la foresta invisibile
Intenso il libro di Maria Elisabetta Giudici
Lucia Accoto #ladevotalettrice
Non ci sono alternative. Non puoi sbagliare quando un libro è quello giusto. Non c’è finzione, lo senti e basta. Ci sono libri che hanno tutto e riescono a trasmettere più di quello che si legge. Sono autentici nel racconto perché la storia cammina sulle pagine con una disinvoltura creativa che spiazza. Il lettore non può farne a meno, quei libri se li porta nel cuore. Per sempre.
Capita anche che si senta piccolo e colpito dalle zaffate di emozioni che arrivano in pieno. A me succede quando storia e stile narrativo sono come cattedrali. Abbracci bellezza con gli occhi sapendo che è rara, esattamente come il libro che hai in mano. Quei libri, quelli giusti, non ti deludono. Non ci sono alternative, sono bellissimi. E ti consideri fortunato per aver fatto parte di quel mondo con lo sguardo che poi porti con te nell’anima. Ricorderai frasi, ambientazioni, luoghi, il fascino di città senza tempo ed i turbamenti dei personaggi. I libri giusti non ti tradiranno. Saranno i tuoi e ti auguri che possano diventare anche quelli di altri lettori.
Il romanzo La foresta invisibile di Maria Elisabetta Giudici ti proietta in una storia in cui entri subito a gamba tesa, già tramortito dagli eventi che crescono come le onde in tempesta. E il libro è una tempesta emotiva di fatti che si concatenano tra loro fino ad intrecciare storie, nomi, terre, vita, morte. Tutto ruota attorno ad una preziosissima collana di corallo. È un vortice di cospirazioni, di amore, di mistero, di fratellanza, di generazioni che si trascinano verso un obiettivo, ognuno con il suo. Dalla Sicilia, alla Puglia, dalla Francia alla Russia, per un giro di vite che si chiude con l’inaspettato ed il prevedibile di una storia che lascia senza fiato per il racconto e la scrittura. Ogni vita, quella dei protagonisti e quella delle figure secondarie, è legata alle altre come i grani di un rosario. In fondo, tutte le collane non sarebbero tali se non si chiudessero come mani strette in segno di fiducia, di patto.
Bello, bello, lo stile di Maria Elisabetta Giudici. È bella anche la storia, bisogna dirlo. Quando è giusto è necessario scriverlo. Non ci rimane che la verità di dire le cose così come stanno, altrimenti si finirebbe in una foresta invisibile.
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