Mysterium Lunae al Marta

Sabato 8 novembre al Marta di Taranto in scena il lavoro scritto e diretto da Daniela Giummo

Vita, morte e destino. Il tempo delle Moire

Il grande salone d’ingresso del Marta, il Museo Archeologico di Taranto, si trasforma sabato 8 novembre 2014 in un grande palcoscenico per lo spettacolo “Mysterium Lunae” scritto e diretto da Daniela Giummo, con Paola Chiarelli, Emilia Pulito e Lucia Zotti.

Un percorso nel mito, nell’eterna danza sull’esile ponte fra maschile e femminile, nell’inesorabile passaggio fra vita-morte-vita. E non poteva esserci location più azzeccata del Marta, autentico scrigno di tesori con le collezioni greche, romane e apule, tra cui alcuni degli ori che hanno reso celebre il Museo in tutto il mondo, per una pièce che riporta l’orologio nella notte dei tempi illluminata dalla “misteriosa luna davanti alla quale l’uomo si piegava adorante e sgomento”. L’escamotage teatrale è il risveglio delle Moire, le mitiche filatrici del destino che si risvegliano un ultima volta dal sonno millennario in cui sono cadute  dopo l’avvento delle nuove religioni e, sorprese dall’inaspettato incontro col pubblico, si raccontano.

 

 

“La vecchia donna che ha compiuto il proprio destino  – spiega la registae drammaturga  Daniela Giummo – è pronta per lo svelamento: il guscio della sua apparenza terrena si sfalda e libera crepitando la Grande Dea Madre. All’umanità balbettante rivela i suoni per comporre le parole. Sul suo volto riverbera la luna, che con le sue dilatazioni e contrazioni, le sue fasi, la sua triplicità, per prima siede sul trono del creato e da lì governa il mondo.Dietro la maschera, che nello svolgersi del tempo altre triadi divine calzeranno, sarà sempre lei: la Dea multiforme, buona, terribile, buona e terribile insieme. Anche le Moire, filatrici del destino, Cloto, Lachesi e Atropo, si nasconderanno dietro quell’unico volto d’argento che infine Zeus sottrarrà con violenza al femminile, per affermare la sua sovranità. Figurine mutevoli ed inquietanti, come le ombre disegnate dalla notte di luna, le tre Moire si svegliano da un sonno millenario ed introducono gradualmente lo spettatore in un percorso sapienziale che risuona di parole arcane, per coinvolgerlo infine nel segreto rituale di iniziazione di un’anima alla vita”.

 

red. Arte e Luoghi

 

 

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