L’arte e il Torchio La Stella di Pasquale Urso
Dal 3 al 30 luglio lo studio Il Torchio d’Arte La Stella sarà possibile ammirare una mostra antologica del pittore e grafico Pasquale Urso. Il suo laboratorio stamperia per oltre cinquant’anni è stato il punto di riferimento per artisti, allievi della vicina Accademia di Belle Arti di Lecce, turisti che imboccando la prima stradina, subito dopo Porta Rudiae, venivano affascinati dal mondo di colori e dai profumi di inchiostro del Torchio con Pasquale sempre disponibile a raccontare come nasce un’acquaforte o una puntasecca. Grazie Pasquale per quello che hai realizzato e per quanto continuerai a fare con la tua Arte!
Antonietta Fulvio
In via Santa Maria del Paradiso, prima stradina a destra entrando da Porta Rudiae, lo studio Il Torchio d’arte La Stella è stato dal lontano 1974 la stamperia calcografica e atelier del pittore e grafico Pasquale Urso nonché punto di riferimento per artisti, operatori culturali, allievi della vicina Accademia di Belle Arti di Lecce capace di far innamorare il pubblico della grafica calcografica “originale”, rispettosa delle specifiche norme internazionali. Un luogo piccolo ma accogliente, dove si poteva assistere al miracolo dell’incisione che prende vita sul foglio con Pasquale sempre disponibile a mostrare come nasce un’opera d’arte, che sia una stampa calcografica o un’acquaforte. Ebbene dal 3 al 30 luglio 2024 il Torchio d’arte La Stella ospiterà una mostra antologica dell’artista Pasquale Urso prima di chiudere i battenti, prima che – come spiega Oscar Urso figlio dell’artista – su quelle vetrine calerà il sipario.
Nato a Grottaglie, in provincia di Taranto, nel 1945 Pasquale Urso si forma con il maestro Alberto Manfredi di Reggio Emilia e si diploma in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Lecce con Raffaele Spizzico e si occupa di grafica calcografica dal 1966. Un incisore di “sapore antico” che nella sua lunga attività artistica ha raccontato quei valori spesso perduti nell’epoca contemporanea. Dai Giochi perduti al territorio, dai centri storici ai luoghi della civiltà contadina e artigiana, un racconto declinato con i diversi linguaggi dell’arte. Non a caso Pasquale Urso è stato definito “artista dalle tre anime”: quella del pittore, quella del grafico e quella dell’acquerellista a caccia di luce. Fino al 30 luglio si potrà ammirare una selezione di ciò che è stato prodotto in questo leggendario laboratorio con il suo Torchio da cui sono state ‘tirate’ tantissime stampe da innumerevoli autori. E quando questo chiuderà i battenti, potremo ritornare a trovare Pasquale questa volta in via Marciano dove continua ancora i suoi racconti d’arte.
«La mostra, realizzata in fretta, l’abbiamo pensata per riavvolgere il nastro dei ricordi, visto che “Lo Studio” è sempre stato un punto di riferimento per gli abitanti del territorio. Ma anche una tappa psicogeografica per quei turisti che perdendosi tra i dedali del centro storico di Lecce, si ritrovavano davanti al laboratorio di un artigiano autentico, dando lustro e luce a un vicolo secondario capace di smuovere del sano stupore tra i passanti.Lo vedevano dalle vetrate dell’atelier, raggomitolato su se stesso a dipingere un quadro o a stampare un acquaforte. Che poi, a dirla tutta, sono in pochi a sapere bene cosa sia un acquaforte, ma mio papà non si risparmia nello spiegarlo. Anzi, va ben oltre, invitando i più curiosi a sperimentarlo di persona. E non importa che le pareti non siano perfettamente imbiancate. Come per il meccanico del romanzo di Pirsig “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”, quel disordine, che ha sempre caratterizzato il laboratorio, è indicativo di una comprensione più profonda e integrata del proprio lavoro e del proprio ambiente. Una visione in linea con i principi Zen, dove la presenza mentale e la comprensione intuitiva giocano un ruolo cruciale.Questo spazio, la sua esistenza e la sua prossima chiusura meritano una riflessione. Visitare questa mostra ce ne dà la possibilità. E in fondo, mio padre, Pasquale Urso, un po’ Zen lo è veramente.»