Le visioni di Greco. Nell’estetica dell’arte il senso della vita
Sandro Greco e la profonda leggerezza dell’essere” il nuovo film di Giuliano Capani e Jenne Marasco
di Antonietta Fulvio
Arte e cinema. L’atto artistico che produce visioni tradotto nelle visioni che il cinema sa elaborare e racchiudere in fotogrammi che diventano un elogio alla bellezza e all’arte.
“Sandro Greco e la profonda leggerezza dell’essere” è il nuovo film di Giuliano Capani e Jenne Marasco ma anche il primo di un progetto editoriale “Art Movies“, ideato dallo stesso Capani, perché siano gli stessi artisti a raccontarsi e a raccontare il proprio rapporto con l’arte.
Il film sarà proiettato questa sera, sabato 25 ottobre ore 19, a Salice Salentino, alla presenza dell’artista e del regista, nell’ambito della 2ª Biennale delle Arti: Salento, Visioni d’Autore che, dal 17 al 30 ottobre 2014, nella sala espositiva della Centro Polifunzionale Comunale “P. Benigno Perrone” (in via P. Leone) ospita le opere del maestro. Nel numero zero di “Art Movies” il mirino della cinepresa inquadra Sandro Greco, classe 1928, il suo studio, le installazioni, site specific in riva al mare e negli spazi urbani e periferici, realizzate dall’artista in maniera sempre nuova ma fedele alla propria poetica che si potrebbe sintetizzare nella frase: “L’arte è la bellezza che ha per meta l’infinito”.
Così, il domatore di farfalle, come ama definirsi Sandro Greco, racconta in trenta minuti la sua passione per l’arte, i sacrifici per lo studio (si è laureato in Farmacia all’Università di Bari e ha insegnato chimica analitica negli studi superiori), l’amore per la lettura e il suo annotare frasi, pubblicate nel libro “L’Arte è…”. E ancora la sua inesauribile verve artistica e la sperimentazione sui materiali e l’utilizzo dei colori organici per colorare le sue opere, farfalle in primis, ma anche fiori di carta, aquiloni, tappeti, mosaici, libri di carta, legno, metallo perché l’arte possa implicare tutti i sensi, dalla vista al tatto, dall’udito all’olfatto finanche al gusto con “pagine di cioccolata”.
Protagonista attivo nel dibattito artistico degli anni sessanta in Puglia nel 1968 Sandro Greco fonda con Corrado Lorenzo e Toti Carpentieri il “Centro ricerche estetiche Novoli”. In quegli anni comincia a piantare fiori (o a versare latte) sull’asfalto o sulla spiaggia per sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche sociali e ambientali e continua a farlo ancora oggi con il suo esercito di farfalle lo si vede disseminarle in riva al mare sulla sabbia o piantarle tra i rifiuti di discariche a cielo aperto: il tempo non sembra essere passato, l’uomo continua ad inquinare e a trasformare l’ambiente in una pattumiera dimenticandosi che è un bene comune da lasciare alle future generazioni. Già cosa lasceremo? Provocatoriamente già negli anni 70, Sandro Greco inscatolava “aria non inquinata” a Taranto in piccole boccette che gli valsero anche un fermo in caserma perché scambiate per bombe. Le vere bombe biologiche, o tossiche che dir si voglia, negli anni siamo riusciti ad innescarle ovunque, nei nostri terreni, nei nostri mari… tutti responsabili ognuno con il proprio silenzio. La sua battaglia in difesa dell’ecologia Sandro Greco continua a combatterla ancora oggi con il suo linguaggio artistico, abbellendo i paesaggi portando le sue creazioni estetiche dove ci sono rifiuti, scarti di quella civiltà del progresso che continua solo a prendere dalla natura quando invece dovrebbe guardare ad essa con gli occhi curiosi di bambino per poterne percepire la bellezza.
Artista coerente e autentico, con quella leggerezza d’animo che gli è propria, Sandro Greco si presta a farsi filmare nel suo studio, scrigno di tesori e di chicche preziose come i disegni sul libro di legno, dono di Eduardo De Candia, tra scatole che racchiudono idee, farfalle, specchi e scacchiere colorate perché la vita e l’arte sono per lui un gioco, un gioco inteso come “spasmodica gioia di vivere utilizzando il proprio sapere”, convinto che la bellezza salverà il mondo, “perché se si perde la bellezza non c’è gusto di vivere”. Un cameo nel film è la presenza dell’autorevole critico d’arte Gillo Dorfles che durante l’inaugurazione di una recente personale di Greco a Pavia dice dell’artista: “è unico nel suo genere ed è fuori da ogni in nessuna corrente; non è informale, né concettuale, non è transavanguardia né concretista: è tutto e niente, da quando lo conosco – una trentina d’anni – ha sempre inventato cose nuove, tanti mezzi, farfalle. La sua non è solo pittura o scultura ma è una specie di arte dell’idea, (tra le sue opere, n.d.a) vedrete delle scatole piene di idee e dal punto di vista tecnico vedrete le più straordinarie invenzioni materiche: gesso, carta, mosaico, tutto quello che Sandro trovava intorno a sé diventava materia d’arte”.
_Assimilando le lezioni di Mirò, Corot, Zandomenichi, Van Gogh, Klee, Sandro Greco è riuscito a creare una propria cifra stilistica elaborando i materiali più disparati, dalla ceramica ai tessuti, per creare le cose più impensate purchè di contenuto estetico. “Bisogna pensare sempre cose nuove – confessa. La scienza e l’arte entrambe tentano di conoscere Dio tendendo all’infinito: la scienza attraverso la ricerca, l’arte attraverso la bellezza”. La bellezza di un battito d’ali mentre il tempo scorre inesorabilmente. Facendo sue le parole di Sant’Agostino, Greco sa di non poter spiegare il tempo, tutto è labile, relativo e transitorio ma con la fantasia è riuscito a metterlo in scatola. O a farlo librare leggero come il volo di aquiloni o l’ondeggiare delle sue farfalle al vento. Mirando al sole, inseguendo la luce in oltre cinquant’anni di ricerca estetica, c’è ancora spazio nei fotogrammi per il Greco pensiero. “Tutti i processi della vita sono irreversibili; gli esseri umani piante e animali vanno e vengono, il tempo con la sua invarianza rimane tempo e costituisce la scena sulla quale gli attori, uomini, animali e piante sostengono le loro parti assegnate. Se il tempo in futuro dovesse intervenire come attore sarebbe la fine di ciò che è e ciò che non è. L’arte la fede e la scienza sono necessarie per capire il mondo, il tempo e noi stessi”.