Michelangelo Pistoletto in mostra nel Castello di Gallipoli
I Luoghi della parola/Spazio recensione. Visitando la mostra dell’artista piemontese
IL TERZO PARADISO
Equilibrio tra tecnologia, uomo e natura
di Chiara Bevilacqua
Dal 5 Giugno 2015 le antiche mura del Castello di Gallipoli custodiscono il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto all’interno della Cittadellarte curata dalla critica e curatrice d’arte Manuela Gandini.
L’artista piemontese conosciuto ai più per opere quali La Venere degli Stracci ed i Quadri Specchianti (alcuni dei quali presenti in mostra), ha concepito, tramite la metamorfosi del simbolo dell’infinito, quello che egli definisice Terzo Paradiso, dove l’incontro dei due cerchi opposti ne crea un terzo neonato ed inedito.
Nella poetica di Pistoletto il primo è il luogo della perfetta integrazione tra uomo e natura mentre il secondo è invaso dal progresso, dalla speculazione e dal degrado che questi hanno provocato.
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Il cerchio centrale, il terzo paradiso appunto, è il luogo dove il ventre di madre terra può incontrarsi e convivere con l’evoluzione dell’uomo, emanando una potenza creatrice che genera rinascita abbandonando la distruzione.
In questa sfera unificatrice è di fondamentale importanza la responsabilità che non solo l’arte, ma ognuno di noi dovrebbe assumersi nei confronti della società e della vita in senso più ampio.
Ed è proprio da questo suo progetto iniziato nel 2003 ed ora diffuso su scala internazionale (Parigi, Bruxelles, Ginevra, Cuba…) , che nasce la prima installazione della mostra, una site specific pensata appositamente per la Piazza d’Armi del Castello di Gallipoli.
L’opera consta di due elementi caratterizzanti del nostro territorio, la pietra leccese e l’ulivo.
All’interno del Terzo Paradiso composto da pizzotti grezzi della nostrana pietra, giace un ceppo d’ulivo ultrasecolare dal quale germoglia un ulivo neonato. L’opera fa esplicito riferimento alla piaga della Xylella che ha colpito gli ulivi salentini e nell’intento dell’artista rappresenta un simbolo di rinascita, come un invito a rinnovare l’equilibrio perso tra uomo e natura, come stimolo a riconoscere i propri errori per poter ripartire verso un futuro prolifico.
Proseguendo nella visita si accede poi alle salette poste intorno all’installazione principale.
Nella prima di queste vi è la proiezione di un video in cui l’artista spiega allo spettatore quale sia il suo senso di Terzo Paradiso, fornendo in questo modo ai visitatori gli strumenti necessari alla fruizione della mostra.
Le altre tre stanze ospitano invece opere precedenti di Pistoletto, quali i già citati Quadri Specchianti ed i lavori derivanti dalla sua ricerca Segno Arte.
L’Uomo Vitruviano di Leonardo è il punto di partenza dal quale è stato elaborato il Segno Arte di Michelangelo Pistoletto, in sostanza si tratta di due triangoli che si fondono tra loro, generendo una figura a clessidra che l’artista ha voluto riprodurre in modo quasi compulsivo in una serie di oggetti quotidiani: porte, termosifoni, finestre, tavoli, ecc…
La prima reazione davanti a questi oggetti è quella di pensare che appartengano più all’ambito del design che non a quello dell’arte in senso stretto, tuttavia l’intento in questo caso sarebbe quello di trasporre la vita quotidiana nell’arte, in modo tale che non sia l’oggetto ad adattarsi al disegno, ma viceversa.
Nella stanza adiacente troviamo, invece, i famosi Quadri Specchianti.
Si tratta di grandi lastre di acciaio inox lucidate a specchio, sulle quali è riportata un’immagine tramite un processo serigrafico di riproduzione.
Le figure, lasciando buona parte della superfice specchiante libera, permettono a chi guarda di ritrovarsi direttamente all’interno del quadro.
La particolarità di queste opere sta nel loro continuo divenire, esse sono completate dal fruitore che, ponendosi loro innanzi e specchiandovisi, crea ogni volta un’immagine nuova, rinnovando il quadro che così si moltiplica incessantemente in una serie di composizioni sempre differenti.
Lasciandosi alle spalle il Terzo Paradiso la scoperta delle altre aree del castello può proseguire.
Insinuandosi tra cunicoli che profumano di storia e strette scale sconnesse, si arriva nel Torrione, una particolarissima stanza intorno alla quale si possono notare delle aperture studiate per l’avvistamento, Sul muro frontale passano in proiezione varie immagini dell’artista e del suo lavoro.
Infine, attraverso un percorso di antica pietra, spiragli di luce e corridoi umidi lo spazio si allarga all’improvviso e dirompe nella sua opulenza la Sala Ennagonale, un’immensa stanza d’armi con copertura a padiglione, occupata dall’installazione che chiude la mostra, Love Difference.
L’opera consiste in un labirinto di cartone all’interno del quale è posto un tavolo specchiante che ricalca il profilo del Mar Mediterraneo, intorno sono poste delle sedute, tutte diverse l’una dall’atra, che richiamano le varie culture che lo popolano.
Il progetto incorpora in sè un messaggio di accettazione delle diversità, di promozione dell’incontro e dell’interscambio culturale.
Quest’ultima opera si trova a metà tra arte e politica ed in qualche modo si ricollega direttamente con il concetto di responsabilità dell’arte elaborato nel Terzo Paradiso.
L’arte è un mezzo potente di diffusione di un concetto, di un’idea che possa in qualche modo influenzare il corso della vita di chi interiorizza ciò che l’artista vuole esprimere.
La ricerca di un Terzo Paradiso, lo sforzo di responsabilità che necessita operare in modo tale che il centro del simbolo sopravviva, nasce si da un’operazione artistica, ma che diviene inevitabilmente anche civile e coinvolge tutti noi.
La mostra è visitabile fino al 27 Settembre 2015.
Luglio e Agosto il Castello rimarrà aperto tutti i giorni ad orario continuato dalle 10.00 alle 24.00, mentre a Settembre la chiusura è prevista alle 21.00.
Il costo d’ingresso è di € 6,00 intero, € 3,00 ridotto (non sono previste riduzioni per gli studenti).