A Lupiae, sulle tracce dei resti romani e del teatro augusteo

A spasso tra le vie di Lecce grazie all’associazione
The Monuments People

di Sara Foti Sciavaliere

Lecce città del Barocco ha un cuore romano che è messo in evidenza dall’iniziativa “Teatro Romano Experience” siglata dall’associazione The Monuments People in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto e con la Direzione Regionale Musei Puglia, con l’intento di valorizzare le antiche vestigia del capoluogo salentino e una più mirata fruizione di un monumento simbolo di Lupiae – la Lecce romana –, il Teatro di epoca augustea.

L’inaugurazione del progetto, sabato 11 luglio 2020, ha visto un’ampia partecipazione di visitatori, per lo più salentini, curiosi di poter conoscere più da vicino una delle tante sfaccettature di Lecce, quelle meno note, in un percorso strutturato per far approcciare la storia e gli interventi urbanistici che a partire dall’età augustea hanno determinato l’aspetto di Lupiae, al quale – per il primo evento – si sono aggiunti il colore e la presenza scenografica d’effetto del gruppo storico della II Legio Augusta di Lizzanello, con l’intervento del dottor Giuseppe Muci, direttore dell’Anfiteatro, e la “lectio magistralis” del prof. Francesco D’Andria sul Teatro Romano, arricchita dalla lettura di alcune antiche fonti storiche – narranti eventi che avevano visto protagonista la stessa Lupiae – grazie alla performance dell’attore Andrea Sirianni. Come non ricordare per esempio il passo dello storico Nicolao di Damasco nel quale si racconta che nel 44 a.C. un giovane Ottaviano, di rientro dalla Grecia e sbarcato sulle nostre coste, si era trattenuto nell’antica Lecce romana dove ebbe modo di essere informato del fatto che era stato riconosciuto come figlio ed erede di Cesare e da qui, passando per Brindisi, partiva alla volta di Roma.
L’appuntamento dell’11 luglio ha così inaugurato la stagione di “Teatro Romano Experience”: infatti, ogni giorno, la mattina alle 10.30 e il pomeriggio alle 17 su prenotazione, sarà possibile effettuare il percorso tematico “Scopri la storia dell’antica Lupiae”, con visite guidate localizzate all’interno del Teatro Romano o da qui itinerari, condotti da guide specializzate, per la Lecce romana. Quest’ultimo percorso per le vie del centro storico vede un approfondimento incentrato sulla descrizione delle due grandi strutture di età romana messe in luce nella prima metà del Novecento – l’Anfiteatro e il Teatro – e attraverso l’analisi di questi monumenti si intende far conoscere ai visitatori il mondo romano in generale e in particolare lo sviluppo urbanistico della città nell’età in cui è stata municipium prima e poi promossa colonia. Le ricerche archeologiche effettuate soprattutto negli ultimi decenni hanno aggiunto importanti tasselli alla ricostruzione della città augustea e imperiale: gli scavi in Piazzetta Castromediano con l’individuazione di un trapetum oleario, la strada romana in via Rubichi, le terme in Piazza Vittorio Emanuele II, il tempio di Iside sotto Palazzo Vernazza, hanno permesso di ricostruire in maniera più approfondita l’aspetto della romana Lupiae.


