Le Lolite-fantasma di Kazuki Takamatsu
di Dario Ferreri
Dal nero tarpaulin (una sorta di tela impermeabile) prendono vita e conquistano la scena le straordinarie e tridimensionali lolite-fantasma erotiche e/o letali di Kazuki Takamatsu.
Giapponese, classe 1978, ha frequentato il Dipartimento di pittura ad olio presso la Tohoku University di Art & Design dove si è laureato nel 2001; vive e lavora a Sendai (Prefettura di Miyagi).
È uno sperimentatore del “depth mapping”, una tecnica innovativa che combina disegno classico, aerografo, computer grafica (per la renderizzazione delle ombre) e guache (guazzo) modificata dall’aggiunta di gomma arabica e opale bianco; una tecnica che riesce a ricostruire la percezione massima delle diverse gradazioni luminose e dei relativi contrappunti della figura ed in cui ogni singolo pixel diventa un’ombra di grigio, e ciascuna ombra è gradata in maniera proporzionale alla distanza da cui lo spettatore vede l’immagine, in una combinazione esplosiva e potente che fornisce all’artista la capacità di ottenere incredibili profondità ed un suggestivo ed evocativo surrealismo.
La poetica di Takamatsu è influenzata da echi manga e dalle forti contraddizioni della condizione giovanile contemporanea; la scelta del bianco e del nero riporta all’eterno contrasto tra luce e tenebre, bene e male, al colore della pelle nel mondo ed alla religione e, metaforicamente, all’ambiguità emozionale giovanile in una società sempre più digitale e meno reale.
Le ambivalenti lolite delle sue opere sono innocenti o armate, pronte ad emergere o ritornare nel buio ovvero sedurre o, in un lampo, uccidere o contrastare minacce provenienti dalle tenebre.
Le sue opere, dal vivo, hanno un impatto estetico ed emozionale elevatissimo. Già dal settembre 2014 ha conquistato la copertina del periodico americano Hi-Fructose e nel 2016 ha collezionato un’altra cover di un cofanetto di raccolta del medesimo magazine; con un coefficente attualmente a 6, è considerato uno degli artisti più interessanti ed originali della scena figurativa surreale internazionale.
Le sue opere sono state esposte anche al Rias Ark Museum a Kesennuma (nella Prefettura di Miyagi, in Giappone); Takamatsu è rappresentato dalla Galleria giapponese Tomura ed ha esposto in Asia, America (Roq la Rue Gallery, Corey Helford Gallery, ecc.) ed Europa (in particolare presso la Dorothy Circus Gallery di Roma che ha curato, per le edizioni Drago, nel 2015, “Hello here I am” un testo illustrato dedicato alle sue opere)
è un artista molto riservato e per nulla social, non conosce l’inglese ed interagisce poco con il pubblico. Si possono seguire le sue attività via Facebook (https://www.facebook.com/kazuki.1978) o, per chi conosce il giapponese, sul suo sito web (http://kazukitakamatsu.web.fc2.com/index.html).