Vittorio Bodini: parola poetica
Giovedì 8 agosto a Minervino di Lecce nel Convento dei Padri Riformati
Centro Studi Vittorio Bodini. Inaugura la sede
Doppio appuntamento con la letteratura e con la musica d’autore giovedì 8 agosto a Minervino di Lecce, dove alle 20.30, presso il Convento dei Padri Riformati, verrà inaugurata la nuova sede del “Centro Studi Vittorio Bodini” – presieduto dalla figlia del poeta, Valentina – e al contempo l’esposizione internazionale di Libri d’Artista a cura del Presidio del Libro – Archivio del Libro d’artista “VerbaManent” di Sannicola.
“Vittorio Bodini: parola poetica”: questo il titolo dell’evento di giovedì sera, che aprirà i battenti della mostra, allestita nel Convento a cura di Maddalena Castegnaro ed Enrico Rapinese. L’apertura della mostra sarà preceduta dal taglio del nastro della nuova sede del Centro Studi Vittorio Bodini, cui prenderà parte il sindaco di Minervino Ettore Caroppo, e seguita da un concerto del gruppo “EcoVanaVoce”, che ha musicato alcune delle più belle liriche di Vittorio Bodini.
La mostra si concluderà il 31 agosto, passando idealmente il testimone della volontà di valorizzare l’opera del poeta al “Premio Bodini – La Luna dei Borboni”, che si terrà a Cocumola il 31 agosto stesso.
Artisti partecipanti alla mostra “Libri d’artista”:
Lori Alicino, Francesca Amat, Daniela Antonello, Juan Arias Gonano, Calogero Barba, Giuliana Bellini, Luisa Bergamini, Carla Bertola, Mariella Bogliacino, Anna Boschi, Maria Cecilia Bossi, Francesca Brandoli, Luciana Bratina, Vito Capone, Michele Carmellino, Daniela Cecere, Francesco Ceriani, Veronique Champollion, Paolo Chirco, Carmela Corsitto, Rita Costantini Costato, Filli Cusenza, Antonella Cuzzocrea, Rosi Daniello, Crescenzio D’Ambrosio, Lorena De Leo, Maria Pia Fanna Roncoroni, Nadia Merica Formentini, Francesca Genna, Grupo Gralha Azul (Eny Herbst, Erminia Marasca Soccol, Iara D’Elia, Ieda Mariano, Leci Bohn, Jane Balconi, Jeanete E.Köhler, Luiza Gutierrez, Mara Caruso, Maria Darmeli Araújo, Maria do Carmo T. Kuhn, M. Julieta Damasceno Ferreira, Neiva Mattioli Leite, Sirlei Caetano, Tânia Luzzatto, There Reis, Therezinha Fogliato Lima, Vera Presotto), Gruppo Sinestetico, Benedetta Jandolo, Beatrice Landucci, Italo Lanfredini, Ester Leli, Alfonso Lentini, Nicola Liberatore, Mario Lo Coco, Mariella Loro, Nelli Maffia, Andrea Maggiore, Nadia Magnabosco, Lia Malfermoni, Matteo Manduzio, Angela Marchionni, Patrizia Pasquini, Beatrice Pastorio, Guido Pensato, Antonella Prota Giurleo, Rosella Quintini, Bruno Regni, Rossella Ricci, Giuseppina Riggi, Giampaolo Roffi. Enzo Ruggiero, Antonio Sassu, Jung Seo Yun, Lucia Sforza, Dana Sikorska, Claudia Son Hyunsook, Lucia Spagnuolo, Walter Spennato, Francesca Testa, Nicoletta Testi, Ettore Tomas, Rosanna Veronesi, Alberto Vitacchio, Maria Grazia Zanmarchi
Di poesia in poesia, di verso in verso gli artisti si sono immersi nelle dimore simboliche della poetica di Vittorio Bodini per dare corpo forma colore a riflessioni, inquietudini, nostalgie, evocazioni, emozioni, plasmando, con la sapienza delle mani e genialità creativa, libri unici e irriproducibili, metafore complesse di una ricerca che tocca il senso del proprio creare, del proprio vivere.
Nella leggerezza e nella trasparenza delle carte impregnate dell’odore degli inchiostri o di essenze naturali, nella contaminazione e manipolazione di materiali compatti, corposi ma duttili, nella vibrazione dei cromatismi tenui o accesi, nella semplice essenzialità di bianche superfici, nelle mappe tracciate da segni cuciture strappi e graffi, nell’assemblaggio di semplici impronte del quotidiano (foglie, conchiglie, chiodi, terra, fili,…) investite di una nuova significanza, si adagiano i versi del poeta liberamente scelti dagli artisti.
E tra le svariate forme e significati di un libro, tra queste architetture eccentriche e scenari inusuali, il lettore-fruitore riceve stimoli per dilatare le proprie esperienze percettive-sensoriali-intellettuali in un’esperienza di lettura plurisensoriale e fortemente coinvolgente, vivificata dai racconti scritti degli artisti che invitano il lettore a una sosta silente affinché si possa cogliere in profondo genesi e senso del loro atto creativo.
