Le Muse del Quadraro, il nuovo progetto di Casa Vuota
ROMA. Il mito classico rivive a Casa Vuota in una mostra collettiva intitolata “Le muse del Quadraro” che raccoglie i lavori di diciotto artisti, tra pittura, disegno, scultura e fotografia. Justin Bradshaw, Giulio Catelli, Franco Cenci, Tiziana Cera Rosco, Pierluca Cetera, Sabino de Nichilo, Giulia Del Papa, Stefania Fabrizi, Giovanni Gaggia, Massimo Livadiotti, Pierpaolo Miccolis, Riccardo Monachesi, Gonzalo Orquín, Gianluca Panareo, Francesca Romana Pinzari, Andrea Romagnoli, Massimo Ruiu, Beppe Stasi questi i protagonisti delle originali riletture contemporanee che dal 15 dicembre al 7 gennaio faranno rivivere il mito classico a Casa Vuota, spazio espositivo domestico al secondo piano di un condominio in via Maia 12, in zona Quadraro a Roma, a due passi dalla fermata della metropolitana Porta Furba.
“Casa Vuota è uno spazio espositivo temporaneo che nasce nel 2017, dopo una serie di esperienze differenti da noi maturate nel settore dell’arte contemporanea e dell’organizzazione degli eventi culturali”, spiega Sabino de Nichilo. «Non è una galleria d’arte, ma un ambiente domestico che – forte di questa domesticità – si apre ad accogliere mostre personali e collettive di artisti contemporanei, assecondando una vocazione alla sperimentazione e alla contaminazione di linguaggi espressivi differenti».
E tra le pareti che portano i segni della vita vissuta hanno trovato posto dapprima le opere dell’artista pugliese Pierluca Cetera, che ha inaugurato Casa Vuota lo scorso giugno, poi quelle di Filippo Riniolo che invitavano alla riflessione sul significato profondo della violenza. Con le musa del Quadraro le stanze di Casa Vuota si prestano a scrivere un itinerario di riletture a volte suggestive, a volte spiazzanti, a volte ironiche e a volte liriche dei personaggi dei miti greci e romani: Plutone e Proserpina seduti in salotto, Cassandra pensosa, i muscoli di Ercole tesi nella lotta, un Marte bambino, Edipo scandaloso e Narciso floreale, Prometeo portatore di luce e un Adone silvano, la triplice Ecate, il filo di Arianna che arriva alle stelle, il cuore alieno dell’Idra di Lerna, Icaro alla finestra, Tantalo legato davanti al frigorifero, il ratto delle Sabine, una Nike alata fatta di capelli, un Sireno cinerino, Pan cornuto e le visioni del Ciclope accecato. Queste le visioni della mostra, curata da Francesco Paolo Del Re, che ha ospitato nella serata inaugurale venerdì 15 dicembre un dialogo ideale con la ricerca della studiosa di poesia Bianca Sorrentino e domenica 17 dicembre una serie di letture di Luigia Sorrentino, Simone Di Biasio, Claudio Damiani, Sonia Gentili, Rachel Slade, Bianca Sorrentino e Francesco Paolo Del Re, due eventi inseriti nelle “Notti del Mito”.
«Roma, Città Eterna, non è solo Colosseo o Fori Imperiali, cartoline per turisti distratti – scrive il curatore Francesco Paolo Del Re – ma si conferma eterna in ogni piega. Anche le borgate sorte nel Novecento ai bordi delle grandi vie consolari, tra i palazzoni popolari, serbano rovine, suggestivi toponimi, reminiscenze di un passato che non ci abbandona. E gli echi del mito classico permeano, a Roma più che altrove, la nostra quotidianità. Proprio dalla convinzione che il passato non è mai passato davvero e che le muse ancora ispirano e incantano il nostro presente un po’ scordevole nasce questa mostra giocosa. Le muse del Quadraro non sono però maiuscole. Non sono auliche. Vivono, sì, di citazioni e ripensamenti della tradizione grecoromana, ma sono muse sbarazzine, muse contemporanee. E così, liberati dal peso della tradizione antica e rinvigoriti da suggestioni novecentesche e contemporanee, le figure, i personaggi, le storie, le metamorfosi, le fatiche, gli attributi, i travagli e i perigli delle narrazioni mitiche si ritrovano tra le mura stupefatte di un piccolo appartamento borghese e, intrecciando un fitto dialogo di gusto postmoderno, provano a squarciare il velo del presente per indovinare, in filigrana, l’aruspicina di futuro più felice, radicato nell’antico mai scordato che ci sostanzia.»