Il mistero di San Mauro
Per i luoghi del mistero andiamo nel Salento sulla rupe che sovrasta la costa e su cui si erge l’abbazia basiliana
Raffaele Polo
Erano gli anni Sessanta e ci prefiggemmo, ancorché ragazzini, di scoprire ‘il mistero di San Mauro’, ovvero di accedere alla caverna principale tra quelle che erano sulla meravigliosa altura che domina il mare, proprio nei pressi della Montagna Spaccata, del lido Conchiglie e della baia di Gallipoli.
Con un po’ di timore, ci addentrammo nella impervia salita e la grotta, con l’apertura ostruita da sterpaglie cresciute in abbondanza, ci consentì uno scomodo ingresso ed un percorso di pochi metri: un muro di grosse pietre bloccava tutto, sicuramente eretto per mettere in sicurezza la grotta. Ma la delusione fu forte, chissà cosa immaginavamo di scoprire in quell’anfratto… Piuttosto, la chiesetta di San Mauro, ci ha sempre impressionato per la sua ubicazione e per la silenziosa, raccolta quantità di generi artistici e culturali che comprende. Completamente abbandonata sull’altura, si mostrava con il suo interno corroso ma nel quale affioravano immagini e pitture che parevano parlarci un linguaggio unico, segreto. Non so, adesso che la chiesa è stata riconosciuta meritevole di attenzioni e restauri, se conserva quell’austero fascino, un po’ misterioso, che incuteva un certo timore in noi giovanissimi, tutti attenti ai racconti che ce la indicavano come luogo sicuramente testimone di quelle ‘messe nere’ il cui solo accenno ci incuteva paura… E poi, il saltuario apparire di bagliori isolati provenienti dall’interno della chiesa, ci faceva tralasciare la naturale curiosità, soprattutto nelle ore notturne. Abbiamo poi imparato che la costruzione dell’abbazia non ha una data certa. Le prime notizie si possono ricavare da un documento del 1149 e riguardano una donazione alla comunità monastica che aveva preso dimora sulle alture di Orthólithon, cioè “rupe dritta”. Si ha ancora traccia di ulteriori donazioni sino al 1331, poi più nulla. Tra l’altro le pergamene dell’epoca sono state smarrite: nel 1497 risultava già da tempo in stato di degrado e abitata solo dall’abate.
Il monastero che doveva sorgere alle sue spalle, sulla parte più alta della rupe, ebbe la peggior sorte. Infatti nel 1567 era già ridotto in macerie e poco rimaneva degli edifici vicini. Ora non resta nulla, se non un cumulo di rocce e terra e conci di tufo sparsi un po’ ovunque.
La chiesa all’interno è suddivisa in tre navate: le pareti e la volta mantengono ancora oggi vaste porzioni visibili e riconoscibili degli affreschi che una volta abbellivano in modo mirabile la piccola Abbazia. Lungo la navata centrale viene raccontata la vita di Gesù dalla sua nascita sino alla discesa al limbo. Sulle facce dei pilastri sono rappresentati numerosi santi, alcuni purtroppo non più riconoscibili, mentre altri è possibili identificarli grazie a dei cartigli in greco (vi è una rara immagine di san Niceta).
Ma proprio in questa zona, un altro piccolo mistero è stato testimoniato anche da turisti, amanti dal trekking e dallo stesso ‘Quotidiano’ che, nel 2018, si è occupato della misteriosa sparizione dell’altalena che era diventata una tradizione, un punto di riferimento per gli amanti di questi luoghi. Come questa altalena si ritrovi sulla insenatura rocciosa tra Lido Conchiglie e Santa Maria al Bagno, è rimasto un vero e proprio mistero. Ed è un mistero la sua scomparsa quando, al pino centenario cui era stata assicurata, sono state lasciate solo le corde che la reggevano. E, ai numerosi tentativi di ripristino, è sempre succeduta una scomparsa misteriosa…
Piccole cose, episodi minuti che, peraltro, ambientati in questa zona, fanno da corona ad un’altra ‘stranezza’: quella della ‘pietra spaccata’ unica impresa dell’uomo moderno che ha pensato di tagliare in due una ‘montagna’ per farci passare la strada costiera…