Tra natura e simboli la pittura di Marco De Mirto

Figurazioni di ispirazione classica che attingono dalla religione e dal mito per leggere la contemporaneità

Certamente figurativo, con un pizzico di surreale che non guasta, il giovane Marco De Mirto ci racconta la sua vita e, soprattutto, ci parla delle sue scelte artistiche: «Sono nato nel 1979, sono cresciuto in una famiglia di artigiani a San Cesario di Lecce, piccola città nel Salento, estremo lembo meridionale della Puglia. Quando ho cominciato a interessarmi alla pittura, il mio punto di partenza è stata la tradizione pittorica del Barocco napoletano, così diffuso nella mia terra.

Così, dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte per un breve periodo, la mia unica ‘scuola’ è stata l’osservazione di quei capolavori e lo studio dello stile e della tecnica dei Maestri del passato. Ho cercato di proporre l’interpretazione di un artista contemporaneo per questo sostrato ‘antico’, muovendomi sulla scia di un’ispirazione ironica e ricca di metafore.


Ho collaborato con alcuni storici dell’arte dell’Università del Salento, che hanno curato le note critiche per le mie mostre, e con alcune gallerie nazionali e internazionali (Stati Uniti, Cina).
Tra le mie mostre più recenti:”Mistico Pagano”, personale di pittura, Fondazione Palmieri, Lecce, con il patrocinio dell’Università del Salento, a cura di R. De Giorgi (aprile 2016);
“Lo specchio convesso. Il naturalismo di Marco De Mirto”, personale di pittura, Conservatorio Sant’Anna, Lecce, con il patrocinio del Comune di Lecce, a cura di L. Galante (luglio 2016);
“The fertile southern art. Lyric of colour and forms in the works of ten artists from Salento”, collettiva, Louvre-Musée des Art décoratifs, Parigi, settembre 2017;
“Contemporary Italian masters and colonial art, collettiva, Carstens Galleries, Boca Raton (US-FL), October 2017.»

La caccia di Diana di Marco De Mirto


I tuoi dipinti paiono tendere al surreale, al naif, sembri perennemente alla ricerca di un modo per comunicare al meglio i tuoi messaggi…
«L’essenziale è invisibile agli occhi» dice il Piccolo Principe. Al contrario, la mia ricerca artistica si focalizza sul raggiungere il nucleo delle cose, dando corpo e lineamento al materiale emotivo di cui si nutrono le mie opere. I personaggi e gli oggetti che abitano i miei dipinti superano una realtà esclusivamente visiva, fatta di apparenza. Cerco invece di ‘scavare’ questa realtà, attribuendole significati surreali e onirici. Animali, volti, elementi inanimati: il mio repertorio iconografico trova le sue caratteristiche precipue nel senso della meraviglia e in una sorta di irrequietezza. La mia arte scaturisce da una cultura di ispirazione classica e rimane nell’alveo della figurazione tradizionale, anche per l’uso dell’olio su tela. Il simbolismo, come un fil rouge, connota sempre i miei dipinti. Si tratta di un realismo ‘metafisico’ e concettuale, con numerosi riferimenti alla religione e al mito, che si intrecciano e sono sempre elaborati in chiave trasfigurativa, che può essere rivelata attraverso i titoli che do alle mie opere.
E, come racconti mitologici, carichi di mistero, ecco scorrere le immagini che De Mirto ci offre: Capra mistica, Ab ovo, Noli me tangere, L’intruso, La caccia di Diana…