Nella scatola del web c’è un “Diritto in concreto”

I Luoghi della Parola/Stylosa

Come Eleonora Galati si racconta

di Lucia Accoto

   

Cerco spesso in rete, sui social, qualcosa di diverso, di interessante da leggere. Apro, chiudo link, seguo profili e blog. Online si naviga a vista, a suon di Like. I pirati del “Mi Piace”ne sanno e ne fanno una più del diavolo per razziare condivisioni. I consensi, il più delle volte, sono una semplice cortesia ricambiata. Salvo chiamarsi Belen Rodriguez e allora si naviga con il vento in poppa anche di scirocco, anche quando non si ha nulla da dire. Le maglie della rete si allargano e si stringono con niente. Il web è pur sempre una risorsa. È come chiudere il mare di pensieri, di foto, di riflessioni, di colori, in un barattolo che porti appresso. Ovunque. E anche la voce muta dei sentimenti, della rabbia, delle emozioni, delle battaglie. Basta soltanto fiutarne l’incipit, l’attacco dalle piccolissime cose. Da ciò che l’inchiostro sa lanciare in rete come esca. E in questo giro di boa, mi imbatto nel blog “Diritto in concreto” di Eleonora Galati, una studentessa di giurisprudenza all’Università di Parma, con l’amore per la scrittura di origine leccese. A sedici anni pubblica il suo primo libro di poesie “Paradiso incompleto” per poi a diciotto uscire con il romanzo “Vitanuova”.

 

Il blog della Galati è qualcosa di più di un contenitore di riflessioni. Nei suoi articoli si avverte la passione per la scrittura, il coraggio di dire le cose senza filtri, la caparbietà di riappropriarsi del Diritto, la voglia di credere nella Giustizia, di valutare gli errori. Si legge in un suo pezzo: “Spesso tendiamo ad avere poca fiducia nella legge. Crediamo che la legge non sia uguale per tutti, che la giustizia non esita, che questo “diritto” di cui tutti parlano sia, in realtà, un patetico teatrino, dove dei burattini togati fanno a gara a chi più “rigira la frittata” (un’espressione raccapricciante che, haimè, sento sempre più spesso) per essere, poi, giudicati da qualche specie di Azzeccagarbugli che decreterà il vincitore a seconda di quanti capponi gli vennero donati. Innanzitutto: sempre libera di ascoltare sia l’opinione di ogni singolo, qualunque essa sia, purchè nasca dal germoglio della riflessione, venga innaffiata dall’acqua preziosa dell’informazione dal fuoco sacro del rispetto. Riflettendo, se il diritto fosse solo una mera ed inutile finzione, non avrebbe motivo di esistere. Senza diritto non esisterebbero i popoli, le culture, le ideologie. Senza il diritto non esisterebbe alcun uomo sulla Terra, poiché saremmo annientati tutti dal bellum omnium contra omnes hobbessiano. …” Ecco, c’è molta anima negli articoli di Eleonora Galati. Si legge anche molta grinta. Il blog “Diritto in concreto” che tratta anche attualità, appare un po’ come la forza di uscir fuori dalla sabbie mobili che paralizzano che costringono a tacere per sempre. Muti su ciò che accade facendo anche finta di non vedere. Gli articoli di Eleonora mi sembrano un travaglio interiore, ma anche un urlo che induce a svegliarsi dal piattume.