Ricordando Renata Fonte

Grazie Renata Fonte

Trentadue anni fa, la notte del 31 marzo 1984, mentre rientrava a casa dopo un consiglio comunale, l’assessore alla cultura e alla pubblica istruzione del comune di Nardò Renata Fonte fu uccisa da tre colpi di pistola.

La sua lotta contro le speculazioni edilizie nell’area del parco di Porto Selvaggio, presa di mira dalla criminalità organizzata, firmarono la sua condanna a morte.

Per dirla con le parole della figlia, Viviana Metrangola: “Il senso della sua morte sta in quello che ci ha lasciato. Mia madre è stata una donna che ha combattuto per la giustizia, per la legalità, per la democrazia e per la libertà del suo territorio. È stata uccisa per questo …”

Sì, siamo tutti debitori di Renata Fonte.

Se ancor oggi chi passa nel Salento può ammirare lo straordinario paesaggio di Porto Selvaggio ora parco regionale insieme alla palude del Capitano lo si deve a lei e al suo impegno civile e alla sua lotta in difesa della sua terra. Lo ricorda una stele posta in occasione del 25 anniversario della morte proprio lì a Porto Selvaggio ed è ricordata ogni anno il 21 marzo nella Giornata della Memoria e dell’Impegno di Libera, la rete di associazioni contro le mafie, che in quella data legge il lungo elenco dei nomi delle vittime di mafia e fenomeni mafiosi. Ma non basta ricordarla, il valore della sua lotta deve essere la bussola che deve orientare i nostri comportamenti quotidiani. Solo così si può continuare ad onorare la sua memoria, a non rendere vana la sua morte.

In memoria di Renata Fonte nasce a Lecce nel 1998 l’associazione “Donne Insieme” presieduta da Maria Luisa Toto con l’intento di promuovere la legalità e la non violenza sul territorio. Da una intensa collaborazione con la Procura Nazionale Antimafia, la Questura e il Pool Antiviolenza del Tribunale nasce successivamente la “Rete Antiviolenza Renata Fonte” (RARF), primo centro antiviolenza, riconosciuto dal Ministero dell’Interno in collaborazione con il Ministero delle Pari Opportunità.

Nardò le ha intitolato una piazza e recentemente, lo scorso 10 marzo, il comune di Andrano ha voluto intitolare alla sua memoria il parco comunale di Castiglione.

La sua drammatica vicenda è stata narrata dal giornalista Carlo Bollino, nel libro La posta in gioco, edito da Carmine De Benedittis e da Antonella Mascali da cui viene poi tratto l’omonimo film per la regia di Sergio Nasca e interpretato da Lina Sastri, Turi Ferro e Vittorio Caprioli.

Sul web, oggi, in occasione del tristissimo anniversario della sua uccisione tantissime le foto e i post per ricordarla con l’hashtag #‎RenataFonte:‬ un tributo doveroso a chi ha cuore la libertà e la difesa del territorio.

Grazie Renata Fonte!

an.fu.