FuturoRemoto di Gianni De Benedittis

 

Gianni De Benedittis trasforma la sua creatività in monili preziosi
prendendo spunto dai colori e dalle suggestioni del suo Salento

L’IMPREVEDIBILITA’ DELLA FORMA DIVENT ARTE

di Antonietta Fulvio

 

FuturoRemoto, in un ossimoro il senso della ricerca artistica di Gianni De Benedittis, designer e ideatore dell’omonimo  brand, tra le più affermate espressioni della creatività made in Italy. Salentino doc, il legame con la propria terra sembra suggerirlo il “sonoro tamburello” in oro giallo e diamanti, omaggio all’identità e alle tradizioni, tra gli oggetti preziosi delle tante collezioni realizzate, tra le quali la linea Squalo, una pinna in oro, orlata di diamanti, che emerge dall’azzurro intenso del zaffiro, evocazione dei due mari, lo Jonio e l’Adriatico, che lambiscono il Salento.

Vincitore della terza edizione del concorso Who is on Next(Alta Roma e Vogue Italia) ultimo successo in ordine di conferimenti è il Premio delle Arti e della Cultura, istituito da Indro Montanelli, che lo scorso settembre gli è stato attribuito dalla giuria della XXI edizione per il “design del gioiello”. E lo ricorda ancora il suo primo gioiello, un anello con tormalina verde che conserva gelosamente. “Il desiderio di vincere una sfida con se stesso”, cominciò così un lungo percorso di ricerca e di studio, all’età di 22 anni, intrapreso  grazie a quel sano “seme dell’incoscienza”, quell’innato e irrinunciabile intuito che suggerisce una nuova strada da percorrere. Con gentilezza e semplicità, Gianni de Benedittis racconta di sé, di quando dalla logica dei numeri – la sua prima formazione è legata agli studi matematici – ha scelto la strada dell’arte, “dell’imprevedibilità della forma”. Forme che l’ispirazione traduce prima in disegni e poi in opere uniche. “Mi capita di disegnare ovunque, anche in aereo: tutto parte da uno schizzo poi nell’atelier l’idea diventa oggetto d’arte”.

 

Ma cosa è più difficile pensare un gioiello o realizzarlo? “Per plasmare una forma o incastonare una pietra subentra la tecnica, la vera sfida è concepire l’idea, svelare la forma che hai nella testa” spiega l’artista. Formatosi presso le Arti Orafe di Firenze, ha completato gli studi sui gioielli contemporanei all’Istituto d’arte “P. Selvatico” di Padova e appreso le antiche tecniche celtiche al City College di Manchester. Gianni De Benedittis ha studiato con grandi maestri europei, Francesco Pavan, Graziano  Visintin e Giò Carbone: “la formazione, la continuità nello studio e nella ricerca sono indispensabili per chi vuole intraprendere la nobile arte orafa”.

Nulla è lasciato al caso: l’accostamento di pietre e metalli è sempre la traduzione di un’idea che sintetizza la filosofia del brand futuroRemoto: concepire un gioiello cinetico che supera l’immobilità della semplice giustapposizione di pietre e metalli per raggiungere il dinamismo dei singoli elementi che lo compongono.

“L’artista a cui mi ispiro? Leonardo da Vinci, l’inventore per antonomasia, l’uomo che ha studiato e sfidato le leggi della natura concependo macchine straordinarie come l’aliante per realizzare il desiderio più intimo dell’uomo, il sogno di volare”. E, non a caso, tra i suoi gioielli figurano anche particolarissimi ciondoli che riproducono la forma dell’aliante, chiaro omaggio al genio leonardesco.

Nelle sue creazioni l’antica tradizione orafa si fonde con la pura creatività, il desiderio di bellezza che unisce natura e ingegno seguendo le istanze più innovative del design contemporaneo. E’ sorprendente ciò che riesce a creare abbinando oro  – specie giallo e rosé – e gemme preziose –  le sue preferite sono l’ametista per il suo splendido colore, l’opale perché gocce d’acqua imprigionate nella roccia, e i coralli così straordinari da lavorare anche se andrebbe salvaguardato l’impoverimento delle barriere coralline.

