Lecce Sacra di Giulio Cesare Infantino

Per le edizioni ArtWork Cultura la ristampa anastatica del libro di Giulio Cesare Infantino con la cura e il commento dello storico Mario Cazzato

Antonietta Fulvio

Quando nel 1634 Giulio Cesare Infantino, parroco di Santa Maria della Luce, diede il suo manoscritto al tipografo Pietro Micheli probabilmente mai avrebbe immaginato l’importanza che la sua opera, definita utile e curiosa, avrebbe avuto nel tempo. Lecce sacra, ispirata alla Napoli sacra di Cesare D’Engenio Caracciolo al punto da emularne il titolo, trattava le origini di tutte le chiese, monasteri cappelle e altri luoghi sacri della città di Lecce, ripotando epitaffi e iscrizioni così come uomini illustri e reliquie di santi.


Un libro destinato a diventare, attraverso i secoli, tra i più importanti della letteratura salentina e una preziosa testimonianza della Lecce seicentesca con le sue chiese, ma anche un compendio della stessa storia della città attraverso il racconto di fatti e avvenimenti che l’Infantino documentò con uno sguardo da cronista. A testimoniare la fortuna dell’opera parlano le ristampe a cominciare da quella del 1859 da Nicola Del Vecchio con notevoli errori di stampa e quella successiva nel 1998 da Mario De Marco. La ristampa della versione originale fu realizzata nel 1973 da Pietro De Leo, a questa si aggiunge l’operazione editoriale effettuata da Art Work Cultura nel 2022 grazie alla quale si potranno sfogliare le pagine dell’opera in anastatica dell’Infantino curata dallo storico e architetto Mario Cazzato che ha corredato questa nuova edizione con un apparato di note esplicative, archivistiche, documentarie di notevole interesse. «Cazzato con le sue oltre duecento schede, puntuali, approfondite e documentate – scrive nella introduzione Domenico Urgesi presidente della Società Storica di Terra d’Otranto – sembra accompagnare l’Infantino e aiutarlo a colmare le lacune coeve, le impressioni che per lui erano scontate, i riferimenti sottaciuti o appena scorti.» Un impegno notevole quello di Mario Cazzato che ci restituisce una visione approfondita del testo dell’Infantino incrementando gli esiti delle ricerche e degli studi che si sono susseguiti nei 4 secoli successivi alla prima edizione dell’opera.
«Scorrere le pagine di quest’opera seicentesca – si legge nella presentazione dell’Arcivescovo Michele Seccia – significa fare un tuffo nel passato, rivedere Chiese e Cappelle di cui poco o nulla è rimasto, ma vuol dire anche rilegger la storia di Lecce, arricchita dall’opera di artisti, architetti, scultori di grande pregio, così come dalla presenza di tanti ordini religiosi maschili e femminili che popolarono il capoluogo barocco»
Le prime 288 pagine sono dunque la copia anastatica della versione originale, da pagina 289 inizia il commento preciso e scientifico dello storico Mario Cazzato che da sempre si adopera per divulgare, anche attraverso i social e con una rubrica sulla rivista Arte e Luoghi curiosità, aneddoti e perle di storia salentina che da attento studioso ricerca consultando libri e testi antichi. Difatti la pubblicazione in anastatica della Lecce Sacra – spiega nella premessa Paolo Babbo presidente di ArtWOrk Cultura – è dovuta alla sua lungimiranza e al suo impegno che coincide anche con quella della cooperativa ArtWork che firma anche LecceEcclesiae, un progetto per la fruizione artistica del patrimonio culturale ecclesiastico di concerto con la’Arcidiocesi di Lecce creando un circolo vizioso tra luoghi, persone e istituzioni. Una guida preziosa, dunque, non solo per gli addetti ai lavori ma per chi vorrà approfondire la storia del patrimonio artistico e architettonico di Lecce. Addentrandosi nella lettura, infatti, è possibile approfondire l’evoluzione dei monumenti citati dall’Infantino come avviene ad esempio per il Duomo, la cappella di San Sebastiano, oggi sede della Fondazione Palmieri, e via via tanti altri, anche quei monumenti che non esistono più come nel caso della Cappella di Santa Lucia che sorgeva in corrispondenza dell’odierno civico 6 di piazzetta Lillo o quelli che, rimaneggiati, nel corso del tempo presentano un aspetto diverso da quello descritto nella Lecce Sacra dell’Infantino come nel caso dell’originaria Chiesa gotica di Santa Chiara.
Concludendo, il prezioso apparato documentario in appendice ci illustra gli stravolgimenti architettonici e i cambiamenti urbanistici che hanno cambiato il volto della Città Chiesa che, non a caso, all’epoca del Regno di Napoli, ricordando le parole del filosofo Giambattista Vico, era seconda alla capitale «per magnificenza di edifici e per frequenza di abitatori e per isplendore di civili costumi e per ricchezza di marittimi traffichi.»