Pasquale Urso. Dalla pittura all’acquaforte

Fondatore del Torchio “La Stella”
fucina d’arte dal 1974 nel cuore di Lecce

Raffaele Polo

È senz’altro l’artista più longevo, per attività e per presenza, nel pur frequentato e rinomato settore della grafica calcografica e, naturalmente, della pittura figurativa salentina.
Diciamo di Pasquale Urso, grottagliese di nascita ma di adozione leccese, titolare del Torchio d’arte ‘La Stella’, antesignano e testimone ancora oggi di quel mondo particolare, delicato e fascinoso che va sotto il nome di ‘acquaforte’, con i corollari dell’acquatinta, punta secca, monotipo e via dicendo.


Arti nobili, difficili, antiche.
Che, da sempre, Pasquale ha frequentato, utilizzato, insegnato.
Il suo studio, il suo Torchio, ha stampato migliaia di opere, di tantissimi autori che, da tutta Italia e anche dall’estero, hanno frequentato l’accogliente indirizzo di via Santa Maria del Paradiso, a due passi dalla chiesa del Rosario, come ama sottolineare lo stesso Pasquale.
Con una inveterata coerenza, l’artista continua a proporre con entusiasmo le sue tematiche, legate tutte alla gestione del paesaggio, alternando i colori della campagna salentina ai chiaroscuri delle morsure all’acquaforte. E, senza parere, ci fa fare conoscenza con i modi della tradizione contadina, con i giochi di una volta, con le chiese e i principali monumenti salentini, fino ad arrivare al poeta armeno Varujan che, in tempi e geografie distanti, propone nei suoi versi proprio le tematiche care a Urso, mescolando i sapori, gli odori, i colori delle vite semplici e contadine, all’anelito verso tematiche di grande respiro, realizzando un piacevolissimo e commuovente panteismo, dove gli elementi più importanti sono tutti contenuti nella Natura più schietta.
E proprio queste scelte sintetizzano il mondo artistico di Pasquale Urso, che utilizza la sua maestria, la predisposizione cromatica, per lasciare messaggi importanti, legati all’armonia del Creato, vista attraverso uno sguardo cristiano che non demorde, non si lascia sconfiggere dalle delusioni del momento o dal dolore di perdite e privazioni. Al contrario, Pasquale indica serenamente, con le sue nature, i suoi momenti di vita campestre, i ricordi legati ad una infanzia serena e ricca dei colori tipici della nostra terra, una via di affrancamento dal grigiore quotidiano, proponendoci un caleidoscopio variegato e scintillante, che suscita, da subito, approvazione e ottimismo.


E pure nel mondo della grafica, le caratteristiche del segno di Urso non si smentiscono. Al tratto sicuro e vivace, si alternano le leggerezze che solo un sapiente uso dell’acido, gestito con la piuma, riescono a produrre e a realizzare sottigliezze e interiorità che paiono impossibili ad ottenere con gli elementi duri e materiali che servono per questo tipo di tecniche…
Da ultimo, mescolando la Poesia alla sua Arte, Pasquale ci regala momenti di grande condivisione e ci fa capire come sia possibile creare un mondo di sensazioni positive e piene di sentimento, offrendo ai colori delle proprie tele la possibilità di esporre chiaramente, senza esitazioni e sotterfugi, la schietta proposta che viene dal suo animo sereno.
Ecco perché ci appaga, ci purifica, in un certo senso, l’arte di questo Maestro.
Perché ci fa sentire migliori, ci fa scegliere col cuore e con il sentimento quello che è, senza dubbio, il messaggio più ambito ed efficace che possiamo trovare in un’opera pittorica o grafica: la fiducia nell’Uomo, nel Creato, in Dio.