Angela Portaluri. Una bellezza del Sud

L’attrice salentina nata a Maglie conquistò Cinecittà e rappresentò l’Italia a Miss Mondo nel 1956

Raffaele Polo

Negli anni Cinquanta e poi in quelli immediatamente successivi, non era facile sfondare nel cinema. Veramente, semplice non lo è stato mai: ma il modello di donna che, con grande successo, era stato proposto, acquisito e digerito dagli Italiani, era ben definito e aveva soprattutto nelle ‘maggiorate’, i più favorevoli sostenitori. C’era anche lo ‘zoccolo duro’ delle ‘brave ragazze della porta accanto’, naturalmente di una avvenenza semplice e schietta. E questo standard femminile influenzava la moda attraverso due canali decisamente importanti: le riviste, con i fotoromanzi a farla da padrone, e il cinema.


Vi erano icone affermate e conclamate, attrici che hanno fatto la storia, da Marisa Allasio ad Alessandra Panaro, senza neppure nominare Sophia Loren, Gina Lollobrigida e Silvana Pampanini. E tante, tante altre stelline che dovevano, per forza, sgomitare per un posticino al sole, in un panorama italiano in pieno boom economico che veniva gestito sull’argomento, allora più di oggi, con le sfilate per l’attribuzione del titolo di Miss.
Si cominciava dalle selezioni, per raggiungere il culmine nazionale. E la kermesse era seguitissima dai fotografi (che poi inserivano le preziose immagini in bianco e nero nelle testate più diffuse: da Grand’Hotel a Gente, a Stop a Confidenze) e dai realizzatori dei ‘cinegiornali’ (La Settimana Incom, il più diffuso), inseriti all’inizio e alla fine del film, a volte visti e rivisti perché, allora, il biglietto del cinema consentiva di vedere il film per tutto il giorno….


Immaginiamo, allora, la caparbia volontà, il sacrificio e la indubbia difficoltà affrontate da Angela Portaluri, nata a Maglie nel 1937, che esordisce come attrice a soli vent’anni in film ‘di cassetta’ (per quei tempi) come Timbuctù e Le avventure di Robi e Buck. E, ad aprirle le porte del ‘Cinema’ è la sua avvenenza, premiata nel 1956 con la partecipazione a Miss Mondo; vi arriva dopo un’accesa selezione avvenuta ad Anzio, dove la sua figura di diciannovenne ricca di fascino e particolarmente fotogenica, non sfugge all’occhio esperto dei giudici ma, soprattutto, dei talent-scout delle case cinematografiche. È una risonanza importantissima, per Angela, questa sua partecipazione alla manifestazione internazionale nella quale, peraltro, il tipo ‘italiano’ di donna viene surclassato dalle teutoniche.
Grazie a questa pubblicità, arriva non solo il cinema, ma anche la partecipazione ai più diffusi fotoromanzi, che la casa editrice ‘Lancio’ pubblica su ‘Sogno’ e ‘Kolossal’. Da lì passano tutte le attrici più quotate e anche qui Angela trova una giusta collocazione con la sua figura avvenente e il volto carico di espressività.
Angela torna molto raramente nel suo Salento: ma, al suo matrimonio, è presente, in grande evidenza, Giò Stajano, allora giovinetto efebico, molto interessato al mondo dello spettacolo.
Poi, per la Portaluri, alcune perle nella sua carriera che la vede interpretare una trentina di film: ne I Mostri di Dino Risi è nell’episodio con Gassman e si vede poi ne “Il medico della mutua” di Luigi Zampa. Ma anche la sua partecipazione a “Chi si ferma è perduto” nel 1960, “La bellezza di Ippolita” del 1962, “La ragazza con la valigia” (1961) e “Amore all’italiana” (1966) non sono da trascurarsi.Ultima apparizione, nel 1973, per il film “Amico mio, frega tu… che frego io”, uno spaghetti western di limitato successo.
Torna da noi di recente, invitata da ‘Teatramu’, il Festival del Teatro Popolare Salentino che si tiene a Maglie, nel 2016, proprio 60 anni dopo la partecipazione a Miss Mondo. E non si sorprende che, a Maglie, pochissime persone si ricordino ancora di lei, che ha abbandonato la sua città natale da giovanissima, per raggiungere successo e riconoscimenti, grazie alla sua bravura e alla sua bellezza.
Ora Angela ha 84 anni, vive a Pisa e l’abbiamo rivista, proprio in questi giorni, nei suoi film, programmati in TV da varie emittenti. Bella, bellissima, avvenente, ci ha riportato nei meravigliosi anni delle dive in bianco e nero, dalla grazia e dalle forme squisitamente femminili.