Lutto nel mondo del cinema

 

Lutto nel mondo del cinema. È scomparso a Diso, in provincia di Lecce, il regista e sceneggiatore italiano presidente della Cineteca di Bologna

Addio a Giuseppe Bertolucci

di Antonietta Fulvio

 

 

 

 

È un giorno triste per il mondo del cinema. All’età di 65 anni il regista e sceneggiatore Giuseppe Bertolucci, figlio del poeta Attilio Bertolucci e fratello minore del regista Bernardo Bertolucci, si è spento a Diso, in provincia di Lecce dopo una lunga malattia. Ad annunciarlo la moglie Lucilla e il fratello Bernardo con il quale ha spesso collaborato, come nella stesura della sceneggiatura di “Novecento”.

Nato a Parma il 27 febbraio del 1947 debutta a soli 23 anni come aiuto regista e anche attore nel film ‘Strategia del ragnò (1970) diretto da suo fratello Bernardo. Non c’è rivalità in lui che più volte collabora con Bernardo nei film ‘Novecento” e  ‘La luna” ma non smette mai di cercare una propria cifra stilistica. Nel 1971 approda dietro la macchina da presa con il mediometraggio ‘I poveri muoiono prima’ ma la grande occasione arriva solo qualche anno dopo, nel 1975, quando scrive il monologo teatrale “Cioni Mario”, per uno sconosciuto comico toscano uno straripante Roberto Benigni che oggi arriverà a Diso per salutare il suo caro amico. Giuseppe Bertolucci e Roberto Benigni la storia di un’amicizia e di un sodalizio artistico che ha regalato capolavori come “Berlinguer ti voglio bene”,  “Effetti personali”, “Tuttobenigni”.

Prediligendo un cinema fatto di atmosfere evocative tra il grottesco e l’assurdo firma pellicole indimenticabili come Amori in corso (1989) con Amanda Sandrelli e Il dolce rumore della vita (1999) con Francesca Neri, Rosalinda Celentano e Alida Valli. Si riconferma eccezionale talent scout   “scoprendo” Sabina Guzzanti,   protagonista del suo film “Troppo sole” (1994) già notata anni prima sul set della pellicola intitolata “I cammelli” (1988).

Tra le sue opere successive, si ricorda L’amore probabilmente (2001); Luparella (2002); Pasolini prossimo nostro (2006) e il documentario La rabbia di Pasolini (2008), di cui è stato anche produttore. Il 2010 segna il ritorno alla regia teatrale con la pièce L’ingegner Gadda va alla guerra o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro, che gli è valsa il Premio Ubu per il migliore spettacolo originale, e che nel 2012 è stata pubblicata in Gadda e Pasolini – Antibiografia di una nazione insieme allo spettacolo ‘Na specie de cadavere lunghissimo, dedicato alle ultime ore di vita di Pasolini. Con la casa editrice Bompiani pubblica nel  2011 Cosedadire. Scritti, interventi, ritratti, una sorta di zibaldone dove i pensieri personali dell’autore  ripercorrendo cinquant’anni di vita culturale italiana si intrecciano con la storia del Paese. Giuseppe Bertolucci scrittore ricorda le poesie del padre Attilio, la collaborazione con il fratello Bernardo, gli incontri con grandi artisti e intellettuali: Zavattini,  Soldati, Benigni, Fellini, Caproni e Pasolini. Un racconto denso di emozioni ma non priva di un tono polemico contro l’appiattimento culturale e la mancanza di prospettiva storica puntando l’indice contro la televisione e la cultura di massa. Per anni direttore della Cineteca di Bologna di cui attualmente ricopriva la carica di Presidente, aveva scelto la tranquillità del centro storico di Diso, lontano dai riflettori ma immerso nella luce del Salento, capace di evocare atmosfere surreali ma struggenti , probabilmente per continuare a porsi delle domande…

“L’unica cosa che conta è continuare a porsi delle domande, tante domande. – aveva scritto nel suo Cosedadire” – Sarà perché, tra tutti i segni grafici che quotidianamente usiamo nella pratica della scrittura, il punto interrogativo – quel ricciolo magico che rimane sospeso nell’aria in fondo a una frase – è il più elegante e l’unico che non chiude, ma spalanca le porte dell’ignoto e della sorpresa?”

La notizia della sua prematura scomparsa ci ha sorpresi e oggi ci rende più tristi ma ci piace pensare che qui, anche se lontano dalla sua Parma, abbia trascorso giorni felici assaporando le cose più semplici come il profilo del campanile del santuario di S. Maria di Costantinopoli al tramonto, il mare con le meravigliose insenature della costa dall’alto di Torre Lupo le passeggiate, magari di notte, sul lungomare Acquaviva.