I mondi onirici di Sicioldr

Per Curiosar(t)e il simbolico universo dell’artista toscano che vive e lavora tra Tuscania e Perugia

Dario Ferreri

“Io lavoro con i miei sogni o incubi”
David Paul Cronenberg

Il luogo non luogo di oggi, nel quale vi dò il benvenuto, è l’affascinate, oscuro e simbolico universo sospeso di Sicioldr (alias Alessandro Bianchi), giovane pittore surrealista/simbolista toscano, classe 1990, che vive e lavora tra Tuscania e Perugia.


Ignota è l’origine dell’onirico pseudonimo “Sicioldr”, sorta di mantra cui l’artista tributa valenza magica e di guida del suo percorso artistico.
Sicioldr nasce e cresce a Tuscania, dove il padre, pittore classico, lo erudisce sui fondamenti della pittura e stimola la sua curiosità da “scenziato della pittura” che lo porta a scoprire “il Libro dell’Arte” di Cennino Cennini, famosa guida ai metodi pittorici del XV secolo, contenente informazioni su pigmenti e pennelli, sulle tecniche della pittura e dell’affresco e numerosi consigli e “trucchi” del mestiere, ed a sperimentare tecniche e materiali di una volta attraverso la preparazione delle tavole secondo la tecnica antica, il mescolare e macinare pigmenti, costruire e decorare cornici personalizzate, utilizzare sfumature chiaroscurali particolari, velature sottili, ecc.


Sicioldr si esprime principalmente con la pittura ad olio, la grafica (matite e matite colorate) e l’acquerello. Gli elementi ispiratori delle sue creazioni sono, come già accennato, le visioni oniriche e l’eterogeneo background culturale individuale (un meltin pot di storia dell’arte, psicologia, esoterismo, mitologia, filosofia, storia, letteratura e scienza).
Per quanto attiene alla poetica delle sue opere, lo stesso artista, nel corso di una intervista tempo fa ha affermato che “Le visioni da cui nascono i miei quadri spesso si presentano sotto forma di impressioni che rapidamente appunto su taccuini… Ogni giorno mi sembra un miracolo, una magia, che un insieme di macchie di colore su di una superficie – levigate, scrostate, accarezzate, umettate – possano rendere l’illusione di un pensiero, di un’impressione di altri mondi che scaturisce dal profondo dell’anima”. “Con le mie opere voglio creare degli specchi, io le chiamo “immagini staminali”, come le cellule staminali, anch’esse si adattano al contesto. Quando l’immagine ha una certa potenza ognuno tende a rivedere se stesso in quella immagine, come la sentenza ambigua di un oracolo si presta a una moltitudine di intendimenti. Dunque io evito di dare qualunque interpretazione sui miei quadri”.
Le sue opere sono finestre su mondi differenti ed oltre la quarta dimensione, i personaggi sono maschere dai volti senza apparenti emozioni, se non quelle che l’interlocutore trasfonde loro e per questo, distanti ed allo stesso tempo vicine da un punto di vista emozionale, e presentano vividi occhi che invitano ad entrare nelle storie raccontate, dove simboli, regni ed esseri si intrecciano tra loro ed avviluppano in modo intrigante l’osservatore riportando ad armonica unità l’insieme degli elementi rappresentati.
Da un punto di vista metodologico e creativo, all’artista piace lavorare contemporaneamente su molti dipinti, assecondando i propri personali flussi creativi del momento.
Suoi epigoni di riferimento sono certamente i maestri classici europei come Tiziano, Rembrandt, Leonardo Da Vinci, Raffaello, Jan Van Eyck, ecc , così come il simbolista Odilon Redon, spesso dall’artista citato, ma le sue creazioni aprono a molti altri parallelismi e similitudini: i suoi affollati mondi onirici sono più atei rispetto a quelli immaginifici di Hieronymous Bosch, con cromatismo meno accentuato di Redon, crepuscolari come in Bocklin e con aspirazioni immortali similmente a quelli di Odd Nerdrum; a livello nazionale, le atmosfere dei suoi lavori lo collocano sulla scia crepuscolare animata da Nicola Samorì e dagli “scuristi lombardi” (in particolare Agostino Arrivabene), ma con una gradevole salvaguardia dell’iconografia contro l’attuale imperante dematerializzazione del ritratto e del corpo ed una cifra artistica che viene caratterizzandosi sempre meglio e mettendosi a fuoco (talvolta anche grazie a contaminazioni figurative del miglior macrocosmo pop surrealista internazionale) nella rappresentazione dell’irrazionale, dell’inconscio, del fantastico, del mistero e dell’onirico.
Dal 2014 espone regolarmente in Italia ed ha inoltre partecipato a collettive d’arte a New York, San Francisco, Valencia, Dublino, Melbourne, Parigi, Manila e Bruxelles.
Ha oltre 65.000 follower su instagram (https://www.instagram.com/alessandro_sicioldr/?hl=it) e altrettanti su Facebook (https://www.facebook.com/Sicioldr/). Il suo sito web lo trovate a questo indirizzo http://www.sicioldrart.com/