Tra parodia e paradosso, le icone pop secondo il visionario RX




In cinque domande POP PARADOX, la mostra personale dell’artista italiano

di Sara Foti Sciavaliere

Illustrazioni digitali, pitture e sculture che ci offrono un’inedita prospettiva dei nostri idoli moderni, per indurre alla riflessione: è il fil rouge della produzione artistica dell’artista italiano RX, fumettista, designer e artigiano. Una selezione delle sue opere, tra pitture e sculture, saranno in esposizione nella sua mostra personale, POP PARADOX, a cura di Gina Affinito, che avrà luogo presso la Ravenna Art Gallery, dal 10 al 17 maggio 2025.

«Un cortocircuito visivo, un gioco di specchi tra realtà e finzione, tra ironia e critica sociale: POP PARADOX è una mostra che esplora la contemporaneità attraverso il linguaggio delle icone pop e i cartoon. Simboli dell’innocenza e del consumo di massa, questi personaggi e immagini, svuotati del loro significato originario, si trasformano in specchi deformanti della nostra epoca, rivelando contraddizioni, tensioni e paradossi del presente.

Tra colori saturi, linee nette e forme familiari, le opere in mostra rielaborano l’immaginario collettivo con uno sguardo irriverente e provocatorio. Eroi infantili diventano emblemi di inquietudine esistenziale, mentre oggetti di consumo si caricano di valenze surreali o distopiche. La cultura visiva globale viene smontata e ricomposta in nuovi codici espressivi, tra nostalgia e critica, tra attrazione e disincanto.

POP PARADOX non è solo una celebrazione dell’estetica pop, ma una riflessione sulla nostra epoca, in cui l’iper-realtà supera la realtà stessa. In un mondo saturo di immagini, dove il confine tra vero e artificiale si fa sempre più labile, la mostra invita a interrogarsi: chi sta guardando chi? E cosa resta dietro il profilo rassicurante di un’icona?». Così ci viene presentato il progetto della personale dalla sua curatrice.

Sicuramente osservando le opere di RX, quei personaggi a noi noti, legati a un mondo personale e magari a ricordi di infanzia spesso consolatori e confortarti, non si può non rimanere incuriositi e al contempo disorientati, e fermarsi a riflettere, a guardare con occhi diversi quelle figure in parte svuotate – anche letteralmente – di alcune loro caratterizzazioni, quei tratti che ce le rendono tanto familiari. In questo straniamento si sospendono le nostre convinzioni, i luoghi comuni associati a quegli idoli, per spingerci oltre la superficie e scrutare nelle ombre che l’artista fa emergere, ombre nelle quali riconoscerci. RX comincia il suo percorso da autodidatta, la sua passione nasce da un bisogno urgente di esprimersi: prima attraverso la pubblicazione di graphic novel, poi con la scultura, la pittura, il disegno digitale, e dal 2018 la sua ricerca è orientata a svelare proprio il lato oscuro della mente umana (e animale) attraverso il riferimento ai personaggi iconici della cultura pop, con i quali la collettività ormai è solita confrontarsi.

Guidati da cinque domande all’artista, immaginiamo di percorrere con lui gli spazi della Ravenna Art Gallery e visitare la sua mostra, provando a trarre qualche scintilla dell’ispirazione che ne ha sollecitato la creatività e, allo stesso tempo, una chiave di interpretazione più prossima a quella dell’autore.

“Icone pop e cartoon svuotati del loro significato originario che diventano specchio deformante di un’epoca, la nostra”, in sintesi è un po’ questo il concept di Pop Paradox, ma questo percorso artistico quando e come ha preso forma?

