Le Leggende della Poesia
Luoghi/ le grotte di Roca (Lecce)
Poesia. Un luogo da riscoprire
di Gabriele Marullo
Le grotte di natura carsica di Roca, più note con il nome Poesia, sin dalla notte dei tempi sono intrise di leggende.
Alcune di queste si possono ritrovare nella memoria storica degli abitanti del posto. A seguito elencherò quelle di mia conoscenza.
La prima che mi viene in mente è quella della Poesia intesa come fonte o sorgente dolce. Anche se qui vi è un errore di traduzione e, secondo un mio modesto parere, di trascrizione (dal greco). Ciò però non toglie che l’acqua dolce sgorga naturale ancora oggi visibile per i più esperti dagli scogli nello stesso luogo.
Un’altra delle leggende è racchiusa in quella che dovrebbe essere la vera traduzione di poesia “Prodromi–a” ovvero dal greco “correre avanti (composto) scappare”. Avvenimento in cui è possibile ravvisare indizi o premonizioni. Considerando il periodo ed il luogo mi viene in mente che queste grotte siano state utilizzate come un tempio e, quindi, per avere delle premonizioni e poi usate dai turchi che prima depredarono Otranto e poi Roca, dove gli abitanti avendo ricevuta questa premonizione corsero composti nell’entroterra. Ho scritto composti perché i Turchi una volta giunti a Roca trovarono poco e niente, gli abitanti prima di fuggire nascosero le provviste interrandole nei silo.
La terza leggenda, la più romantica e poetica, riguarda la famosa Donna Isabella che era una castellana di Roca o probabilmente la contessa di Lecce Maria D’Enghien poi divenuta principessa di Taranto. Qui, in queste acque, Donna Isabella trovava ristoro e diversi poeti, giunti da ogni parte della Puglia, venivano a decantantare tale bellezza.