Il Catalogo di Arte Moderna, Editoriale Giorgio Mondadori

Intervista a Carlo Motta curatore del Cam il più longevo catalogo dedicato all’Arte in Italia

Antonietta Fulvio

Disponibile in tutte le librerie, il Catalogo di Arte Moderna n. 57, con la bellissima copertina dell’artista Ercole Pignatelli, prestigiosa pubblicazione del marchio Editoriale Giorgio Mondadori. In occasione dell’uscita del catalogo, abbiamo incontrato Carlo Motta curatore e responsabile Cairo Editore.

Carlo Motta curatore del Catalogo di Arte Moderna Editoriale Giorgio Mondadori


Dal 1962 il Catalogo dell’arte moderna è la pubblicazione di settore più longeva in Italia. Qual è il segreto?
Non c’è un “segreto” ma possiamo dire che la forza del Catalogo dell’Arte Moderna sta proprio nella sua storia e nella continuità. A parte il periodo tra il 1964 e il 1970, in cui la pubblicazione era biennale, dal 1970 in poi il volume è stato un appuntamento fisso annuale per tutti gli appassionati d’arte e per artisti, galleristi, critici e addetti ai lavori. Un punto di riferimento che evidentemente ha saputo raccogliere l’eredità dei fondatori, Luigi Carluccio (il curatore) e Giulio Bolaffi (l’editore) aggiornando i contenuti e introducendo qualche novità editoriale che ha saputo tenere desta l’attenzione dei lettori sino ad oggi. Non dimentichiamo che, nel frattempo, la proprietà del Catalogo è passata di mano due volte in quello che ormai è il secolo scorso: alla fine degli anni Settanta da Bolaffi a Giorgio Mondadori, nel 1999 da Giorgio Mondadori a Urbano Cairo. Con grande intelligenza si è però voluto mantenere lo storico marchio Editoriale Giorgio Mondadori, sinonimo di qualità, sia per il Catalogo con tutte le pubblicazioni d’arte sia per le riviste storiche, Arte, Antiquariato, Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Gardenia e Airone.
Nel numero 56, di grande attualità oltre che interesse è il focus sulla pandemia nell’arte. Già con il primo lockdown si è riscoperta l’importanza dei luoghi proprio nel momento in cui venivano chiusi a causa dell’emergenza sanitaria. Musei, teatri, cinema, gallerie, la cui frequenza era data per scontata, ci è stata negata. Il web ha rappresentato la nostra finestra sul mondo anche dell’arte.
Come la pandemia ha cambiato e sta cambiando il rapporto del pubblico e la fruizione delle opere d’arte
?
Fermo restando un concetto lapalissiano, e cioè che la pandemia è purtroppo una piaga devastante con cui stiamo combattendo e che avremmo volentieri evitato, come è sempre accaduto nella storia dell’uomo dobbiamo accettare la realtà e individuare le possibili soluzioni (senza piangerci troppo addosso). Nel settore culturale il web, i social e i media hanno sicuramente svolto un ruolo importante, in particolare con la diffusione di presentazioni e conferenze online, cosa che già accadeva ma senza le proporzioni che ha assunto durante i vari coprifuoco. Inoltre si sono sviluppate tecnologie molto sofisticate per la visione virtuale di mostre personali e collettive. Va tutto bene ed è positivo che sia così. Personalmente però non credo che si possa sostituire il fascino di una visita ad un museo come gli Uffizi a Firenze, i Musei Vaticani o il Museo di Capodimonte a Napoli con una visione al monitor. Una cosa è trovarsi fisicamente davanti a un’opera di Caravaggio, di Raffaello o di Boccioni in contesti propedeutici alla loro visione, altra cosa è osservare le stesse opere attraverso un computer. Lo stesso vale, in generale, per le mostre di artisti contemporanei. La matericità di un dipinto di Alfonso Borghi, uno dei più importanti artisti informali italiani, non è apprezzabile a video.
Una sezione certamente importante è la seconda parte del Catalogo dove vengono presentati 900 artisti che fotografa il panorama dell’arte contemporanea italiana, quale è il criterio della selezione?
Fin dai primi numeri il Catalogo dell’Arte Moderna è stato uno strumento importante per approfondire la conoscenza di artisti già noti, come Accardi, Casorati, de Chirico, Manzù, Pomodoro, Soldati e tanti altri. Allo stesso tempo è peraltro diventato uno straordinario mezzo di promozione per artisti non necessariamente professionisti (quanti possono vivere solamente d’arte?) ma apprezzabili per tecniche, contenuti, linguaggio e in ogni caso pienamente legittimati a far parte del panorama artistico contemporaneo. Ovviamente tra gli artisti, anche inserzionisti, esistono differenze qualitative, la cui valutazione è affidata a un comitato critico coordinato da Giovanni Faccenda, storico dell’arte da un decennio consulente editoriale del Catalogo. Ai membri del comitato critico si è aggiunta, negli ultimi anni, la figura del segnalatore, che può essere anche un curatore di eventi, un gallerista, un docente, un artista. La sua funzione è quella di indicare, sul territorio nazionale, le figure artistiche meritevoli di essere selezionate per l’annuario.
Novità e anticipazioni sull’ultimo nato il numero 57?
Innanzitutto la copertina, dedicata a un’opera di Ercole Pignatelli, nato a Lecce ma trapiantato a Milano dal 1954. Ne scrivono all’interno Fortunato D’Amico, profondo conoscitore dell’artista, e Giovanni Faccenda, curatore del nostro Catalogo. Nella prima parte, come tradizione, alcuni approfondimenti: nell’anno dedicato alle celebrazioni di Dante un articolo di Claudia Trafficante sulla Divina Commedia nell’immaginario artistico dal 1400 ad oggi. E poi l’Italia vista dagli artisti nei decenni successivi al 1861 nel 160° dell’Unità, di Daniela Brignone; il rapporto tra moda e fotografia visto da Alessia Locatelli; Celant, Christo, Daverio, Gastel, Mari nel ricordo di uno dei più grandi galleristi italiani, Massimo Minini; Malisa Longo scrive di Arte ed erotismo; seguono Arte e Agenda ONU 2030, di Valentina Maggiolo; Il coprifuoco dell’Arte, di Andrea De Liberis; Dal Futurismo al Covid, di Lia Bronzi. Come sempre, la prima sezione dell’annuario presenta venti Grandi Maestri selezionati dal curatore, tra cui Boccioni, Burri, de Chirico, Fontana, Modigliani, Rosai, Sironi e altri, con le aste più importanti dell’ultimo anno. La seconda sezione presenta oltre 900 artisti confermando quanto il Catalogo sia apprezzato e seguito grazie alla struttura efficace e consolidata: le schede degli artisti in ordine alfabetico, le quotazioni, le esposizioni, le aste, le note biografiche, le opere. Le pagine a colori e i dossier tematici – tra cui Fotografia e Arte Plastica – ne confermano il ruolo come indispensabile strumento di promozione e di consultazione.