I quattro volti dell’amore

Domani 25 maggio 2012 a Lecce per la rassegna “Incontri a caratteri mobili” la presentazione del libro I quattro volti dell’amore di Enrico Coluccia

L’amor che move il sole e l’altre stelle nelle pagine di un triller

di Antonietta Fulvio

 

Gallipoli, Roma, Perugia entro queste città Enrico Coluccia fa muovere i personaggi del suo romanzo d’esordio, I quattro volti dell’amore, Wip edizioni.

Un libro costruito con taglio cinematografico, dal ritmo incalzante, talvolta interrotto dai  flash back che si ripetono, dilatando la scansione temporale per analizzare i diversi punti di vista dei personaggi le cui vicende sono inesorabilmente intrecciate.

Per essere un triller, gli ingredienti ci sono tutti: il progetto Omega, appalti truccati, imprenditori e professionisti corrotti e una cupola massonica che ordisce i fili di una trama che non risparmia niente e nessuno per la cupidigia e la sete di potere di pochi. Scenari inquietanti, ma poi non troppo improbabili, aspetti di una realtà con tutte le drammatiche “distorsioni” che però è possibile contrastare mantenendo fede a principi quali l’onestà, la dignità, la legalità, sui quali si deve fondare la società ma che troppo spesso sono latitanti nei palazzi del potere.

È  una criminalità dai colletti bianchi che Adriano Ferri denuncia e contribuisce a fermare, spezzando una catena di complicità con uomini abbagliati dall’amore accecante quanto pericoloso per il potere.

A questo primo “volto” dell’amore fa da contralto Dario Pagani con la passione mai spenta per Gilda, ancorata ad un passato che, come i rimorsi, non fa vivere. Un amore impossibile che non può rivivere come non è possibile ritornare indietro nel tempo: Gilda amava perché l’amore è la forza che muove il mondo, ma il dolore e una malattia devastante, l’Alzheimer, l’ha barricata in una dimensione a parte, priva di ricordi, forse.

 

E ci si affeziona a questo personaggio che sa mostrare integrità morale, che solo un vile ricatto può costringerlo a piegarsi, la cui infelicità è da imputare solo alla debolezza del suo carattere. In fondo siamo sempre il prodotto delle nostre scelte e, paradossalmente, anche non scegliere può essere una scelta e il prezzo da pagare è sempre troppo alto. Perché la felicità è un’occasione che va colta e raramente si ripresenta. Ma c’è sempre un punto di svolta nella vita. E, infine, Dario Pagani riuscirà a capire l’importanza di combattere per realizzare i propri sogni. È un personaggio che si evolve, che vince la propria fragilità e sarà capace anche di mettere in gioco la sua vita nel tentativo di salvare Ada, la donna che non è riuscito ad amare come meritava.

 

L’amore inteso come dedizione assoluta, che rende in grado di fare qualsiasi cosa, è invece il sentimento che lega Roberta Vergani al suo uomo, sogna per lui la libertà dai condizionamenti del potere, dalla schiavitù della corruzione, ma il cerchio si chiude sempre, prima o poi. E se l’amore idealizzato non potrà mai riempire le stanze vuote dell’anima come di una casa, ecco che nella narrazione trova spazio anche l’amore per le proprie origini: ad incarnarla è Fabrizio Vincenti che avrà un ruolo importante nella riconciliazione di due donne attraverso le quali l’autore tocca temi delicati, quanto complessi, come il desiderio di maternità e l’aborto e, sullo sfondo, un padre padrone capace di segnare il destino di infelicità delle proprie figlie.

Nato a Bari, Enrico Coluccia, medico ginecologo e psicologo, ha ereditato dal padre, professore di latino e greco, la passione per la cultura classica che ha coltivato parallelamente alla sua professione di Medico del Dipartimento di Emergenza del Policlinico di Bari. Il romanzo sarà presentato venerdì 25 maggio, ore 18,30 nell’ambito della rassegna “Incontri a caratteri mobili” promossa da Il Raggio Verde edizioni e La Tipografia del Commercio, storica tipografia, sita in via dei Perroni a Lecce. Incontrano l’autore la giornalista Alessandra Bianco e Antonietta Fulvio direttore di “Arte e Luoghi” modera Lucia Buttazzo responsabile della Tipografia che continua ad essere fervido centro della vita culturale della città, proponendo incontri e mostre d’arte e portando nel luogo delle parole, per eccellenza, il valore della scrittura, del pensiero. Ingresso libero.