“Mia intenzione era di costruire un aeropoema. Poi mi è piaciuta questa Canzone con la personificazione degli oggetti che si oppone al desiderio di objetisazione dell’uomo. Ho voluto realizzarlo in maniera molto realistica ma siccome una folata di vento porta la poesia, sono stata costretta a fare un poema d’aria”: Canzone semplice dell’esser se stessi di Véronique Champollion. “La mia scelta è caduta su Omaggio a Gongora dove ho proposto l’ambiente cupo della Moschea come luogo di sepoltura, le trame tessute in un reticolo nel duomo, le dita forti del giocatore e del baro, la tempesta di colori su un fondo nero con schizzi di bianco, verde e giallo…la cancellata… fino alla festa dei limoni con il loro splendore giallo, a ricordare al poeta il suo magico Sud, quasi una liberazione gioiosa, dopo l’incipit cupo espresso all’inizio della poesia”: Luisa Bergamini. “Leggendo le poesie di Vittorio Bodini, alcuni versi mi hanno particolarmente colpita. Li ho separati dal loro contesto e, così separati, hanno assunto per me un’intensità maggiore. “un riso magro scatenato nel vento” riecheggia a lungo per me, si allontana e ritorna. “ le tre bambine che saltano la corda” sempre più veloci, non si stancano mai….Frasi che possono intrecciarsi tra di loro” il vuoto dei manichini”,” la faccia del dado”, “sulle rive del nulla…..” Nelle pagine del mio libro ho trascritto questi versi – leggibili – illeggibili – parole da leggere, indovinare, a ritroso, allo specchio, in trasparenza. Isolate nel bianco, cancellate dal colore, nascoste con gelosa complicità. Rimangono ghirlande, il vuoto, tre bambine, la memoria, a ritroso”: A ritroso di Carla Bertola.
“Ho voluto trascendere la dimensione delimitata della scrittura, al di là della norma delle sue forme e della sua struttura realizzando nel mio libro d’artista l’espansione delle pagine in senso orizzontale e verticale. La loro tendenziale aggregazione in un unicum descrittivo, il superamento della regola bidimensionale per introdurre la prospettiva del paesaggio dei sentimenti fa sì che il testo in se stesso esprima il suo contenuto emozionale attraverso sia l’introiezione del suo senso poetico che dell’espressione visiva. Il profondo sentimento di assenza espresso nella poesia attraversa la prospettiva dello spazio bianco, buio, evocato dalle timide nuvole e dal loro movimento panoramico: Ostaggio di Hyunsook Son.
“La lettura dei testi poetici di Bodini ha fatto affiorare alla memoria un viaggio recente nella terra pugliese, nella terra del sud…nel sud. Allora il ricordo anche solo del vento di quei luoghi ha preso forma nell’idea del libro girevole le cui pagine oltre che incise sono anche ritagliate èper permettere il passaggio dell’aria. Se la Puglia è pure vento che suggerisce le culture e le vite trascorse o in divenire, questo vento come aria è anche anima_Anima mundi….”: Nachiro di Lucia Sforza.
“E’ così, sfogliando le poesie, andando per parole, raccogliendo frammenti e suggerimenti di percorsi, squarci di panorami e divagazioni in ombra e in pieno sole. Una sorta di rivisitazione da poeta a poeta o meglio ancora uno guardarsi, porgendosi garbatamente foglietti strappati lungo i bordi, senza fretta,magari, con un tantino d’imbarazzo nello scoprirsi avvolti nelle parole, anche se l’imbarazzo (o esitazione) è in sostanza tutto mio poiché il dialogo è fatto di brevi intonazioni senza attesa di risposta ma soltanto di richiami raccolti da pagine distese. Così la scrittura è divenuta inevitabilmente un dilagare di parole intente a cogliere forme e colori diversi, abbigliandosi di significati e suggerimenti colti tra le dita quasi come un ricamo. Ovviamente è stato un dilagare in pagine bianche, aperte in attese bisbigliate ai margini, a mezza voce, indagando le parole che sfilavano in righe sorprese. In sostanza è così che accade a noi poeti, a me, a lui”: VB di Alberto Vitacchio.
