La Collezione “Alfredo Majorano” e “Radici di Taranto”

A Palazzo Pantaleo sede del Museo etnografico “Alfredo Majorano”

Radici di Taranto, la mostra fotografica di Ciro De Vincentis

Si è inaugurata venerdì 26 marzo nelle sale di Palazzo Pantaleo a Taranto la mostra “Radici di Taranto” – Itinerari di arte, folklore, ritualità, religiosità, lavoro e cultura popolare nella raccolta di Alfredo Majorano” promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Taranto.

La mostra “Radici di Taranto” che si tenne nelle sale della Galleria Comunale di Taranto (Castello Aragonese) nel marzo del 1990, dopo la mostra etnografica che si tenne a Palazzo di Città nel 1971, è stata quella che più d’ogni altra ha messo in risalto il contributo fornito da Alfredo Majorano allo conoscenza e allo studio del folklore tarantino.

A distanza di anni l’Assessorato alla cultura ha voluto riproporre, quei pannelli fotografici realizzati da Ciro De Vincentis che tanto attirarono l’attenzione dei tarantini e degli studiosi sulla “Collezione Majorano”, che in quegli anni giaceva nei sottoscala della Cittadella della Carità.

 

Notevole è l’interesse che il folklore suscita ancora oggi in un vasto pubblico. Indubbiamente non si tratta di una moda, ma, nelle sue istanze profonde, è una di quelle richieste culturali che, in un’epoca caratterizzata da fenomeni di globalizzazione, provengono dalle classi che hanno prodotto e vissuto quella cultura: nella misura in cui essa e soltanto essa è rimasta la loro cultura, è ora legittimamente rivendicata come “memoria storica” in cui ritrovare la propria “identità”.

         Sovente, in passato, la cultura popolare è rimasta relegata a posizioni di marginalità, segnata quasi da un marchio di inferiorità. In realtà  tale cultura, che di fatto non ha mai goduto di una piena autonomia, resta separata (più che opposta) da quella ufficiale. Una cultura non uniforme: più segnata di quanto non si creda è, infatti, la differenza tra il folklore dei contadini e quello dei pescatori, con differenze dovute essenzialmente al diverso rapporto con la natura e alle diverse correlate prescrizioni e interdizioni della cultura. Ciò appare più che evidente nei musei demologici esistenti nel nostro Paese, il cui nucleo originario è costituito più spesso da collezioni private messe insieme con non pochi sacrifici, ma con tanta passione, da studiosi locali.

         Tra questi spicca la figura di Alfredo Majorano, non solo per la consistenza delle sue pubblicazioni demologiche e per la sua produzione teatrale in vernacolo,  ma anche e soprattutto per la sua instancabile attività di ricercatore e di raccoglitore nel vasto settore della vita tradizionale. Il materiale raccolto da Alfredo Majorano in tanti anni di ricerche e di peregrinazioni effettuate insieme alla moglie Elena per le campagne, entrando nelle masserie, penetrando nei vicoli della Marina e della via di Mezzo, è una testimonianza eloquente del nostro vissuto.

 

 Il filo conduttore della mostra  ruota intorno alla ritualità magica e religiosa nel tarantino. L’abbondanza dei pannelli fotografici esposti, documenta la vita tradizionale nel Tarantino: dal mondo della festività e della ritualità magica-religiosa e si allarga a documentare tutti gli altri modi della vita associata locale e, in primo luogo, quelli laici della fatica, a terra e sul mare. Dal materiale etnografico esposto si evince che sono ben documentate non solo le ricorrenze della religione ufficiale, liturgicamente riconosciute nel calendario canonico come doverosamente solenni sul piano ecumenico o su quello delle specifiche devozioni locali (Natale e Pasqua, san Ciro, san Giuseppe e san Cataldo), ma anche cerimonie,  come la processione che si svolge dalla chiesetta di San Pietro in Bevagna sino a Manduria, nei periodi di siccità per ottenere la pioggia. Il solo rituale non riconducibile alla religione ufficiale che ci viene attestato dalla collezione Majorano è quello relativo al tarantismo, documentato da alcune foto realizzate da Ciro De Vincentis nel 1950, che ritraggono una suonatrice di tamburello e una donna pizzicata che si reca ballando sul luogo dove riteneva di essere stata morsa dalla taranta, accompagnata da un suonatore di violino, da una cantatrice con tamburello e da un gruppo di persone. Un posto di rilievo occupano i pannelli dedicati all’anatomia votiva in argento o cera e le tele e tavolette votive. L’anatomia votiva  in lamina d’argento è eseguita con stampi che raffigurano, in genere, le parti anatomiche guarite per l’intervento taumaturgico. I temi raffigurati negli ex voto dipinti sono fra quelli che ricorrono con maggiore frequenza nella vita di una comunità: malattie, incidenti sul lavoro, incidenti stradali, naufragi, terremoti, crolli, battaglie, epidemie ed altre situazioni disperate, tutte “narrate” con estrema semplicità e con la massima aderenza alla realtà, con forti accenti di originalità ed efficacia espressiva. Ben cinque sono gli ex voto della collezione, legati ad episodi in cui dei pescatori sono coinvolti in naufragi, in esplosioni accidentali e vortici marini. Fra questi particolarmente significativa è la tela raffigurante una paranza che affonda in Mar Grande, sovrastata dalla Vergine Addolorata e da Gesù Crocifisso, invocati da anime purganti, che reca la scritta: “il 18 7bre Nicola Lincesso, Nicola Morelli, Francesco Albano e Nicola Adamo venivano miracolosamente salvati da un vortice d’aria dietro l’isola di San Pietro (Taranto)”. A differenza di molti altri ex voto di cui non si conosce il nome dell’autore, questo è firmato dal  noto pittore Francesco Paolo Parisi, che lo realizzò nel 1878. Un posto a parte, per qualità della materia e dell’esecuzione, occupano le ceramiche dipinte.

Di particolare interesse sono i piatti smaltati con figurazioni sacre (diametro circa 50 cm.). Non mancano, inoltre, fischietti ironici e giocattoli festivi.

A conclusione di questa breve nota è doveroso ricordare che la mostra “Radici di Taranto. Itinerari di arte, folklore, ritualità, religiosità, lavoro e cultura popolare nella raccolta di Alfredo Majorano”, tenutasi nel 1990, fu organizzata e fortemente voluta dalla Regione Puglia Assessorato P.I. – Cultura C.R.S.E.C. 52 via Lisippo Taranto, responsabile dott. Giuseppe Orlando e dal “Corriere del Giorno” di Puglia e Basilicata, direttore dott. Riccardo Catacchio. Collaborarono attivamente all’evento Ciro De Vincentis (documentazione fotografica), Antonio De Franchis (grafica), Salvatore Fischetti (testi), Silvana Nicoletti, Marisa Galli, Giacinto Peluso (prefazione al catalogo) e Antonio Basile.

Infine, l’allestimento della mostra negli spazi di Palazzo Pantaleo è stato curato da Anna Pia Cito, da Lia … con la collaborazione di tutto il personale dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Taranto.

(fonte: comunicato stampa)