la montagna spara. Al Mercadante di Napoli
La montagna spara al Teatro Stabile di Napoli
La montagna spara è un innesto fantastico tra mitologia – andina e lucana – e storia, dove la montagna si fa spazio appartato e libero che dà voce a ricordi, immagini, eventi, figure e riconsegna alle protagoniste il senso del loro passato e la forza rigeneratrice della memoria. Ricordando, come proprie, vite non vissute, esse aprono gli occhi sulla rimozione, che destituisce di senso il nostro presente e farebbe sì che persino le montagne si abbassino, diventino piane e dimentichino.
Una donna trentenne d’oggi immagina un contraddittorio della propria coscienza, una parte di sé che le si opponga, e che abbia scelto, in variabili spazio-temporali distanti (dagli anni ‘70 addietro), di dire “no”, rifugiandosi nella resistenza utopica: una montagna, da cui sparare. Sparare a una pianura desertificata e di morti in vita, che non risponde, tranne in rari risvegli. A risvegliare la nostra protagonista è il rimorso per una supposta sorella, morta e dimenticata, che torna a visitarla, o meglio viene evocata al suo minimo cenno di pensiero libero. E ad ogni ritorno le getta addosso uno sguardo corrosivo, che provoca un dialogo tra due estremi – si chiamano Ratana e Antara – che sembrano non condividere più un immaginario, e non trovare più corrispondenza tra parole e idee. Ma l’assuefazione al mondo pubblicitario, che la circonda e la abita, combina a Ratana uno scherzo: le apparizioni di Antara nascono dai segni ambigui di messaggi promozionali, che campeggiano in scena, frutto di una combinazione fantastica tra immaginario ideologico e propaganda commerciale. Anche le sollecitazioni dell’anima ribelle che le parla, si confondono con reclami di vendita e di prodotti. Come, infatti, la stessa voce di coscienza le ricorda: “Il nemico non ha faccia, te lo mangi ogni giorno, te lo suoni, te lo bevi, te lo canti, te lo pensi…”. Più che di sorelle, si tratta di due facce intercambiabili, calate in contesti opposti: se l’una ha potuto, a suo tempo, prendere la mira e sparare, la nostra cerca ancora il bersaglio mobile e camuffato, e la sua forma di resistenza quotidiana. Essendo ormai il nemico intima parte di sé.
drammaturgia e regia
Giovanna Giuliani
con
Chiara Baffi, Giovanna Giuliani
luci
Mario Amura
tecnico
Carmine Pierri
scene
Francesco D. De Luca, Ettore Guerrieri
collaborazione alla drammaturgia
David Romano
dialetto di Montalbano Jonico
Domenico Rodolfo
interventi sonori
Davide Mastropaolo
assistenti
Gilda Andria, Marilù Parisi
costumi
Second Trend m.g.
una produzione Katzenmacher
in collaborazione con Teatro Stabile di Napoli
si ringrazia Elvira Garbato
e per le musiche Daniele Sepe
Ridotto del Mercadante 20 > 30 gennaio ‘11
(fonte: comunicato stampa)
teatro stabile di napoli
piazza municipio – 80133 napoli
tel. 081.5510336 – 081.5524214 – fax 081.5510339
biglietteria: 081.5513396
mail: info@teatrostabilenapoli.it – www.teatrostabilenapoli.it
mail: info@teatrostabilenapoli.it – www.teatrostabilenapoli.it
orario spettacoli:
gio 20, dom 23, mar 25, mer 26, ven 28, sab 29 gennaio ore 21.00
ven 21, sab 22, gio 27, dom 30 gennaio ore 18.00
lun 24 ripos