Le nuove regole. Focus su Bologna Musei

Come cambiano le visite e i percorsi espositivi nelle istituzioni museali

La pandemia ci ha privati del piacere della fruizione degli spazi museali che, in queste settimane di clausura, abbiamo riscoperto navigando tra le pagine social e i tour virtuali delle istituzioni e fondazioni che si pongono come un ulteriore strumento per la conoscenza e l’approfondimento del nostro immenso patrimonio artistico. Ma, ovviamente, la fruizione dal vivo è tutt’altra esperienza e la graduale riapertura ci invita a riguardare forse con occhi più consapevoli i nostri Musei. Ma come cambiano le visite?

Perentoria l’osservazione delle regole indicate dall’OMS e dal Ministero della Salute, per questo i percorsi espositivi sono stati ridisegnati, distinti in entrata e in uscita, alcuni servizi sospesi – come gli schermi touch screen, le audioguide e il guardaroba – e le formule di accesso, contingentati per regolare il flusso dei visitatori, per i quali è obbligatorio l’uso della mascherina, il mantenimento della distanza interpersonale come pure la prenotazione dei biglietti on line.
Iniziamo un viaggio alla riscoperta dei nostri Musei, partendo da Bologna.
Dallo scorso 27 maggio, le Collezioni Comunali d’Arte di Bologna hanno infatti riaperto le loro porte ai visitatori completando la riapertura al pubblico di tutte le sedi espositive dell’Istituzione Bologna Musei che, lo ricordiamo, comprende il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi; Museo internazionale e biblioteca della musica; Museo Civico Archeologico; Museo del Patrimonio Industriale; Museo Civico Medievale; Museo Davia Bargellini; Museo civico del Risorgimento; Museo per la Memoria di Ustica e Casa Morandi.


Questo mese, focus sulle Collezioni Comunali d’Arte ospitate al secondo piano del Palazzo Comunale, all’interno delle sale che un tempo erano adibite a residenza del Cardinale Legato. Istituite nel 1936 in ambienti ornati con fregi e soffitti dipinti dal Cinquecento al Settecento, le opere provengono da un variegato patrimonio costituitosi grazie a molteplici donazioni di dipinti, mobili, arredi e suppellettili, giunti al Comune di Bologna nel corso dell’Ottocento e nel primo Novecento. Un corpus che andò ad arricchire quello antico di capolavori appartenuti alle magistrature cittadine. In particolare si segnalano quelli provenienti da due importanti collezioni d’artista (Pelagio Palagi e Cincinnato Baruzzi), nonché quelli derivati da un collezionismo versato anche nel campo delle arti applicate e dell’arredo (eredità Pepoli e Rusconi).
Il ricco patrimonio artistico custodito dal museo spazia dal Duecento agli inizi del Novecento: croci scolpite, tavole dipinte di Vitale da Bologna, Jacopo di Paolo, Luca Signorelli, Francesco Francia; inoltre, importanti dipinti di ambito bolognese-emiliano del primo Cinquecento (Amico Aspertini, il Tamaroccio) e del secondo (Bartolomeo Passerotti e Ludovico Carracci), fino a una nutrita serie di opere del XVII secolo di scuola emiliana (Alessandro Tiarini, Guido Cagnacci, Michele Desubleo, Francesco Gessi) e di altre scuole fra cui uno straordinario Ritratto di Gonfaloniere, eseguito nel 1622 dall’illustre pittrice Artemisia Gentileschi.
Sotto la volta affrescata della Galleria Vidoniana è visibile una delle raccolte più importanti all’origine del museo: diciotto tele eseguite fra il 1713 e il 1723 circa da Donato Creti. Dalla monumentale galleria si raggiunge l’ala Rusconi, composta da cinque piccole sale riservate alla vita privata, che termina in una magnifica sala “alla boschereccia”, dipinta alla fine del Settecento da Vincenzo Martinelli. Una sezione è dedicata a Pelagio Palagi, artista di grande levatura nel campo della pittura, della progettazione di interni, dell’ornato e delle arti applicate fra Neoclassicismo e Romanticismo. Infine due sale del museo sono dedicate all’arte dell’Ottocento e del primo Novecento.
Da annoverare tra i capolavori del museo l’Apollino, opera giovanile scolpita da Antonio Canova nel 1797. La scultura del dio adolescente, che appartiene alla produzione più alta del grande maestro di Possagno, era stata particolarmente amata dal suo creatore che l’aveva menzionata nelle sue memorie autografe come opera di grande valore.Scenograficamente allestita al centro della Sala Boschereccia nell’ala Rusconi, l’opera si trova attualmente in prestito per la grande mostra Canova | Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna prorogata alle Gallerie d’Italia in Piazza della Scala a Milano fino al 28 giugno 2020.
Sul sito www.gallerieditalia.com è disponibile un’esperienza virtuale immersiva, realizzata in collaborazione con Zeranta Edutainment, che restituisce una visione a 360°delle opere esposte provenienti dai grandi musei nazionali e internazionali, con approfondimenti in italiano, inglese e Lingua dei Segni Italiana (LIS). Come già attuato per gli altri musei civici, l’articolazione degli orari di apertura saranno mercoledì, venerdì, sabato h 10.00-18.30; domenica h 13.30-18.30; (lunedì, martedì, giovedì chiuso)

Collezioni Comunali d’Arte
Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6
tel. 051 2193998
www.museibologna.it/arteantica