Il silenzio di piazza San Pietro
Stasera Papa Francesco ha pregato per il mondo intero concedendo l’indulgenza plenaria. Un fatto nuovo che scrive già la storia di questo nostro tempo, dell’Umanità
di Dario Bottaro
Nella mia vita non avrei immaginato di vivere un tempo come quello che stiamo attraversando e che ci sta attraversando da parte a parte. Un immenso deserto di silenzio, le strade vuote, i negozi e gli uffici chiusi, l’impossibilità di stare uno accanto all’altro. No. Dobbiamo rimanere a un metro di distanza e sospirare profondamente per non farci atterrire dalla nostra infinita piccolezza.
Eppure questo grande silenzio è assordante e non fa altro che ricordarci che troppe volte abbiamo optato per sostituirci al Bene, al Sommo Bene e abbiamo deciso che solo dalla nostra parte, nel nostro piccolo cervello e nella nostra immensa arroganza stava la verità e la giustizia. Non ci siamo nemmeno resi conto che abbiamo perso noi stessi, la nostra identità e la nostra umanità. Troppo impegnati a progettare solo per noi, escludendo chiunque. Troppo presi dalla nostra verità, allontanando chi magari voleva farci guardare le cose da un altro punto di vista. Poi è arrivato questo virus. Ci ha messo con le spalle al muro, ci ha fatto fare – e continua ancora in questo momento – i conti con noi stessi e con ciò che siamo diventati. Siamo stati messi di fronte ad uno specchio… Guardati umanità… Guardati e rifletti. Non ti trovi più? Non riconosci più il tuo corpo, la tua mente, le tue forze? Adesso sì che è complicato pensare ed essere costretti a dire che “noi siamo niente senza Dio” e riconoscere quella Sua infinita grandezza. Sì. La sua grandezza. Oggi quella grandezza più che mai ha spalancato le viscere della Sua Misericordia ed è arrivata a noi. Com’è arrivata? Con l’immagine di un uomo vestito di bianco, che camminava sotto la pioggia un po’ barcollante. Sofferente. I suoi movimenti erano palesemente sofferenti, così pure la sua espressione. Ma in quello sguardo non c’era solo la sofferenza, ma anche il coraggio di riconoscersi piccolo, e la forza della fede.
«..Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato… Ci siamo trovati impauriti e smarriti, siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa, ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca tutti fragili e disorientati ma allo stesso tempo importanti e necessari. Tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca ci siamo tutti, tutti. Non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo… ma solo insieme…»
Papa Francesco
Papa Francesco hai portato Dio dentro tutte le nostre case, dentro il cuore di tutti noi quel Dio che nell’immagine del Crocifisso è il trionfo della Misericordia eterna. È la garanzia della Vita, non della morte. Quell’immagine antica, di un Crocifisso straziato e bagnato da una pioggia che sa di benedizione, perché anche il Cielo piange. Piange, ma sarà accanto a ciascuno di noi, a chi sta soffrendo sul letto di morte in attesa dell’ultimo istante, vissuto in solitudine o circondato da uomini che non sembrano più uomini, imbragati come sono in tute sterili, guanti e mascherine. Ci rimangono gli occhi… Signore, tu li conosci tutti i nostri occhi. Ed anche se in quel Cristo appeso in croce li mostri chiusi, sono aperti e spalancati verso di noi. Donaci la capacità di comprendere la nostra piccolezza, Signore, affinché possiamo spalancare verso di Te i nostri occhi e comprendere l’infinita Tua Misericordia.