“Incontri fatti soltanto di sguardi, o anche di un solo sguardo, lanciato, incrociato, intrecciato: Nella memoria visiva un’immagine, un frammento di immagine, ogni volta recuperabile come fantasma che appare, scompare, ricompare. Se le parole del poeta cercano di fissare per sempre quell’incontro nella trama di un testo, come si porranno rispetto alle vaghe sfumate tracce dei ricordi: Ritratto di giovane ignotadi Gian Paolo Roffi. “Per Le mani del sud, la cui ricorsività conduce i miei sensi avanti, indietro, ordina – contrasta anche il tempo in direzioni diverse – ho usato papaveri che alle ginestre hanno rubato il colore per giochi di senso in sospeso, in ombra, sì che ne emerga irriducibile quanto è leggibile ma subito anche perduto: da Portella delle Ginestre ad Avola a Taranto, nell’impeccabile violenza dello squilibrio fra ciò che è avvenuto e quanto, pur presente, ancora una volta è sovra leggibile: quindi reso illeggibile. E se un libro disfa di continuo il dire è perché il pensiero, nel perpetuo spostamento d’informazione, ritrova l’in(de)finitezza della sua funzione sociale ma restaura intelligenza. E Memoria: Angela Marchionni; Ispirata ai versi di Vittorio Bodini “Tu non conosci il Sud, le case di calce da cui uscivamo al sole come numeri dalla faccia d’un dado”, l’opera suggerisce la visione dolente della speranza dei giovani meridionali, spesso sottomessa alla fortuna del momento. I ragazzi del sud si affacciano alla vita quasi come giocando a dadi; per qualcuno uscirà il sei, per qualcun un altro l’uno. Sorridono fiduciosi al sole, ma a sera osservano sgomenti il dado, ormai senza più numeri, che incombe sul loro mare: Pieghevole turistico di Matteo Manduzio.
L’ordito è l’insieme di fili che uniti a quelli della trama concorrono nel formare un tessuto, immagine simbolica del tessuto sociale di un popolo, quello che ci racconta Bodini che ha uno sguardo rivolto verso il Sud ma aperto verso l’Europa. “Il Sud ci fu padre /e nostra madre l’Europa” cit. Bodini “Troppo rapidamente”.
Vite che si intrecciano, storie che si scrivono e si dimenticano al trascorrere del tempo. Storie che formano un tessuto fatto di trama e ordito, che perpetua una grande abilità manuale che non conosce tempo e luogo e non conosce dimenticanza. Contraddizioni che rispecchiano il rapporto del poeta con il suo paese d’origine, “così sgradito da doverlo amare”: Conosco appena le mani di Lorena De Leo; Qualsiasi “creativo” non può che immedesimarsi nella poesia di Bodini “Poesia triste alla Poesia”; per questo nell’opera è inserito il mio doppio autoritratto: la “me sognante” – occhi chiusi; groviglio di radici nella mente che ramificano fino a perdersi nel buio; carta di riso impalpabile e delicata come un sogno – e la “me reale” – occhi aperti; contorni definiti; la carta che si incolla al legno ad esprimere la solidità e la certezza della carne e delle ossa. La mano dell’osservatore “sfoglia il mio sogno” risvegliandomi, pagina dopo pagina, verso la concretezza della mia vita. Ester Leli. Questo libro oggetto in esemplare unico, nato da un verso di Bodini, è in linea con la mia ricerca artistica sull’oggettualizzazione della parola e intende sviluppare una riflessione sul rapporto stratificato e problematico che lega le cose alla scrittura. Prelevato da un verso di Bodini, l’avverbio che costituisce il titolo del mio lavoro – unitamente al netto prevalere del bianco – evidenzia il taglio minimalista dell’opera e la sua aspirazione alla massima essenzialità. La “conchiglia lunare” che, come in un forziere, riposa all’interno di questo libro oggetto, si sdoppia in una forma di luna che abbraccia e contiene, come a volerla custodire, una vera conchiglia. La quale a sua volta produce un frammento di scrittura (un breve verso che costituisce l’incipit di una composizione di Bodini e che, per quanto sintatticamente sospeso, possiede già in sé una sua compiutezza poetica).
Si crea in tal modo un movimento generativo, un meccanismo a scatole cinesi attraverso il quale cose e parole si specchiano, si confondono e si rimandano messaggi, mostrando i complessi legami attraverso i quali noi umani tentiamo disperatamente di dare forma e senso al mondo che ci circonda: Appena di Alfonso Lentini.
Il Centro Studi Vittorio Bodini, nato nei mesi scorsi per valorizzare l’opera del poeta salentino e per gestire in via esclusiva tutte le iniziative legate al suo nome, è presieduto dalla figlia e unica erede, Valentina Bodini, e si pone come obiettivo la realizzazione di manifestazioni culturali, iniziative editoriali, concorsi e più in generale eventi nel campo letterario e dello spettacolo. Ne è esempio il premio letterario “La Luna dei Borboni”, tenutosi a settembre 2012 a Cocumola, nella sua settima edizione, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Minervino di Lecce.
Del consiglio direttivo dell’associazione fanno parte il professor Antonio Lucio Giannone, l’avvocato Francesco Caroppo, la giornalista Leda Cesari, il regista Stefano Murciano, l’avvocato Antonio Leomanni, l’artista Renato Spedicato. Del comitato scientifico, designato dal consiglio e presieduto dal professor Giannone, fanno invece parte la professoressa Patrizia Guida, le attrici Carla Guido e Mariapia Autorino, il regista/attore Antonio Minelli, il musicista Fabio Lorenzi, il regista Giuliano Capani, lo studioso Mario Matera e il regista/coreografo Aurelio Gatti.
Per maggiori informazioni www.vittoriobodini.it, centrostudi@vittoriobodini.it, fax 0832.1831739, cell.347.3361053. (fonte: comunicato stampa)