Le ricerche archeologiche ci parlano dello sviluppo di Lupiae in un tessuto urbano già esistente, di origine messapiche, munito di un circuito murario di protezione all’interno del quale saranno inseriti in più fasi quei monumenti di cui oggi è possibile di nuovo ammirarne i resti e ciò che è rimasto invisibile ai nostri occhi, perso nelle stratificazioni storiche ed emerso magari solo brevemente nei vari interventi di scavo nel centro storico. Sarà un cammino a ritroso, che dall’esame delle strutture superstiti, arriva a raccontare la storia di questi monumenti e la vita che è potuta passare tra le loro mura. L’Anfiteatro, seppure nella parzialità del suo scavo è una presenza che emerge e domina la centrale Piazza S.Oronzo, la vecchia piazza dei Mercanti che sarà smantellata proprio per lasciare spazio alle antiche vestigia romane dimenticate sotto il lastricato e rinvenute nei primissimi anni del XX secolo nei lavori di demolizione dell’Isola del Governatore e di fondazione dell’adiacente Banca d’Italia. La costruzione dell’anfiteatro aveva previsto lo sfruttamento del banco roccioso naturale a supporto delle strutture di sostegno delle gradinate e lo scavi di larghi settori per ottenere l’arena, l’ambulacro inferiore e le gallerie radiali di raccordo; il materiale calcareo così cavato poteva al contempo venire usato nella costruzione dell’elevato , in opera quadrata; a quest’ultima si sommano strutture in opera reticolata e cementizia, che vedeva anche l’impiego di materiali non locali come la pozzolana e le scorie vulcaniche. In questo spazio di intrattenimento, che poteva ospitare tra i 12 e i 14mila spettatore, prendevano luogo i giochi gladiatori e le venationes, ma non si sono tenute le naumachie. Importante attestazione storica sono il ciclo di bassorilievi in marmo collocati sulla parte superiore del parapetto dell’arena, i quali riportano scene di lotta tra le fiere e scene di caccia da parte dei bestiari: il fregio in questione – malgrado non sia completo – è uno dei più complessi tra i rilievi che documentano la pratica delle venationes.
In piazza, a guardare lo scavo la colonna marmorea di epoca romana, proveniente dalla via Appia a Brindisi e sulla quale fu collocata sul finire del XVII secolo la statua del Santo Patrono, mentre sull’altro lato della balaustra che si affaccia sull’anfiteatro troviamo un piccolo obelisco mutilato delle insegne del regime fascista – che riprendevano la simbologia dell’impero romano –, esso fu eretto per ricordare un illustre cittadino, Quinto Ennio, autore degli Annales e considerato padre della letteratura latina, nativo rudino, in quanto era originario del vicino centro di Rudiae andato distrutto in seguito all’attacco di Guglielmo il Malo, a seguito del quale gli abitanti trovarono riparo proprio a Lecce. A Rudiae, benché poco distante, si ebbe anche un anfiteatro, rinvenuto da una recente campagna di scavi che ha permesso di riportarlo alla luce nella sua quasi interezza. Ed è questo un fatto singolare, poiché l’area dell’antica Rudiae ricade nel territorio comunale di Lecce, possiamo dire che il capoluogo salentino può vantare ben due anfiteatri.
Maggiori sono i danni in perdita ascrivibili, invece, al Teatro Romano, collocato alle spalle delle barocca chiesa di San Chiara e in parte sotto l’ex Convento delle Clarisse: la cavea, aperta verso nord, attualmente conserva solo dodici file di gradini, a dispetto di quello che doveva essere uno dei teatri più grandi dell’Italia meridionale, secondo solo a quelli di Napoli e Benevento. L’orchestra semicircolare è pavimentata con grandi lastre calcaree e vi si accede da due grandi aditus largi due metri, un tempo coperti da una volta a botte (oggi è aperto solo uno). Del monumentale edificio scenico resta visibile il pulpitum – ossia il palcoscenico – preceduto da un incasso scavato nella roccia calcarea in cui doveva essere collocato il sipario arrotolato. Il pulpitum, tagliato nel banco di roccia, non presenta ambienti sottostanti praticabili e appare segnato da una serie di incassi trasversali che doveva essere destinati a sostenere la pedana lignea del palcoscenico, importante per migliorare l’acustico del luogo. Sul pulpitum si aprivano le porte della frontescena e due ampi ingressi laterali: ci sono pochissimi dati per ricostruire la frontescena, ma le dimensioni del pulpitum e la straordinaria ricchezza di statue marmoree qui rinvenute (tra le quali un Augusto loricato) fanno, a buona ragione, pensare a un edifico di ampie dimensioni e di notevole complessità.
Ma per approfondire la materie, le scoperte, i ritrovamenti e vedere con i propri occhi quanto qui riportato e tanto altro di più, basta aderire a “Teatro Romano Experience” e muovere i propri passi sui resti dell’antica Lupiae.

Per info e prenotazioni
WhatsApp: 320.7610467 – 347.1999885 – 328.9632397
Mail: themonumentspeople@gmail.com
Piattaforma di prenotazione online www.cpst.it/Lecceromana