La guerra del vino. Alle cantine Palamà gusto e cultura

Un appuntamento, il prossimo 9 luglio 2024, per presentare l’idea di una rassegna che declina gusto e cultura nel cuore produttivo della Vinicola Palamà che da tre generazioni lega viticoltura, passione e amore per la propria terra. Una gustosa cena preparata dallo chef Gibos e poi lo spettacolo di e con Fabrizio Saccomanno e la musica di Marco Schiavone

Giro di vino Esperienze di gusto in cantina è il preludio di una rassegna, con una programmazione autunnale, che apre il prossimo 9 luglio 2024 alle cantine Palamà di Cutrofiano. L’evento, organizzato dall’associazione culturale Ventinoenove in collaborazione con l’azienda di Michele Palamà, avrà inizio alle 20:30 con una gustosissima cena (posti limitati in prevendita € 75 euro a persona, info 3331207509) curata dallo chef Gibos e innaffiata dai celebri Metiusco bianco e rosato della casa.


Una serata nel segno dell’enogastronomia con l’intento di coniugare gusto e cultura per poter promuovere a pieno il territorio, l’identità raccontata attraverso i suoi prodotti, in primis il vino. E legato alla storia del vino è lo spettacolo “La guerra del vino”, liberamente ispirato al libro di Alfredo Polito e Valentina Pennetta, che andrà in scena, alle 22, nel cuore produttivo della Vinicola Palamà con l’attore Fabrizio Saccomanno e la musica di Marco Schiavone. «È uno spettacolo straordinario che abbiamo avuto già occasione di ambientare tra i nostri vigneti nel 2020» anticipa lo stesso Michele.
La guerra del vino è un viaggio nella memoria, il racconto di una delle pagine più drammatiche della storia meridionale del dopoguerra: il 9 settembre 1957 a San Donaci, uno dei maggiori centri di produzione vinicola pugliese, si alzò la protesta dei contadini che manifestavano in piazza contro il calo del prezzo dell’uva da parte degli industriali del Nord. Ma la rivolta venne repressa nel sangue, le forze dell’ordine spararono sulla folla: tre giovani braccianti Mario Calò, Luciano Valentini e Antonia Calignano persero la vita, 103 contadini furono denunciati e 36 arrestati. Giuseppe Di Vittorio disse «Non si illuda il governo di poter risolvere la crisi di un settore fondamentale dell’agricoltura nazionale cercando di soffocare con la forza le legittime richieste di milioni di piccoli e medi viticultori».


E ancora oggi, risuonano ancora attuali e, purtroppo incompiute, le parole pronunciate da Palmiro Togliatti «Vogliamo che l’Italia diventi un Paese civile, dove sia sacra la vita dei lavoratori, dove sacro sia il diritto dei cittadini al lavoro, alla libertà, alla pace!»
«E l’unica via percorribile è creare occasioni di confronto e di cultura, ecco perché abbiamo pensato all’idea di una rassegna che porterà tra le botti e nei nuovi spazi appena ristrutturati della nostra cantina letteratura e spettacolo in “un giro divino” – conclude Michele aggiungendo – noi giovani dobbiamo impegnarci a promuovere la cultura del vino, puntando alla sostenibilità e al bere consapevole per poter contribuire a costruire un futuro migliore per le future generazioni».


L’evento del 9 luglio sarà dunque il preludio di un ciclo di appuntamenti previsti a partire dal prossimo autunno. Intanto uno sguardo al menù della cena, che sarà aperta dagli antipasti: insalata di seppia con carote e sedano, carpaccio di pesce spada al pepe rosa e gamberetti con pomodorini secchi e mandorle, seguirà un raffinato primo al sapore di mare: un risotto al mojito con gamberetti, lime e menta e per secondo si potrà gustare un filetto di branzino e gamberone con insalata mediterranea il tutto accompagnato da una selezione di vini Palamà. Frutta di stagione e dessert chiuderanno la cena che si terrà nel cuore produttivo della Cantina, lo stabilimento costruito negli anni Cinquanta da Michele Arcangelo Palamà a Cutrofiano come racconta Michele. «Mio nonno ereditò il punto vendita Palamà che la visionaria zia Ester aveva fondato nel 1936 e a lui si deve la nascita del vigneto con la messa a dimora delle piante di Negramaro fiore all’occhiello della nostra produzione. Mio padre Cosimo ha seguito le orme di suo padre guidando dagli anni ‘80 lo stabilimento e io a mia volta mi occupo della Vinicola Palamà dal 2018 che negli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali».

(an.fu.)

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