L’arte di Arturo Serra Gomez gli Apostoli dormienti
Il gruppo scultoreo degli Apostoli dormienti della confraternita
Marco Tedesco
del Santissimo Crocifisso de la Caridad di Murcia
In occasione del numero di aprile di Arte e luoghi, si vuole concentrale l’attenzione sulla festività cristiana più importante, la Pasqua e gli eventi ad essa correlati. Ci concentreremo soprattutto su uno di questi eventi, l’orazione nell’orto degli ulivi di cui presentiamo il gruppo degli apostoli dormienti, opera dello scultore Arturo Serra Gomez, erede odierno della grande tradizione artistica spagnola dal Seicento in poi, in cui a dominare la scena era l’influenza delle innovazioni apportate all’arte pittorica dal Caravaggio, autore tra il 1604 e il 1606 di un perduto dipinto dal titolo Cristo nell’orto degli ulivi, influenza riscontrabile nella pittura di Diego Velasquez e in particolar modo nel suo Cristo crocifisso del 1632 oggi al Prado di Madrid e all’arte scultorea dall’arrivo a Madrid delle opere scultoree di Giacomo Colombo, in particolar modo il Cristo alla colonna del 1698, oggi nella cattedrale di Madrid ma commissionato al Colombo dal Marchese di Mejorada y Breña per la chiesa di San Ginés, come rivelato dallo stesso Serra Gomez in un commento del 2016 sul popolare social network Facebook.
Innovazioni all’arte della pittura e della scultura che erano basate sulla raffigurazione realistica delle cose cosi come esse appaiono ai nostri occhi. Un realismo basato sull’impatto visivo ed emozionale che subito rende l’osservatore partecipe alla scena. Tutto questo oggi, lo si può vedere nella produzione scultorea di Arturo Serra Gomez, scultore, restauratore e studioso dello stesso Giacomo Colombo. L’opera che qui presentiamo e il gruppo scultoreo degli Apostoli Dormienti appartenente al gruppo processionale della Settimana Santa di Murcia raffigurante l’Orazione nell’orto degli ulivi, eseguito per la confraternita del Santissimo Crocifisso della carità.
Il gruppo scultoreo dei due Apostoli Dormienti, che Arturo Serra Gomez ha realizzato nel 2020, è una scultura in legno di cedro policromo ad altezza naturale. Il momento scelto dall’artista è quello in cui gli apostoli sono caduti nel profondo sonno che nel vangelo corrisponde al momento in cui Cristo dopo essersi allontanato dagli apostoli per pregare, torna verso di loro e rivolge ad essi la frase «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione» (Vangelo di Luca). Analizzando il volto dei due apostoli, la sentiamo notiamo che essi dormono ma allo stesso tempo mostrano un senso di tristezza e di sofferenza. Sanno cosa sta per accadere, sentono che di lo a poco il loro Maestro verrà consegnato nelle mani delle guardie dei sommi sacerdoti e mostrano un senso di colpa nell’aver ceduto alla debolezza. Nel gruppo scultoreo eseguito da Arturo Serra Gomez, Cristo non si vede ma ne si intuisce la presenza. La frase citata tratta dal Vangelo di Luca la sentiamo pronunciare perchè osservando l’opera, l’osservatore è al compento anche attore della stessa. Come un vero e proprio regista infatti, Arturo Serra Gomez ci da l’impressione di trovarci nel Getsemani e di vivere le stesse sensazioni di stanchezza, di dolore e di sofferenza vissute dagli apostoli in quella lunga e angosciosa notte in cui stava per compiersi il progetto di Dio per la salvezza degli uomini, attraverso la morte e la resurrezione di Cristo. Colpisce inoltre in questo gruppo scultoreo anche l’attenzione al particolare delle vesti degli apostoli, caratterizzata dall’evidenziato panneggio che sottolinea le pieghe degli abiti degli Apostoli dormienti, appoggiati ad una roccia e che lasciano intuire la postura, ad esempio il ginocchio alzato di Pietro, la mano distesa poggiata sulla roccia con naturalezza, l’attenzione al movimento del capo che lascia intuire un’attenzione alla muscolatura del collo, il particolare delle barbe e dei capelli dei due apostoli finemente scolpite nei minimi particolari, permettendo di distinguerle ad occhio nudo pelo per pelo, dando l’impressione di trovarti davanti a due uomini prima ancora che a due santi: due uomini che come tutti gli uomini sono inclini alle tentazioni del peccato, prima di diventare santi veri e propri.
Con Arturo Serra Gomez dunque, si affaccia nella scultura la fusione caravaggesca tra santità e umanità, accentuata da un attento studio anatomico e una particolare attenzione al dinamismo dei copri che Serra Gomez prende dal grande scultore Giacomo Colombo, portando alla luce grazie alla sua arte gli schemi della grande tradizione storico artistica della Sagna seicentesca, rendendoli alla portata di noi uomini del terzo millennio.