Negli occhi del Grifone. Viaggio dentro se stessi

I luoghi della Parola/ spazio recensione

Negli occhi del Grifone di Luca Tenneriello

 di Laura Maniscalco

 

 

Questo romanzo d’esordio del giovane studente Luca Tenneriello rientra nei canoni di un romanzo d’iniziazione, che segna il passaggio da una vita deludente e amorfa, basata su una visione egoistica e adolescenziale dell’esistenza, a un’acquisizione del senso profondo del vivere, tollerante con il “diverso” e aperto alla solidarietà, attraverso ardue e inaspettate prove.

Ancora adesso presso alcuni popoli i giovani, nel passaggio dall’adolescenza al mondo degli adulti, vengono sottoposti a gare difficili e a privazioni, per saggiare e rafforzare il carattere, come avveniva del medioevo, quando i cavalieri iniziavano il cammino nel mondo, la loro personale lotta contro le ingiustizie e i soprusi dei violenti e degli sfruttatori a danno dei più deboli.

Possiamo definirlo anche un viaggio alla ricerca della propria esistenza, un viaggio all’esterno e all’interno di sé, che si svolge in otto giorni e ventiquattro capitoli, come ventiquattro sono i libri di un altro celebre viaggio, l’Odissea.

A somiglianza del poema omerico si conclude con il “Nostos”, il ritorno dell’Eroe a casa, il ricongiungimento con le persone care, la vittoria sulle forze del male e il trionfo dei valori fondanti della vita: la famiglia, l’amore, l’amicizia, la dignità personale, però dopo avventure e tribolazioni.

In questo filone di viaggi s’inserisce la stessa Divina Commedia, viaggio metaforico nei tre regni dell’Oltretomba, cioè viaggio nel lato oscuro dell’anima, nei vizi e nelle perversioni, per risalire verso la luce e realizzare la purificazione e la redenzione.

E s’inserisce anche il celebre “Ulisse” di Joyce in cui due personaggi, il maturo Leopold Bloom e il giovane Stephen Dedalus, percorrono in un’intera giornata, cioè ventiquattro ore, la città di Dublino, sintesi materiale e spirituale del mondo moderno.

Attraverso numerose avventure i due arrivano a comprendersi, ad accettarsi nella loro diversità di carattere e di cultura. Tra Bloom, che ha perso un figlio in tenera età, e Dedalus, che cerca un padre in cui trovare equilibrio e sostegno, nasce un affetto basato sul rispetto reciproco.

Al centro del “viaggio” di Luca Tenneriello c’è Roma, con i suoi tesori d’arte, le sue affascinanti leggende e i suoi misteri, una Roma che il giovane protagonista, Luigi, impara a conoscere nei suoi lati più segreti, grazie all’aiuto di uno strano personaggio, Felice, un novello Virgilio, saggio maestro di vita e guida preziosa per varcare il ponte invisibile che separa la vita inconsapevole dalla vita vera e approdare a una rinnovellata umanità.

Nel romanzo s’intrecciano varie vicende e il presente appare a volte come un riflesso o una prosecuzione del lontano passato. Anche tra Luigi e Felice, il barbone dai capelli rossi, nasce, come tra Leopold e Stephen, un’amicizia spontanea, rafforzata dalle vicissitudini che i due affrontano insieme.

Luca delinea, con bravura e un attento scavo psicologico, la personalità dei due protagonisti, ce li fa amare fin dall’inizio e cattura la nostra attenzione sino al finale a sorpresa. Il suo stile è fluido ed elegante e denota una profonda conoscenza letteraria e linguistica.

A proposito dello scrittore irlandese occorre sottolineare le sue innovazioni rispetto alla narrativa tradizionale. La sua prosa sperimentale e il crollo delle strutture linguistiche, che insieme alla tecnica del monologo interiore e al tentativo di descrivere il flusso di coscienza, cioè l’ininterrotto magma di sensazioni, sentimenti, ricordi che costituisce la nostra realtà intima, segnano un punto di rottura tra il passato e la modernità.

Luca, sulle orme del grande maestro della letteratura contemporanea, penetra nell’interiorità dei personaggi, restando però sempre nel solco della tradizione e rispettando le tecniche linguistiche, sedimentate attraverso tutta la storia della letteratura.

Descrizioni suggestive di Roma e della campagna romana arricchiscono come delicate pennellate l’opera, in cui luci e ombre si alternano, creando una cornice variegata e misteriosa intorno alle avventure dei personaggi.

E la luce bianca e abbagliante è la vera protagonista del capitolo ventidue, punto focale di tutta la straordinaria storia.