RX: Vengo da una lunga gavetta come designer e fumettista. Ho sempre amato il mondo dei cartoon e sono affascinato dal concetto di cultura pop in generale.
Se un tempo le sculture e i dipinti ritraevano perlopiù figure religiose, oggi credo sia arrivato il momento delle nuove divinità: quelle del consumismo e dell’immagine, le cosiddette icone pop. Questi personaggi incarnano ideali di perfezione e divertimento eterno; sono parte del nostro immaginario collettivo, ci accompagnano da sempre e sono parte di noi.
Per questo mi sono sembrati subito i soggetti ideali per raccontare la società contemporanea, con tutte le sue contraddizioni, le imperfezioni, i dubbi esistenziali; in altre parole, la normalità che ci accomuna.
Il mio percorso artistico è unito da un filo rosso che ho voluto chiamare Pop-Paradox: un modo per mettere in luce i paradossi del mondo attuale attraverso i linguaggi e le icone pop che, da sempre, ci offrono punti di riferimento.

Mickey Mouse sembra farla da padrone come soggetto delle tue opere: che cosa rappresenta nella tua visione, all’interno del tuo progetto artistico?

RX: Mickey Mouse è probabilmente il personaggio cartoon più famoso al mondo. Proprio per questo è stato fin da subito il soggetto ideale per dare vita alla serie Light Off, in cui spoglio le icone pop delle loro caratteristiche più riconoscibili.
In un percorso creativo durato diversi anni, ho voluto rappresentare l’icona pop per eccellenza nella sua dimensione più intima, lontana dall’ossessione per l’immagine che caratterizza la società contemporanea.
Un moderno “San Francesco” dei nostri tempi, che sceglie di mettersi a nudo per riscoprire se stesso, fuori dagli schemi, dalle maschere e dalla perfezione imposta.

Qual è il personaggio iconico e/o l’eroe infantile che potrebbe essere incolume dall’operazione di re-interpretazione della tua arte? Se c’è n’è uno che ha sfiorato la tua fantasia ma hai avuto remore a scalfirne l’immagine. E in tal caso perché?

RX: Non credo esista una figura davvero intoccabile. Tutti i personaggi pop che conosciamo, volenti o nolenti, veicolano dei valori o raccontano qualcosa di noi. Proprio per questo la loro attitudine può essere messa in discussione, reinterpretata, osservata da angolazioni nuove.
Detto questo, credo anche che nella rappresentazione debbano esistere dei limiti: il messaggio, anche quando è forte o provocatorio, deve sempre essere espresso con rispetto, utilizzando linguaggi formali coerenti con il soggetto rappresentato.

Per chi, come me, si approccia con diffidenza all’arte contemporanea, cosa consiglieresti per avvicinarsi alla tua visione e poter “leggere” appieno il messaggio delle tue opere?

RX: Invito a non partire con pregiudizi nei confronti di immagini che, a un primo sguardo, possono sembrare semplicemente divertenti o volutamente provocatorie. Prima di esprimere un giudizio, è importante fare una panoramica più ampia del mio lavoro. Viviamo in un mondo frenetico, costantemente bombardati da immagini e messaggi. L’arte, invece, ha bisogno di tempo: per essere assorbita, per trasmettere una sensazione autentica e, infine, per generare una riflessione nello spettatore.
Lo scorso anno è uscito il mio libro Pop-Paradox, disponibile su rxstrip.it, una raccolta dei miei lavori più recenti. Chi è interessato al mio percorso artistico troverà lì uno strumento utile per comprendere più a fondo la mia visione e il messaggio che cerco di trasmettere attraverso le mie opere.

La mostra invita a interrogarsi: “Cosa resta dietro il profilo rassicurante di un’icona?”. Se tu non fossi l’autore ma uno dei visitatori della Ravenna Art Gallery che vede per la prima volta le opere in mostra, cosa risponderesti a questo interrogativo?

RX: È una domanda difficile, perché avendo partecipato al processo creativo, la mia lettura delle opere è inevitabilmente univoca e personale.
Posso però immaginare che, per un visitatore che si avvicina per la prima volta al mio lavoro, la reazione iniziale possa essere un senso di divertimento, seguito da una lieve inquietudine.
Spesso, ciò che a prima vista sembra semplicemente un’idea simpatica, nasconde a uno sguardo più attento sensazioni profonde e intime. Racconti che, pur partendo da esperienze personali, finiscono per toccare corde universali e parlare anche allo spettatore.



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