede all’Ente Soggiorno e Turismo di Lecce l’inserimento della casa-museo Leandro nelle guide turistiche. Riceve la benedizione di papa Paolo VI che vede nel suo lavoro: “L’affermazione della fede”. Conferma la mostra a Praga, propostagli dall’Istituto di Cultura Italiano e concede l’intervista a Radio Praga.

 

1969 Partecipa a Novoli al premio San Gabriele. La TV Italiana si occupa nuovamente di lui in un servizio su “Cronache Italiane”.

 

Si hanno testimonianze attendibili su rapporti epistolari tra Leandro e importanti nomi dell’ambiente artistico

e culturale Italiano. Le lettere di: Picasso, Giovanni XXIII, Paolo VI e Renato Guttuso furono trafugate dal museo quando l’Artista era ancora in vita. Poche e non databili sono le testimonianze scritte pervenuteci. 19 Gennaio 1969 è datata la busta di una lettera di Renato Guttuso.

 

1970 11 Ottobre, muore di ictus cerebrale la moglie. Leandro cade in un profondo e insanabile dolore. Fermerà il suo ricordo in una delicatissima poesia: ”L’Aquila d’oro”.La morte della moglie gli lascia una pesante eredità: il figlio Angelo.

 

1971 Collabora con Ruth Carter che si occupa della mostra a Londra e prende contatti con la California. Espone, in Luglio e in Ottobre alla “Galleria “70” di Lecce. Vittorio Balsebre recensisce Leandro sulla testata “L’ora del Salento”. Partecipa a personali e collettive in tutta Italia ed é tra i: ”90 Artisti in Via Frattina”. Incontra Antonio Verri per un’intervista su “La Gazzetta Del Mezzogiorno”, sarà l’inizio di una lunga amicizia.

 

1972 Espone, presso il convento di San Francesco in Lequile per la prima volta, le: “Sculture di fil di ferro e pedane di carrozze”. Leandro è un assiduo frequentatore di questo convento perché legato da amicizia con alcuni frati. In Giugno apre a Lecce la Galleria Leandro ed in occasione della personale scrive di suo pugno la presentazione sul catalogo. Questa stessa presentazione la userà, senza apporre correzioni, nella mostra alla galleria comunale “Il Sedile”di Lecce poco tempo dopo. E’ invitato alla “XXII Rassegna GB Salvi Piccola Europa” è presente sul catalogo del centro nazionale d’arte e cultura “Il Centauro”. Divengono più assidui gli incontri con Toti Carpentieri e Renzo Margonari. La RAI TV trasmette un altro servizio su Leandro.

 

1973 In aprile è costretto a sopraelevare il muro di cinta del giardino per difendersi e difendere le sue opere dalle continue aggressioni dei concittadini che oltre ad avergli affibbiato l’appellativo di “Pazzo” poco gradiscono quei “Mostri, Pupi” che fanno scempio del paesaggio urbano, tanto da chiedere, in una petizione di firme (anno 1974), alle autorità di liberarli da quell’orrore passandoci sopra le ruspe. Leandro ha già ricevuto riconoscimenti in campo internazionale e lo amareggia sentirsi incompreso proprio nel paese dove vive. Reagisce stilando un Manifesto alla Cittadinanza che affigge nel paese quindi scrive lettere di denuncia ai giornali e alle autorità locali e nazionali. Nel frattempo vince il “II Premio Ducato di Parma”. Espone a Milano, Bologna, Tricase, Lequile, Galatina; Viene invitato

alla “VII Rassegna d’Arte Naif” a Luzzara, il suo nome è inserito nel bollettino ufficiale “Artemercato”.

 

1974 In Gennaio espone, a Lugano, nella rassegna “90 artisti, 240 Opere” recensita da “La Gazzetta Delle Arti”. Il sindaco di San Cesario, Federico Romano, chiede ad Angelo Ubiali un parere sull’arte di Leandro, questi risponde con un entusiastico articolo a tutta pagina su “L’Eco di Bergamo”. In Maggio la Regione Puglia acquista, tra gli altri, il dipinto “Scontro tra Due Mondi”. E’ invitato alla “II Rassegna Di Grafica e Bianco e Nero, omaggio a Pablo Picasso” a Roma; alla “77° Mostra Galleria Sagittaria”, Pordenone. Espone a: Forte dei Marmi, Riccione, Lecce e Manduria. In Dicembre esce il “Il volume Naifs Italiani” curato da Renzo Margonari che sceglie il disegno e lo scritto “La Volontà” di Leandro per aprire e chiudere il volume. Nelle pagine 206 – 211 del volume si legge la presentazione dello stesso Leandro e l’intervento critico di Ennio Bonea.

