Teresa Manara il nuovo romanzo di Luisa Ruggio

 

Una storia, un’etichetta, un romanzo

di Lucia Accoto

 

Per la gente del Sud, fregare il tempo era mettersi a raccontare”. E la giornalista Luisa Ruggio non ha smesso di far scivolare le parole su carta finite in una lenta clessidra tra la sabbia che brucia ancora di sole. Perché nella terra del Sud, tra i filari di vite, dinanzi al riflesso di un’immagine baciata dal soffio dei venti, si scioglie la storia di una donna d’altri tempi che veste tempi moderni. Non delude la penna della scrittrice che torna in libreria con il suo nuovo romanzo “Teresa Manara” Edizioni Controluce-Besa.

Corposa e delicata la storia. “Eccu comu fose” che Teresa Manara nel 1950 lascia la sua città, Imola. Lascia anche  la famiglia, la bottega di stoffe delle zie rimaste signorine per iniziare ad annusare il profumo delle annate migliori, quelle dell’amore, della tradizione fatta anche di affascini perché si trasferisce nella terra di frontiera, nel Salento, ancora aspra e superstiziosa per dare retta al suo cuore.

La città non si lasciava leggere sino in fondo. E in questo carattere fantomatico risiedeva il segreto del suo fascino”.  La scrittura di Luisa Ruggio fermenta emozioni, trasuda passione, disegna figure come quella della manipinta definendo gli orli di un racconto che non conosce vuoti, che non si stende sulla banalità. Teresa Manara è la moglie di un venditore di vino sfuso convinto che “un vino al pari di un uomo, è la sua storia”, è anche un omaggio che i discenti della sua famiglia, i Cantele dell’omonima azienda vitivinicola, hanno voluto offrirle con un vino a lei intitolato. Una storia prima, un’etichetta poi ed infine un romanzo. È stato durante un’intervista a Paolo Cantele – nipote di Teresa Manara – che Luisa Ruggio ha letto nei tralci di vite una storia da raccontare. Quel nome davanti allo specchio le tornava sulle labbra per sentire ed offrire il gusto della vita in solo sorso, in solo nome: Teresa Manara.