Una romantica bestialità

Domenica 26 novembre ore 20 a Tricase, nel Palazzo Gallone, in solidarietà alla giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne la performance a cura di Massimiliano Manieri in collaborazione con Maria Gabriella Marra. L’evento rientra nell’ambito “The Day After Past Lives / Future Lives, What If… Between” a cura di Rosangela Bovenga

Massimiliano Manieri

Quel che resta di un corpo racconta solo il corpo?
Racconta le sue gesta? Oppure le sospende?
Una lama di coltello trapassa, un colpo d’arma lede la carne, oggetti che chiudono una vita senza spesso chiedersi il carico di un atto, mossi da mani animate da un sentire incattivito.
Carnefice e vittima si incontrano, coincidono in quel contatto affidato a destini che biforcano esistenze.
La dimensione effimera rappresentata dall’opera, cede il passo alle membra abbandonate.
Nessuna speranza di vita resta, il simulacro diviene testimonianza d’una resa, nella impossibilità del mutare il corso di un evento, si fa vessillo di una moltitudine.


Di corpi e vite lacerate, di soprusi subiti, dove la pietade fa da scudo sempiterno alla brutalità, e si offre, al pubblico ludibrio, ma non cercando occhi lucidi, quanto piuttosto coscienze ritrovate.
Perché la non violenza rimane l’unica risposta plausibile, non ve ne sono altre, ogni altra possibilità condurrebbe all’abbrutimento comune.
La calligrafia rilasciata sarà dura testimonianza degli accadimenti, ormai sepolti nella nostra memoria, come libri polverosi da non riprendere.
Uomini e donne vicini nel vivere, collidono, per un’ultima volta, quegli occhi cercano forse amore negli occhi dell’altro, nel mentre lama incide carne, e forse, prima di spegnersi del tutto, sognano ancora…L’opera omaggia e si ispira alle sculture monumentali di Robert Morris, maestro del minimalismo americano, recentemente deceduto, ma risulta indubbio che il pensiero vada anche al Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino. La tematica e la drammaturgia che essa riunisce, raccoglie una intenzione, resa ancor più cruda dal segno calligrafico, posto sul corpo a ricordare una recrudescenza sociale, che va ben oltre i fatti in sé per sé.Perché la violenza, in qualunque forma essa scorra, che sia di genere oppure assoluta, macchierà quelle vite in modo indelebile….E dimenticare è il peccato ultimo.