Una su tre
L’attrice Tracy Walsh Caputo in scena al Teatro Antigone di Roma con tre monologhi diretti dal regista Flavio Marigliani. Dal 4 al 6 marzo in versione multilingue e italiana per parlare di soprusi, di violenza fisica e psicologica
Antonietta Fulvio
Una su tre. È questa la percentuale, tristissima e drammatica, delle donne in Italia vittime di soprusi. Violenza fisica o psicologica, mobbing sul lavoro, ricatti morali e sociali sono le varie facce della violenza che non risparmia le donne di qualsiasi età e status sociale. E “Una su tre” è il titolo dello spettacolo che vede come protagonista Tracy Walsh Caputo per la regia di Flavio Marigliani che, dopo il blocco dei teatri degli ultimi due anni, torna al Teatro Antigone di Roma in una nuova edizione completamente rivista. Tre donne, all’interno di tre monologhi completamente diversi tra loro, che spaziano dal grottesco, al drammatico, al comico.
Il debutto dello spettacolo ieri sera con due repliche ancora stasera e domani.
Sul palco Tracy Walsh Caputo dà vita ad una galleria di personaggi storici o tratti dalla cronaca attuale spiega il regista: «donne che nel corso della loro vita hanno lottato contro le violenze subite in famiglia e nella società; donne che hanno dovuto fare i conti con l’ingiustizia sociale e i soprusi psicologici e fisici che si annidano fino all’interno della famiglia. Ma anche donne che hanno saputo reagire alla violenza o che sono riuscite ad ottenere giustizia.»
I tre testi, scritti a quattro mani dagli stessi Tracy Caputo e Flavio Marigliani, sono completamente inediti e vengono presentati per la prima volta al pubblico in una doppia versione: accanto alla versione italiana una multilingue (italiano-inglese-spagnolo) grazie all’interesse e alla collaborazione instaurata con la compagnia internazionale di Teatro Multilingue.
Le versioni multilingue sono finalizzate alla fruizione di una platea più vasta ma al contempo sottolineano l’universalità del tema, la violenza di genere purtroppo riguarda tutti e supera i confini geografici .
«“Una su tre” – spiega ancora il regista – vuole essere un invito a riflettere, anche usando l’arma dell’ironia e della leggerezza, sulla condizione femminile dei nostri giorni e sull’ipocrisia della nostra società che si fa promotrice a parole della “parità di diritti” tra i sessi, ma che nella realtà dei fatti non è in grado di superare i propri pregiudizi maschilisti.»
Parlare di violenza di genere e di soprusi non sarà mai abbastanza. A maggior ragione in questo momento in cui lo scenario che si presenta ai nostri occhi è quello devastante della guerra in Ucraina che ci mostra gli effetti della violenza che va combattuta. Sempre. Partendo dalla quotidianità, perché di tiranni grandi e piccoli il mondo è pieno, purtroppo, e la difesa della dignità e il rispetto delle identità è sempre più impresa ardua. Ma resistere e non mollare è l’unica via possibile.
E il Teatro con la forza della parola che si fa gesto diventa veicolo indispensabile per promuovere la cultura del rispetto e della libertà.
Che siano sempre le parole a parlare e mai le armi di nessun tipo e in nessun luogo , che siano le pareti domestiche, quelle di un ufficio o terre di paesi lontani… diffondiamo parole di pace e riflettiamo sul rispetto rispetto e la bellezza della vita che non può e non deve essere tradita.
Lo spettacolo ha debuttato venerdì 4 marzo, e sarà ancora in scena per tutto il weekend: sabato 5 alle ore 21:00 in versione multilingue (prenotazioni a info@teatromultilingue.com) e domenica 6 alle ore 18:00 in versione italiana (prenotazioni a 066390083), presso il teatro Antigone via Amerigo Vespucci 42, Roma (zona Testaccio)