 

1975 Inizia il “Tour Europeo Giro d’Europa d’Arte Naive Italiana” che si concluderà nel 1976 toccando diverse città Europee tra cui Lione, Londra, Parigi, Bruxelles, Strasburgo, Berlino e Marsiglia. Il 12 Ottobre inaugura il “Santuario Della Pazienza”. Museo Leandro in San Cesario di Lecce.La TV locale “Telesalento” gli dedica un documentario.

Sono presenti nella documentazione da noi visionata altri filmati non datati, quindi non riportati, di TV italiane, tedesche e francesi.

 

1976 La sua opera è recensita da: “Arte Rivista” di Padova, “Catalogo d’Arte Contemporanea Alba”. La “Domenica Del Corriere” gli dedica un lungo servizio a firma di Marco Sorteni. È nell’annuario “VER-ARS“.L’Accademia Tiberina gli conferisce il titolo di Accademico; Vince il “Premio Stampa” e il “Premio Fernet-Branca” a Concordia. Oltre a partecipare alla “II Triennale D’Arte Naives Italiana” espone, in mostre personali, a: Lugano, Bruxelles,

Zurigo. A Roma partecipa, su invito di Tina Anselmi, alla”II Mostra Internazionale per i diritti degli Handicappati Mille Bambini in Via Margutta”dell’Unicef. Espone al “Centro T. Fiore” di Parabita in una mostra curata da Rocco Coronese; nel catalogo sono presenti le critiche di: Ennio Bonea, Toti Carpentieri, Vittore Querel.

 

1977 È inserito: nella “Guida Nazionale all’Arte Italiana”, Bugatti ed.; nel “Dizionario Enciclopedico Bolaffi degli Artisti Italiani del XX sec.”; Nel “Catalogo Nazionale Bolaffi”. Riceve il “Diploma d’Onore Omaggio a Ligabue”. E’ invitato dall’Istituto di Cultura Italiano ad esporre in una mostra al Museo Etnografico di Varsavia, insieme ai 34 artisti Naifs Italiani più rappresentativi. Espone ad Alberobello e la cura del catalogo è affidata a Renzo Margonari. Pubblica il suo primo libro: “La creazione degli Angeli e il peccato di Adamo ed Eva”- Scorrano Offset – Lecce. Nella prima pagina si legge: “Nota al lettore: per espresso desiderio dell’Autore non sono state apportate le dovute correzioni”.

 

1978 Vince: il “Premio internazionale Giannino Grossi”, il “Premio F.De Pisis”; è nominato socio benemerito dall’Associazione “Amici Del Salento”; gli viene conferito il titolo di Accademico Dall’“Accademia Italia delle Arti delle Scienze delle Lettere”; pubblica il suo secondo libro “Penzieri e Cunti” con Tipolito Greco – Copertino.

 

1979 E’ invitato da Cesare Zavattini alla rassegna “Naifs” da lui curata. Gli viene assegnato il “Premio Toscanarte” e vince il primo premio a “Il Pittore “79”. Partecipa alla fiera di Genova. E’ presente nel catalogo “Orizzonti ’79” e sull’Annuario “ASPI”. Pubblica con la Seledizioni di Bologna il suo III libro “Sentite questo”.

 

1980 L’Accademia Internazionale di Lettere Arti e Scienze di Bologna nomina Leandro “Accademico d’onore a vita per “Sentite Questo” a Firenze riceve i premi: “Il Porcellino”e il “Premio Coppa del Mondo”. E’ invitato a partecipare alla prima mostra permanente della “Pinacoteca Internazionale D’Arte Moderna e Contemporanea 2000” a Salsomaggiore. Organizza e coordina, con il Comune di San Cesario ed il Quotidiano di Lecce, la grande

mostra, fissata per il Febbraio 1981 presso il Museo d’Arte Contemporanea di San Cesario. Colpito da ictus cerebrale è costretto ad un periodo di rieducazione a Putignano.

 

1981 Muore il 17 Febbraio alla vigilia della tanto attesa mostra a San Cesario.