Metalli preziosi e pietre dure sono plasmati con eleganza e leggerezza: i gioielli futuroRemoto non nascono dal semplice montaggio di gemme su telai d’oro o d’argento ma sono l’elaborazione di un artificio dal sorprendente effetto naturale. Con estrema abilità ed estro compositivo egli incorpora i materiali in strutture raffinate e originali trovando la sintesi perfetta tra spazio e luce, pieno e vuoto. Ricercatissimi. Indimenticabili. I suoi gioielli sono richiesti sia dal mondo della moda che da quello del cinema. Nell’ultimo film del regista Ferzan Ozpetek, “Mine vaganti” girato nel Salento, la bellissima e bravissima Elena Sofia Ricci, nella sequenza della passeggiata tra le vie di Lecce con Lunetta Savino, indossa una splendida collana, firmata futuro Remoto, in ambra naturale verde proveniente dal Baltico. Lo conferma lo stesso Gianni de Benedittis che ad Alta Roma ha collezionato un nuovo successo.

Un ritorno, in realtà per il designer salentino alla sua seconda collaborazione con Maison Gattinoni. Lo scorso anno, su richiesta del direttore creativo Guillermo Mariotto, aveva disegnato una linea che richiamava la struttura della sfera armillare, evocazione di notevole impatto visivo dell’antichissimo strumento astronomico inventato da Eratostene. Un omaggio all’universo donna pensando al moto dei pianeti, alla scia della via Lattea e alle costellazioni.

Un  sodalizio che si è rinnovato, nel segno della “rinascita” per i capi della collezione Gattinoni primavera – estate 2010.  “Palingenesi è la linea di gioielli che ho creato per la donna che si apre al secondo decennio del XXI secolo: un delicato e affascinante processo di trasformazione che fa approdare ad una nuova rinascita”. Una trentina di pezzi, tra collane e bracciali, rigorosamente in oro e argento, diamanti, pietre dure e oggetti che non hanno di per sé preziosità ma sono simboli cinetici come le clessidre o le livelle. “La clessidra perché esprime il tempo, un richiamo al suo fluire ineluttabile legato al concetto di movimento; la livella perché è un elemento semplice dalla doppia valenza simbolica: un rimando al concetto di equilibrio e all’acqua, sostanza contenuta al suo interno, che per tutte le culture rappresenta la sorgente di vita e la forza purificatrice e rigenerante”. Completano la linea “Palingenesi” gli orecchini Pendolo ideati per scandire il tempo de La Rinascita, insieme con le piccole clessidre mobili di imponenti ciondoli, gioielli ludici, che si prestano al gioco delle forme. “Oltre ai coralli e alle perle, ho utilizzato anche i minerali grezzi che ornano surreali tiàre dall’eco rinascimentale per suggerire l’idea della materia primigènia e gli insostituibili diamanti, che esprimono la purezza  del nuovo stato raggiunto, talvolta impegnati a ricoprire ludici lecca lecca e singolari spille da bàlia che suggellano nuovi modelli di bellezza”.

E dal mondo fashion ancora al pianeta cinema, futuroRemoto sarà presente all’undicesima edizione del Festival del Cinema europeo in programma a Lecce dal 13 al 18 aprile 2010. Per il celebre Festival firmerà un particolarissimo gioiello, la stilizzazione del fatidico “ciak”, che sarà consegnato al vincitore del Premio Mario Verdone, istituito quest’anno per ricordare l’autorevole storico e critico cinematografico e che la famiglia  Verdone assegnerà ad un giovane autore.

Un riconoscimento importante e prezioso che andrà a sottolineare, se mai ce ne fosse bisogno, il felice connubio cinema e arte. In questo caso, con l’arte siglata futuroRemoto.

 

 

(pubblicato su Barisera, Giovedì 25 Marzo 2010)